Di Paolo Biancone / Il culto che i tedeschi hanno per le vacanze (Urlaub) è cosa nota, così come è noto l’interesse che dimostrano per il nostro Bel Paese. Ma a quanto ammonta questo interesse?
Nel 2017 la percentuale di tedeschi che si è concessa una vacanza di più di cinque giorni in Germania o all’estero è stata del 58%, si parla quindi, indicativamente, di 48 milioni di turisti con un volume di spesa stimabile intorno ai 60 miliardi di euro all’anno.
Analizzando i dati forniti da Banca d’Italia emerge che in Italia, nel 2017 i viaggiatori stranieri sono stati 58,7 milioni con un aumento dell’11,8% rispetto all’anno precedente. Ai viaggiatori stranieri, quindi, piace l’Italia (che si posiziona tra i migliori 5 paesi al mondo) e il risultato è un aumento della spesa turistica esterna nel 2017 pari a 39.155 milioni di euro. Di questi la maggiore spesa deriva dai turisti tedeschi in costante aumento nei 5 anni analizzati.
Prendendo in esame la Tourismusanalyse 2018 (Analisi del turismo 2018), un’importante ricerca basata su oltre 3.000 interviste a individui (14/+), rappresentativi della popolazione, svolte nel periodo dicembre 2017-gennaio 2018, pubblicata dalla Stiftung für Zukunftsfragen di Amburgo, si evince che fra i tedeschi che hanno fatto come minimo un viaggio di vacanza di almeno cinque giorni (58% sul totale della popolazione) – oltre un terzo (34%) ha scelto la Germania come destinazione principale, mentre oltre la metà (53%) ha preferito altri paesi europei.
Al secondo posto tra questi, subito dopo la Spagna, la nostra Italia.
I motivi di questa scelta sono svariati. In prima posizione la cosiddetta “garanzia del sole”: il clima mediterraneo, infatti, è una delle nostre ricchezze.
Seguita, ovviamente, dalla bellezza architettonica che contraddistingue le città d’arte, ma anche i piccoli borghi alpini, con le loro chiesette medievali.
E in ultimo, e non in ordine di importanza, l’apprezzamento che i turisti stranieri, specie tedeschi, riservano alle nostre bontà enogastronomiche: non solo la pizza, quindi, anzi dai vini, al tartufo, passando dai piatti della nostra tradizione sono quindi anche i manicaretti nostrani che attraggono il turismo.
Certo, i dati sopra riportati raccontano di estati in cui il Covid-19 non aveva ancora turbato i nostri sonni.
Come attrarre, quindi, il turista post Covid?
Dal 15 di Giugno, la Germania ha dichiarato la libertà di circolazione dei propri cittadini anche nella nostra nazione. Questo non assicurerà, però, automaticamente la presenza dei turisti. Il nostro Bel Paese, infatti, quest’anno più che nei precedenti deve attrarre il turista anche infondendo sicurezza, sanitaria e non solo.
Molti sono gli strumenti a disposizione dei comuni per “pubblicizzare” la propria resilienza all’esterno, uno dei primi è stato uno studio condotto dall’Università degli Studi di Torino che, nell’ambito di un progetto di rivalutazione del territorio montano, ha ideato un rating in grado di mappare le top-quality cities, ovvero comuni e località turistiche che gestiscono le risorse in modo intelligente, sono attente alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini e turisti: Covidless Approach&Trust.
La prima città a possedere il “bollino” di top-quality city è stata Santa Maria Maggiore, un comune della Valle Vigezzo, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, che attraverso un assessment guidato dai ricercatori universitari, ha esplorato e fatto emergere i suoi punti di forza in termini di resilienza e di risposta agli impatti negativi legati a situazione inaspettate e impreviste, come l’emergenza COVID-19. Il turista, ma anche il cittadino abituale o chi ha una seconda casa a Santa Maria Maggiore, potrà quindi fruire di un territorio non solo rispondente alla compliance normativa, ma anche con una valutazione esterna riguardo all’accoglienza e all’ospitalità del comune.
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