IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
E’ un grande risultato raggiunto il riconoscimento internazionale dell’ UNESCO concesso alla cucina italiana. Tra i primi promotori che con costanza si sono battuti con autentica e colta coerenza e con motivazioni storiche di grande importanza risalta l’opera dell’Accademia della cucina italiana fondata da Orio Vergani nel 1953 e attualmente presieduta da Paolo Petroni. Anche Mario Soldati e Dino Buzzati furono accademici. Importante è stato anche l’apporto di Casa Artusi di Forlì. Va riconosciuto l’apporto importante dato dal governo attuale per il raggiungimento dello scopo . Si è trattato di riconoscere la storia della cucina italiana ricca di apporti regionali che hanno creato un’unità gastronomica che l’Artusi per primo ha realizzato , quasi come un novello Cavour della gastronomia. Una ricca tradizione che ha unito Nord e Sud, superando le vicende violente del brigantaggio meridionale in nome degli spaghetti. Per la Cucina è accaduto un po’ come con la lingua con Manzoni e De Amicis che con “Promessi sposi“ e “Cuore “ hanno reso unita la Patria italiana. Non è fuori luogo parlare di Patria italiana anche per una cucina amata in tutto il mondo e imitata e persino defraudata da volgari imitazioni che il riconoscimento UNESCO aiuterà a smascherare e combattere. Il solito Carlin Petrin ha limitato la portata dell’evento con la sua solita faziosità politica di vecchio comunista, parlando di meticciato e di osterie. Non merita una risposta . E’ il solito pauperismo che emerge anche tra le pentole . Non mi sono piaciuti neppure alcuni grandi chef che disertano le cucine per frequentare le televisioni. Attendo di leggere il grande Arrigo Cipriani, maestro davvero internazionale della cucina veneziana che lui, novello Marco Polo, ha portato nel mondo.

