Nella Galleria Nazionale dell’Umbria, dal 3 luglio
La scorsa estate il successo è andato a “Le tre età” di Gustav Klimt, opera che nelle sale della Galleria Nazionale dell’Umbria ha raccolto oltre 600.000 visitatori. Tra il 3 luglio e il 15 settembre prossimo, per la serie “Un capolavoro a Perugia”, arriverà dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino “Nu couché”, opera di Amedeo Modigliani datata tra il 1917 e il ’18 – confrontabile con “Il grande nudo” newyorkese e con il “Nudo sdraiato a braccia aperte” della collezione Mattioli di Milano, quegli stessi nudi che nella Parigi colpita dalla tragedia del primo conflitto fecero gridare allo scandalo, ovvero quando, nel giorno stesso dell’inaugurazione della mostra organizzata dal fedelissimo Léopold Zborowski, amico e mercante, e presente per tutto il mese di dicembre presso la galleria di Berthe Weill in rue Taitbout, nono arrondissement (Berthe, di origini alsaziane, raccoglieva i nomi illustri dell’arte di inizio secolo, Picasso e Matisse, Derain e Utrillo e Dufy, Diego Rivera e George Braque, Suzanne Valadon non ultima tra le pittrici ospitate, e morirà pressoché in miseria, dal momento che s’accontentava di guadagni di poco conto: lei che, immergendosi in un mondo tutto maschile, all’apertura nel 1901 della sua prima galleria d’arte in rue Massé 25, per nascondere la propria identità femminile, si era vista costretta a camuffare l’insegna della galleria come la carta intestata e gli inviti con l’acronimo puntato del proprio nome seguito dal cognome. In un’esplosione d’interesse certo ritardataria, in questi giorni il Montréal Museum of Fine Arts, in Canada, a lei “appassionata, schietta, visionaria”, rende omaggio con una grande mostra, mentre la parigina Orangerie lo seguirà a partire dall’8 ottobre), il commissariato di polizia del quartiere posto di fronte minacciò il sequestro delle opere – “offensive al pubblico pudore” – se non fossero state immediatamente ritirate. Parigi non nuova a censure simili, se si pensa, solo pochi decenni prima, all’ostracismo nei confronti dell’”Olympia” di Manet o altresì alle “Demoiselles au bord de la Seine” di Courbet, al Salon del 1857, scandalo e critiche negative perfettamente orchestrate. Oggi, un’occasione per avvicinarsi alla vita, alle relazioni e alla ricerca continua del maestro di origini livornesi, raccontate a partire da uno dei suoi più celebri capolavori.
L’opera di Modigliani, realizzata nell’appartamento parigino di rue Joseph Bara 3 che lo stesso Zborowski aveva affittato nel ’16 per venire incontro alle ristrettezze dell’artista e per far sì che potesse concentrarsi sul suo lavoro, ricorda altresì il periodo in cui, dopo gli esempi della sua formazione a Firenze e Venezia, non appena giunto nella capitale francese “accantonò” il nudo che gli ambienti dell’avanguardia e delle nuove correnti artistiche consideravano troppo “accademico”: lo riprenderà soltanto a seguito della serie delle “Cariatidi” e darà vita alla mostra di rue Taitbout, unica personale lui vivente. “In ‘Nu couché’ – illustra la scheda della Pinacoteca Agnelli – l’artista ritrae una modella semisdraiata su un sofà a mani giunte con le sue morbide linee definite da un segna scuro che separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante. Il nudo è rappresentato da Modigliani nella sua purezza attraverso una sensualità femminile che suggerisce anche controllo e sfida.”
La complessa esistenza del pittore (la salute malferma dell’infanzia che segnerà per sempre la sua esistenza, la ricerca di ambienti più salubri, la morte a trentasei anni all’ospedale della Carità, “peintre maudit” facile derivazione dal cognome per i francesi, amici e detrattori), “i grandi rifiuti e gli altrettanti successi, sarà raccontata attraverso un prezioso nucleo di otto opere, messe a confronto con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di comprendere come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.”
Elio Rabbione
Nell’immagine, “Nu couché” di Amedeo Modigliani (1917/1918), Coll. Permanente della Pinacoteca Agnelli, Torino.
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