Il basket visto da vicino
84 – 84: 25” 1 decimo alla fine palla in mano. Tiro contro il tabellone senza toccare il ferro (e con questo sono quattro in tutta la partita di tiri sul “palo” , …) rimbalzo e nulla di fatto. 1” e 1 decimo alla fine. Time out. E dopo una notevole “pensata” Treviglio riesce a fare una rimessa da metacampo per un giocatore che si trova solo sotto canestro!!! Che segna, ovviamente, e forse fuori tempo massimo: ma vogliamo trovare scuse ad un abominio tattico di questo livello? Direi di no.
La partita ha avuto andamento a strappi ma con buona parte della stessa gestita sempre in avanti dai Treviglio Lakers, o almeno così son sembrati, vista la facilità con cui hanno attaccato la difesa di Torino.
Purtroppo, oltre a Diop (infortunato a tempo medio lungo…) , bisogna registrare l’assenza pressoché totale dal gioco di Pinkins che in questo campionato non è ancora entrato a far parte, sperando che la “malattia” dei giocatori forti che a Torino “impazziscono” e giocano come evanescenti fotocopie del nulla non sia incombente anche su di lui e sappia reagire a questo periodo.
In realtà, abbiamo solo due, tre giocatori di livello buono per la serie A2 o lega nazionale pallacanestro che dir si voglia, e sono Marks (pur con dei limiti di personalità e del coach che talvolta lo relega in panchina nei momenti clou per lasciar posto al volenteroso ed eroico Traini che, però, a dire il vero, il livello dove gioca se lo deve ancora guadagnare, facendo a tratti cose egregie e talvolta incredibili “follie cestistiche”) e Campani, che, come già scritto da me negli articoli precedenti, è un lusso per la categoria. Poi c’è Cappelletti, che a tratti dimostra molto bene il suo valore ma che è ancora in condizione fisica da affinare, visti i crampi accusati in campo (cosa non “proprio” comune in ambito cestistico, anche se li aveva avuti anche Lebron James nelle finali NBA, ma temo sia un pochino irriverente il paragone).
Alibegovic è a corrente alternata e non è ancora il giocatore di un paio di anni fa ad inizio campionato. Il tempo per migliorare c’è tutto e noi lo speriamo. Di Toscano si può solo dire che lasciarlo da solo da tre è un “suicidio” sportivo della squadra che lo affronta in quanto sa essere molto preciso, ma fuori della piastrella…abbiamo già parlato in cima al presente articolo.
In tutto questo bisogna dire che stavolta al Coach non è andata bene, in quanto già in altre occasioni si era vinto all’ultimo secondo per errore degli avversari, cosa che sarebbe potuta accadere anche ieri sera, ma sembra proprio che il Killer Istinct per distruggere l’avversario al momento non sia patrimonio della squadra di Torino e del suo coach, che talvolta preserva giocatori che dal campo non dovrebbero mai uscire, in luogo di altri comprimari che fanno tutto quello che possono e che quindi vanno apprezzati.
Lamentarsi dell’arbitraggio è un segnale di debolezza elevata in questo contesto. Treviglio è una squadra onorevole ma non un “dream Team”. Rispetto degli avversari non vuol dire paura. E i tifosi di Torino hanno bisogno di emozioni e divertimento e, soprattutto vincere. Se segni anche all’ultimo secondo, degli arbitri non ne parli nemmeno. Se no, giustifichi, ma così ti qualifichi anche…. .
Bisogna ricordare che questa è la città che ha “esonerato” Allegri, allenatore di una squadra che ha vinto tutto perché non “piaceva” come vinceva … e se qui non si vince … non si va avanti bene.
Lo sport è spettacolo e tecnica unite al massimo livello per poter attrarre folle di persone all’evento sportivo. Il solo risultato talvolta non è sufficiente. Ma, ancora una volta, ricordo una frase di una persona importante in ambito sportivo che disse “vincere non è importante … è l’unica cosa che conta” (Giampiero Boniperti), ed è bene non dimenticarselo, soprattutto se si vuole cogliere il cuore della gente.
Il mio unico suggerimento, da tifoso e da medio esperto di basket vuoi per età che da giocatore di altri tempi, è quello di affrontare con coraggio e un minimo di spavalderia le partite. Attendere gli altri di solito ti fa arrivare in ritardo. Non sarai mai il più forte se non ci credi anche tu. L’umiltà è una splendida dote, ma nello sport, di solito, vince anche chi crede in sé stesso e sa di potercela fare. Non rincorriamo alibi con gli arbitri (che probabilmente non hanno avuto “neanche loro” una buona serata), non diamo meriti agli avversari o colpe ai nostri giocatori: insomma, giochiamo per vincere e non per non perdere. E magari, anche un pochino di basket spettacolo, aiuterebbe a scaldare gli animi… . Dai Torino! Dai Basket Torino! Noi ci siamo!
PS: ancora una nota. Il gesto più bello della serata è del giocatore di Treviglio Mattia Palumbo che, in una situazione di gioco molto equilibrata, convince l’arbitro a cambiare la decisione di dare rimessa alla squadra di Treviglio autoaccusandosi di aver toccato lui per ultimo la palla e facendo avere la rimessa in gioco per Torino. E’ un raro, molto raro, esempio di sportività in campo in ambito professionistico. Anni fa, da questa testata giornalistica, contribuii a far ricevere il premio Fair Play al giocatore di Torino Valerio Mazzola per aver sollevato da terra un suo avversario pur perdendo lui occasione di contropiede e avvantaggiando l’altra squadra per un sano senso dell’onore. Ebbene, il gesto di Palumbo, sottolineato da un applauso a scena aperta di tutto il Pala Ruffini (o Pala Gianni Asti) meriterebbe uguale ricompensa. Grazie Mattia, a nome di tutti gli sportivi e dei ragazzini presenti: sei stato un grande esempio!
Paolo Michieletto
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