Il basket visto da vicino
Basket Torino deve ancora diventare grande. Non negli aspetti tecnici, ma nella mentalità
Non si vince mettendosi sul piano degli altri. Non si vince preoccupandosi di un “derby” che esiste solo nella mente di chi tifa gialloblù a Torino e chi odia Torino a prescindere (vedasi tifosi di Biella). Le due squadre non si erano mai incontrate (con le strutture societarie attuali) eppure per qualcuno si parla di tradizione.
E se ci si preoccupa e ci si presenta tesi, timorosi e insicuri…. il risultato sarà inevitabilmente la sconfitta.
Ed è la mentalità provinciale che Torino non può permettersi se vorrà pensare in grande. Ed è proprio da qui che bisogna partire. Chi è alla guida tecnica deve salire inevitabilmente di livello, e non temere nessuno, ma, come insisto da tempo, avere rispetto ma sicurezza nei propri mezzi. Non ci si adatta agli altri, si impone il proprio gioco. Ieri la Reale Mutua ha iniziato come peggio mai avesse fatto cercando di “andare piano” e limitare gli altri. Tre falli in tre azioni difensive nei primi minuti sono segnale di tensione e nervosismo. Non segnare mai ne è stata la conferma. Chi è alla guida deve salire nella mentalità da Torino del Basket: è una città che ha sfiorato i vertici e non si accontenta di un quarto posto in A2: non servono le parole, ma i fatti.
Torino ha sei giocatori (sempre che il nostro “Lebron” Diop torni a giocare a basket e non si focalizzi su se stesso senza usare la testa…) e due riserve buone. Non possono giocare così tanto e sempre le riserve. Torino senza Traini è stata costretta a giocare di più con Marks, Cappelletti (anche con i falli..), Alibegovic insieme in campo e si è sempre vinto. Se Traini diventa il play titolare (perché Cappelletti ha tre falli e passa una quantità enorme di tempo in panchina…ma se un giocatore non è così ingenuo, può giocare anche con tre falli…) e Toscano è la nostra guardia ala di riferimento… allora il livello si abbassa a quello degli altri e fatalmente si perde. Chiaro che anche i titolari devono giocare da tali, ma ieri si è sbagliato su tutta la linea.
Il salto di qualità è nella testa di tutti. La paura è dei forti, si dice, perché con il coraggio si vince e si va oltre. MA questo è basket, non la vita! Nello sport vince chi ci crede, chi rispetta tutti (tifosi compresi!) e va sicuro in campo senza alcun timore.
Ieri tutti hanno avuto paura ed erano tesi. Perdere con Biella è solo una pausa di arresto, ma Biella non è il Real Madrid (con tutto il rispetto), e Torino è più forte. Galbiati è nella sua dimensione di allenatore di ragazzi giovani che ascoltano e subiscono tutto pur di emergere e da loro ha tratto il meglio di ciò che possono dare. Ma Torino è un’altra piazza, un’altra città, un’altra tifoseria e tutto un’altra aspettativa. Non so se riuscirà a salire, ma deludere la tifoseria con prove senza colore e cariche di timori non crea le premesse adatte.
I complimenti dell’altra settimana non sono scomparsi. Ma la Reale Mutua deve essere sopra le parti: Scafati, Napoli, Bergamo , Biella, Casale … sono solo luoghi in cui giocano delle squadre da battere. Non devono essere corto circuiti “tensivo-emozionali”che condizionino il modo di giocare.
Salire di livello non è solo nei punti segnati. E’ nella mentalità. Torino ha squadre di altri sport che di tale mentalità hanno fatto un “must”. Anche il basket può e deve averla.
Paolo Michieletto
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