Capodanno Anni ‘70, ritorno a piedi da Cavoretto a Barriera

Nel 191 avanti cristo Roma si inventò il capodanno. Dunque, ad occhio e croce sono passati più di 2mila e duecento anni. Decisamente una festa pagana. Feste propiziatorie. Con la continua speranza di anni migliori di quelli passati. Ma dopo 2mila e 200 anni le cose sono notevolmente cambiate. E direi proprio in peggio.
Si festeggiava addirittura durante le 2 guerre mondiali sul fronte, soldati che speravano nella fine della guerra. Ora… mi pare che violenza, omicidi, disperazione e conflitti  non finiscano mai. Ogni giorno ce n’è una. Dai femminicidi a bande di giovani adolescenti violenti ed ignoranti. Dalla guerra in Ucraina che tra un po’ sarà di tre anni e la Palestina e oramai quasi tutto il medio oriente. Follie allo stato puro. E più leggi cercando di capire e più non riesci a fartene una ragione. Appunto, scusate se tediosamente mi ripeto, ci si rifugia nel ricordo.  Non che con i miei genitori si usasse tanto festeggiare questa ricorrenza. Sicuramente questioni di abitudini. Dunque dovetti arrangiarmi da solo.
Il primo  nel 72.  Con quattro amici del Basket all’oratorio Monterosa in ristorante a Cavoretto. Quello all’angolo sulla piazzetta. Cucina così così e un vino scadentissimo tanto noi non bevevamo. Il ritorno a casa a piedi.  Proprio così. Da Cavoretto in Barriera di Milano. Che senso di libertà. Per la prima volta mi sentivo grande.  L’anno successivo ai Giardini di via Mercadante angolo via Monterosa. Mangiammo tutti a casa e poi in tre o quattro alle 23,30 ci trovammo. Quattro chiacchiere, aspettando le 24. Qualche mortaretto, spumante scadente con il panettone ancor più scadente e all’una tutti a nanna, ma si capiva che stavamo crescendo. Ma fu nel 1974 l’anno clou. Da lì a 5 mesi sarei diventato maggiorenne. Mica noccioline.
Ancora non lo sapevo ma il 1975 avrei per la prima volta votato. Anche qui non sono solo noccioline. Partimmo per la montagna il 27 dicembre.  Valli di Lanzo. Treno fino a Germagnano e poi corriera fino alla frazione di Mezzenile e scarpinata di mezz’ora per raggiungere la piccola baita di proprietà dei genitori di Umberto. Ci conoscevamo dalle elementari. Ora grazie ai social ho saputo che è andato in pensione. Serena la sua compagna di allora. Anche lei dopo decenni al sindacato ora in pensione. Letizia la creativa del gruppo diplomata al liceo artistico. Insegnante ed anche lei in pensione.  Mamma mia che freddo. Subito lA stufa a palla ed ogni 5 minuti un ciocco da ardere. Tanto freddo ma tanta ma tanta felicità. Da quelle parti il padre di Umberto aveva fatto il partigiano e noi… in fondo sentivamo ancora l’alito  di quegli epici anni.
Si dormiva abbracciati un  po’ per amore e un po’ per il freddo.  Ma che ci importava: avevamo il mondo in mano. Come diceva Russel se a vent’anni non sei comunista sei senza cuore. Se a quarant’anni lo sei ancora sei senza cervello. Ma la seconda parte non la conoscevamo ancora. Ci sono ricordi dove non c’è né rimpianto né rimorso ma solo incondizionata fiducia verso il futuro.
Gli ultimi giorni  di quel dicembre 1974 erano tutto ciò. E dopo cinquanta anni esatti lo sono ancora. Il 31 arrivarono compagne e compagni giovani comunisti della 35 sezione.
Mitica sezione di Barriera di Milano. In via Baltea davanti al mercato di piazza Foroni. Fu tra i più bei capodanni della mia vita.
Forse non abbiamo ottenuto tanto ma almeno ci abbiamo provato. E per l’appunto non è cosa da poco. Almeno nell’averci tentato, nel voler cambiare le cose. Viceversa avremmo avuto solo rimorsi. Bene, siamo alla sgoccioli di questo 2024. Ed auguri ma non a tutti. Auguri a chi se li merita… e sono pochi tra i politici che se li meritano. Non se li meritano i violenti , non se li meritano i razzisti e sovranisti. Non se li meritano gli scafisti venditori di morte a pagamento. Noi nel 2025 continueremo a dire ciò che pensiamo, quello che vorremmo essere e quello che siamo diventati. Un nostro personale contributo per un nocciolo di felicità in un Mondo sempre più infelice. Ed anche ciò non mi pare cosa da poco.
PATRIZIO TOSETTO
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