Alluvione, la conta dei danni per avviare la ricostruzione

Nel pomeriggio del 1° maggio il presidente della Regione Alberto Cirio si è recato in visita nei paesi del Chivassese fortemente danneggiati dalle piogge del mese di aprile. Ad accompagnarlo l’assessore regionale  Maurizio Marrone.

La prima tappa è stata Cavagnolo per un incontro con i sindaci della zona, che gli hanno consegnato un progetto per realizzare una vasca di laminazione. «La macchina previsionale di Arpa ha funzionato e ha consentito di contenere i danni e intervenire subito dove serviva. Se è vero che i tanti lavori fatti dal 1994 in avanti sui grandi fiumi hanno garantito la tenuta dei corsi d’acqua principali, abbiamo riscontrato che i rii, alcuni dei quali in certi momenti dell’anno nemmeno ci sono, in caso di piogge così forti si ingrossano in maniera impressionante ed su questo aspetto che dobbiamo concentrare i nostri sforzi in futuro», ha dichiarato Cirio.
Il presidente ha poi ricordato che «la Regione ha messo da subito in campo i primi 5 milioni di euro che hanno consentito ai sindaci di firmare le ordinanze per poter eseguire e finanziare i lavori di somma urgenza. Già nella giornata del 17 aprile è stata avanzata al Governo la richiesta di stato di emergenza al governo e siamo stati rassicurati che verrà accolta. Nel Consiglio dei ministri del 18 aprile è stata messa a verbale questa richiesta e ora i tecnici del Dipartimento nazionale, della Regione e dei Comuni stanno completando il dossier».
Per quando riguarda la procedura di ristoro dei danni il presidente ha ricordato che bisogna raccogliere la documentazione relativa anche per quelli subiti dai privati, che sarà inserita nel dossier quando verrà concesso lo stato di emergenza ed ha affermato che «il fatto che l’evento si sia concentrato su un’area piccola, pur producendo danni importanti, ci conforta sulla possibilità di ricevere aiuti economici significativi».

Il presidente si è poi recato a Monteu da Po, nel Caseificio Pugliese di Lauriano, dove tutti si sono rimboccati le maniche per non interrompere il lavoro e garantire una rapida riattivazione anche a salvaguardia delle commesse internazionali, nell’Oasi degli animali di San Sebastiano Po, dove sono di norma ospitati circa 450 animali di molte specie diverse e si collabora con Asl e procure per ospitare quelli esito di sequestri, e a San Raffaele Cimena.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Sformatini di cavolfiore viola con salsa al parmigiano

Articolo Successivo

Settimana della Croce Rossa: i Comuni si tingono di rosso

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta