Primi interventi di rimozione di una patologia benigna delle ghiandole paratiroidi in due donne di età avanzata (75 e 79 anni), con importanti patologie cardio-vascolari correlate, condotti in ipnoanestesia.
Presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino sono stati portati a termine, con tecnica chirurgica tradizionale mini-invasiva con incisioni al collo di minima entità (2,5-3 cm), due interventi di asportazione di tumori benigni delle paratiroidi con l’impiego di una tecnica anestesiologica innovativa, associando l’ipnosi all’anestesia locale, quale alternativa all’anestesia generale. Questo approccio anestesiologico, già in uso in altri Paesi europei per interventi chirurgici complessi ed in altre discipline mediche diverse dalla chirurgia, presuppone un lavoro di “équipe”, che coinvolge il chirurgo, l’anestesista e l’ipnologo per un’accurata selezione del paziente.
Dal punto di vista chirurgico, il chirurgo conduce l’intervento rispetto ad un paziente in anestesia generale senza variare modalità e tempi operatori, sempre comunque improntati alla massima delicatezza. Per quanto riguarda l’aspetto anestesiologico, l’impiego dell’ipnosi, soprattutto in pazienti con altre patologie correlate ad alto rischio anestesiologico, rappresenta una valida alternativa all’anestesia generale, riducendo l’impiego di farmaci “invasivi”, riducendo lo stress emotivo, modulando la percezione del dolore e garantendo un migliore e più rapido recupero postoperatorio con una riduzione dei tempi di ricovero, ma soprattutto la mancanza della percezione dell’atto chirurgico.
L’équipe era composta dal dottor Maurizio Bossotti (responsabile della Chirurgia tiroidea-paratiroidea del Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica della Città della Salute di Torino, diretto dal professor Mario Morino) affiancato dal dottor Pietro Soardo e dalla dottoressa Valentina Palazzo, specializzanda in Chirurgia Generale ed ipnologa, coadiuvata dagli anestesisti del gruppo del dottor Roberto Balagna.
Si tratta di una nuova frontiera per garantire ai pazienti un sempre minor trauma chirurgico.
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