Riceviamo e pubblichiamo
“Siamo davvero stanchi e indignati: il nostro lavoro non può essere costantemente squalificato e addirittura criminalizzato da quelle stesse istituzioni per le quali ci impegniamo quotidianamente. Pronunciamenti come questo mettono sul banco degli imputati i poliziotti che fanno il proprio dovere mentre giustificano i violenti”. Così Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, commenta la decisione della Cassazione rispetto a uno stralcio del processo ai No Tav che parteciparono alla prima manifestazione del 2011 in Valle di Susa. “Le attenuati che vengono prospettate per i soggetti imputati – prosegue – sono una vera e propria offesa ai tantissimi colleghi che, in quella manifestazione, hanno dovuto fronteggiare situazioni complesse e difficili mettendo a rischio la propria incolumità: 200 di loro sono stati feriti. Vale la pena ricordare a tutti che quegli agenti non erano lì perché non avevano altro da fare, ma erano stati schierati a tutela di un sito e dell’ordine pubblico. Ecco perché è intollerabile che si cerchino scusanti e attenuanti per chi ha partecipato alla manifestazione con il volto coperto, lanciando sassi e bombe carta contro le divise. Voler ricercare nel comportamento delle Forze dell’Ordine in presidio al cantiere dei ‘fatti ingiusti’ che giustificherebbero lo ‘stato d’ira’ dei manifestanti violenti significa mettere noi sul banco degli imputati e classificare i facinorosi come vittime. Né è tollerabile che si possa paventare l’attenuante di azioni compiute sulla scia della ‘suggestione di una folla in tumulto’. A questo punto tanto vale mettere nero su bianco che chi scende in piazza e attacca gli agenti ha sempre ragione mentre la Polizia ha sempre torto. È attraverso casi come questo che si è diffusa l’idea che assalire uomini e donne in divisa non comporti alcuna ripercussione. E le conseguenze sono, drammaticamente, sotto gli occhi di tutti”, conclude.
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