Un protocollo d’intesa per la giustizia riparativa

Promuovere la giustizia riparativa, il sostegno alle vittime e la prevenzione della devianza minorile: sono le finalità del protocollo d’intesa “Ricominciamo”, frutto della collaborazione tra la Città di Torino e il corpo di Polizia Locale, la Procura per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta e l’associazione ASAI, che è stato rinnovato  a Palazzo Civico.

“Il documento che firmiamo oggi – dichiara la Vicesindaca Michela Favaro – si inserisce nel più ampio impegno di questa amministrazione nella costruzione di una città più inclusiva e sicura, soprattutto per i più giovani. È fondamentale creare le condizioni affinché si possa educare alla legalità e offrire a ragazze e ragazzi percorsi di prevenzione alla devianza e supporto concreto. Come amministrazione continueremo a investire in progetti come questo, che accomunano educazione alla legalità e inclusione sociale”.

Il protocollo si propone di consolidare e ampliare attività già avviate nel tempo con successo. “Già dal 2009 – sottolinea la Procuratrice Emma Avezzù – abbiamo sperimentato l’attuazione di un protocollo a forte connotazione educativa per i minori resisi autori di reato, incardinato nella fase delle indagini preliminari. La creazione di una rete, che ha visto e vede tuttora coinvolti soggetti pubblici e del privato sociale, ha inteso cogliere l’esigenza di accompagnare il minore verso un percorso che considera il reato non come una semplice violazione di una norma di legge, soggetta a pena, ma come un’opportunità per riflettere sul disvalore dei propri agiti avendo la possibilità di riparare al danno arrecato e così recuperare una nuova dimensione identitaria di sé. I numerosi casi trattati in questi anni e gli ottimi risultati raggiunti ci vedono antesignani nell’applicazione di quella giustizia riparativa che viene richiamata dalla riforma Cartabia e ci portano a formalizzare oggi questo sodalizio virtuoso tra istituzioni, un agire condiviso di una comunità educante”.

“Tra la Procura della Repubblica del Tribunale per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta e la Polizia Locale di Torino – aggiunge l’assessore alla Sicurezza e Polizia Locale Marco Porcedda – esiste da tempo una proficua collaborazione in diversi ambiti tra attività investigativa, inadempienza scolastica, progetti di educazione alla legalità nelle scuole, controllo e monitoraggio di aggregazioni giovanili. Attraverso le numerose attività che il Corpo mette in campo, anche con il Nucleo di Prossimità, sappiamo quanto l’attività di educazione possa essere fondamentale nella prevenzione dei reati e nel promuovere educazione alla legalità e responsabilità individuale tra i più giovani”.

Una collaborazione, quella tra Procura dei Minori e Polizia Locale, cui si aggiunge la consolidata esperienza dell’associazione ASAI nei progetti educativi. “Come associazione – spiega il presidente di ASAI Francesco Caligaris – crediamo moltissimo nella giustizia riparativa e siamo grati alle istituzioni, alla Procura e alla Polizia Locale, per il rinnovo di questa significativa collaborazione. Il contributo che possiamo dare, grazie ai volontari di ASAI e agli educatori della cooperativa Terremondo, è sintetizzabile in due parole: sguardo e comunità. Offriamo uno sguardo, in quanto i minori (autori di reato o vittime) sono visti dai tutor, anche nelle loro emozioni, capacità e possibilità future, e sono aiutati a vedersi in modo nuovo. E offriamo una comunità, educante e accogliente, in cui i minori possano trovare un punto di riferimento e portare un valore positivo facendo qualcosa di concreto. Riteniamo insomma che i percorsi con approccio riparativo dischiudano grandi opportunità, sia per le ragazze e i ragazzi coinvolti sia per le famiglie, la scuola e l’intera società”.

L’obiettivo comune è quello di individuare minori che si siano resi responsabili di reati per accompagnarli in un percorso di educazione alla legalità e coinvolgerli in attività riparatorie in ambito sociale. Il protocollo si fonda su due pilastri principali, la giustizia riparativa e la ricomposizione sociale, definendo percorsi che mettono al centro il dialogo tra l’autore del reato, la vittima e la comunità, offrendo alle parti coinvolte l’opportunità di ricostruire le relazioni compromesse e favorendo un processo di responsabilizzazione e consapevolezza. Strumenti e percorsi saranno finalizzati a responsabilizzare i giovani autori di reati attraverso attività riparatorie a beneficio delle vittime e della collettività, offrire supporto alle vittime aiutandole nell’elaborazione del vissuto, promuovere la prevenzione della recidiva lavorando sul reinserimento sociale dei minori e sulla ricostruzione del tessuto comunitario, diffondere una cultura della legalità e del rispetto delle regole attraverso percorsi educativi nelle scuole e campagne di sensibilizzazione rivolte a studenti, famiglie e insegnanti. Le attività di riparazione includono laboratori di artistici (teatro, musica, giocoleria…), animazione con bambini, accompagnamento allo studio di altri minori, cura di spazi pubblici, accudimento di persone o animali, costruite in base alle specificità di ogni caso, con il supporto di educatori durante tutto il percorso di riparazione e reinserimento. La fase della ricomposizione prevede invece uno o più incontri di preparazione separata di autori e vittime del reato partecipanti al percorso, coinvolgendo anche familiari o insegnanti coinvolti nella vicenda se il fatto è accaduto a scuola, offrendo loro l’opportunità di parlare e raccontare il proprio vissuto in relazione alla vicenda e al percorso di riparazione.

Il protocollo, valido fino al 31 dicembre 2026, potrà essere rinnovato per successivi periodi di due anni.

CS

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