Solo tu sei la cura per me”

Music Tales, la rubrica musicale 
“Non so più quante volte ti ho cercato
Per quegli occhi, per quegli occhi che fanno da luna
Non so più quante notti ti ho aspettato
Per finire a ingoiare tutta la paura
Di rimanere sola
In questa stanza buia
Solo tu sei la cura per me”
“La cura per me” di Giorgia: quando il rispetto per la musica dovrebbe venire prima di tutto
Il talento di Giorgia è, da sempre, una certezza. La sua voce, la sua sensibilità interpretativa, la sua capacità di rendere ogni canzone un’esperienza emotiva: tutto in lei parla di arte e di misura. Può piacere o non piacere, ma, indiscutibilmente, pratica un bel canto.
Nella nuova versione, “La cura per me”, Giorgia ha deciso di affidarsi anche alla voce di Blanco. E qui, inevitabilmente, qualcosa si incrina. Sin dai primi secondi, la voce di Blanco appare grezza, ineducata, quasi stonata rispetto alla purezza e all’equilibrio del brano originale. Si ha l’impressione che quella magia di grazia e raccoglimento che Giorgia e gli autori  avevano costruito venga bruscamente interrotta.
Mi dispiace scriverlo, perché non è mai bello demolire il lavoro di un artista, e soprattutto perché riconosco a Blanco una sua personalità e un suo linguaggio musicale. Ma ci sono canzoni che non si possono, o meglio, non si dovrebbero,  cantare in qualsiasi modo. Ci sono brani che chiedono rispetto, che richiedono una preparazione vocale, un ascolto interiore e una misura espressiva che non tutti possono (o vogliono) avere.
E lo dico da persona che, in molte occasioni, ha trovato nelle cover delle vere e proprie rivelazioni: interpretazioni che riuscivano addirittura a superare l’originale, donandogli nuova vita, nuove sfumature, nuova anima. Ma non è questo il caso. Non per me.  Qui, più che una rilettura, sembra esserci una forzatura: un contrasto che non arricchisce, ma disturba, e non poco.
Forse Giorgia ha voluto offrire un’occasione a un giovane artista per mostrare la propria sensibilità. Oppure, paradossalmente, ha voluto mettere ancora più in luce la differenza tra il talento costruito con gli anni e quello ancora acerbo sostenuto in modo esagerato e stucchevole da un autotune che perde il suo ruolo originario.
In ogni caso, il risultato  mi lascia l’amaro in bocca.
“La cura per me”, in qualunque versione, resta un inno alla delicatezza e all’amore incondizionato. Ma certe opere, forse, andrebbero custodite così come sono, senza bisogno di “aggiornamenti” che rischiano solo di impoverirle.
“Il problema non sono le cose fatte male, ma piuttosto l’abitudine di accettare come ben fatto ciò che è stato fatto male.”
CHIARA DE CARLO
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