“Surrealismo e Surrealismi” … I “Surfanta” a Torino

In mostra nelle Sale del “Collegio San Giuseppe” di Torino, opere di artisti attivi sotto la Mole nel secondo dopoguerra fra “Surrealismo e dintorni”

Fino all’8 marzo

Una settantina le opere in mostra. E circa quaranta gli artisti coinvolti. All’ingresso nella prima delle Sale espositive del “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, a Torino, (dove la rassegna sarà ospitata fino al prossimo sabato 8 marzo) ci osserva con aria aristocratica e uno sguardo velatamente altezzoso e vagamente indagatorio un magnifico “Ritratto di signora” a firma di Raffaele Pontecorvo (Roma, 1913 – Torino, 1983), fra i più illustri artisti italiani, operanti nell’arco del secondo dopoguerra, esteta raffinato nell’uso dei colori e nella più accademica rinascimentale perfezione del segno. Quella sua “signora” ci osserva.

Un ciuffo di capelli biondi, occhi leggermente socchiusi, il collo alla “Modì” che (attenzione!) poggia però su una molla rotante necessaria a comporne appieno le fattezze. Insomma… una delle tante sue eccentriche “donne-manichino”. E qui, s’interrompe il terreno innamoramento, entrando invece negli spazi altrettanto suggestivi del fantastico, di un prezioso “oltre-reale”, che fa dell’artista uno dei principali attori di quel “surrealismo subalpino”, passato alla storia come “Movimento dei Surfanta”, capitanato alla grande dal “Papa Nero” (soprannome forse esagerato!) Lorenzo Alessandri (Torino, 1927 – Giaveno, 2000). E’ lui, il fondatore del Movimento a Torino, nel ’64, con tanto di “Manifesto”, alla pari di quanto successo a Parigi, per opera di André Breton, con quel “Surrealismo” (cent’anni da poco compiuti accanto ai sessanta dei nostri “Surfanta”) in cui, dal ’24, si mossero a larghe bracciate artisti quali Mirò, Ernst, Magritte e, naturalmente, l’“inarrivabile” (?) Salvador Dalì – “il surrealismo sono io”.

Accanto alla rossa “da incubo” “Bambola diavola”, a firma di Alessandri troviamo in mostra anche un terrifico (stralunati musicisti zombie“Ite Missa est” realizzato, con il pensiero rivolto ben bene al fiammingo Bosch, in quella sua “Soffitta Macabra” in “Cit Turin”, luogo di studio e ritrovo di molti artisti in qualche modo legati all’occulto e al gusto dell’esoterico. “Io i mostri non li creo – scriveva Alessandri – perché i mostri  ci sono già e sono intorno a noi, molti mostri siamo noi stessi”. Pensiero di certo condiviso da Enrico Colombotto Rosso (Torino, 1925 – Casale Monferrato, 2013) con la sua “Figura” – monstrum uscita dalla “Corte dei miracoli”, per dirla con Testori, così essenziale e di inquietante “diversa” visionarietà da viaggiare su pianeti del tutto opposti rispetto alla sontuosa preziosità  e al decorativismo di certi suoi “Costumi teatrali” o di quel suo “Pesce fantastico”, in cui l’atto di ferocia pare annullarsi in una sorta di brillantezza della forma simile ad un raro e ricco monile.

“Il Movimento dei ‘Surfanta’ – sottolinea Francesco De Caria, insieme a Donatella Taverna e ad Alfredo Centra, curatore della mostra che gode anche della collaborazione dello storico Stefano Morabito e della torinese ‘Sguazzi d’Arte’ – è rappresentato in rassegna attraverso un ‘Focus espositivo’ compreso fra i decenni Sessanta e Ottanta, con risvolti proseguiti e ben rintracciabili nei decenni successivi, e con precedenti importanti che vanno indietro fino ai pittori fiamminghi, a Bosch in particolare e all’opera di Italo Cremona”. Di quest’ultimo (nato a Cozzo-Pavia nel 1905 e scomparso a Torino, nel 1979) citiamo, un’ironica, pur se tristemente decadente e raccogliticcia “Giuria femminile”, dove i volti delle “giurate” assumono (chissà perché?) l’inesistente consistenza di un rilassato “canovaccio” pari al celebre “Enigma dell’ora” di De Chirico o alla “Persistenza della memoria” di Dalì. Presenti in mostra e di grande fascino anche i celebri “Volatari” e il “Rinoceronte figliato” di Silvano Gilardi (Torino, 1933 – 2021), in arte Abacuc (pseudonimo preso a prestito dal profeta vissuto sei secoli avanti Cristo, ottavo dei 12 Profeti minori), “quasi a voler sottolineare le caratteristiche visionarie e profetiche dell’Arte”.

E l’iter prosegue. Impossibile citare tutti gli artisti presenti in mostra. Ricordiamo ancora, accanto a Lamberto Camerini, fedele allievo di Pontecorvo, lo “Spazzacappa” di Guido De Bonis insieme al misterioso “All’ombra delle betulle” di Giovanni Macciotta e allo scultoreo (art brut“Concertino” di Mario Molinari, con le plastiche, incredibili e giocose “metamorfosi” di Mario Giani, in arte Clizia. Per finire con Sergio Albano (e il suo candido “mafioso” assopito in poltrona), il geometrico trionfo de “La donna montagna” di Michele Tomalino Serra, seguita dagli enigmi dell’“Albertina” e de “Il bambolaio” (con quelle incredibili “bambole siamesi” (?), fonte di non poco e oscuro stupore) di Giuseppe Attini. Altri nomi mancano in un panorama d’arte messo insieme con generosità, grande competenza ed impegno. Tutto da vedere. In una mostra davvero tanto bella, da apparire “surreale”!

“Surrealismo e Surrealismi a Torino”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino all’8 marzo

Orari: lun. – ven. 10,30/12 e 15,30/18; sab. 10,30/12

Gianni Milani

Nelle foto: Raffaele Pontecorvo “Ritratto di Signora”; Lorenzo Alessandri “Ite missa est”; Enrico Colombotto Rosso “Bambola mostro”; Abacuc “Rinoceronte figliato”; Italo Cremona “Giuria femminile”

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