Gagliardi & Domke Contemporary, via Cervino 16, Torino
18-22 marzo 2025
A cura di Lucrezia Nardi
“Dialogues” è la seconda edizione della mostra collettiva degli artisti provenienti dalla community IAAD. selezionati attraverso un processo di open call interno all’Istituto. I sei artisti individuati esplorano il dialogo tra arte e design intorno al tema del rispetto attraverso installazioni, video, fotografia e sperimentazioni audiovisive.
La mostra è organizzata da IAAD. – Istituto d’Arte Applicata e Design in collaborazione con Gagliardi & Domke Contemporary e curata da Lucrezia Nardi.
Ogni anno viene scelto un valore chiave per stimolare la ricerca artistica. In questa edizione, il rispetto amplia il concetto di dialogo, invitando i partecipanti ad esplorare le dinamiche tra individuo, società e contesto. Inteso come attenzione per la diversità culturale, l’ambiente e le relazioni umane, il rispetto diventa il punto di partenza per un’indagine artistica che prende forma attraverso installazioni, video e fotografia. La mostra invita gli artisti emergenti provenienti dal mondo del design a sperimentare nuove forme espressive e a superare i confini disciplinari, immergendosi in un contesto artistico più ampio. Inoltre, questa edizione conferma il successo del percorso degli studenti IAAD., che hanno avviato carriere nel panorama artistico emergente, testimoniando la sinergia tra arte e design che la mostra Dialogues intende promuovere.
Davide Racca (AUTOMEDON, 2024) presenta un’installazione che esplora il conflitto interiore attraverso una serie di elaborati – video, performance, scultorei, cartacei – mettendo in scena un processo evolutivo di ribellione e trasformazione identitaria. Chiara Vivalda, con il progetto video a tre canali S0M3WH3R3 B3TW33N TH3 P4551NG 0F T1M3 (2024), realizzato in collaborazione con John Bringwolves, sovrappone immagini e suoni in un flusso poetico che riflette la fragilità del tempo e della memoria. Martina Leone, con A Body (2025), affronta il tema dell’auto-oggettificazione del corpo femminile, interrogando il sottile confine tra esposizione e protezione. Uno scatto della serie è presentato stampato su un tessuto le cui trasparenze si muovono come influenzate dal passaggio dei visitatori e delle altre opere in mostra: come la società influenza la percezione del suo corpo, l’allestimento è eco di un processo intimo e personale. Debora Borsetta, con il progetto video Trauma come forma d’arte (2025), racconta le storie di due donne, restituendo il loro dolore in una narrazione visiva che dà voce a ciò che le parole spesso non riescono a dire. Attraverso un processo collettivo e simbolico, il trauma si trasforma in un linguaggio artistico condiviso. Beatrice Siviero, con la serie fotografica Sotto la superficie (2025), esplora l’inquietante equilibrio tra innocenza e violenza, costruendo immagini potenti e disturbanti che mettono in discussione la vulnerabilità infantile di fronte alla brutalità del mondo. Vanessa Dagostino, con (Non) lo merito (2025), indaga la depressione attraverso un racconto audiovisivo frammentato, in cui il contrasto tra immagini e pensieri limitanti riflette la natura caotica dell’esperienza interiore, aprendo un dialogo sulla condizione psicologica e sul senso di indegnità.
La mostra è stata costruita attraverso un processo di selezione supportato da una giuria composta da Alessandro Colombo (direttore generale AD Education Italia), Marco Rainò (direttore artistico IAAD.) e Pietro Gagliardi (direttore di Gagliardi & Domke Contemporary).
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE