Il conflitto frena le esportazioni del Piemonte nei Paesi arabi: perso il 7,6% rispetto al 2023

L’instabilità politica che agita il Medio Oriente, da qualche mese sta rallentando la vendita dei prodotti piemontesi verso un’ampia area di Paesi arabi o confinanti in quella zona.

Dal Piemonte partono beni e servizi per 2,6miliardi di euro, equivalenti a 2,09% del valore aggiunto regionale prodotto, verso gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita, Israele, Qatar, Kuwait oltre ad altri 12 nazioni. Oltre ai prodotti della raffinazione, ci sono alimentari e bevande, moda e design, lapidei e arredamento, sistemi informatici e digitali, macchinari e impianti i prodotti più venduti molto richiesti per la loro qualità e originalità.

Sono questi i dati rilasciati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese che ha analizzato l’export piemontese nel mercato del Medio Oriente nel 2023 e 2024, su fonte Istat.

Per quanto riguarda l’esposizione dell’export alla crisi, in testa ci sono la Toscana le cui esportazioni di made in Italy in Medio Oriente rappresentano il 2,95% del valore aggiunto regionale ed ammontano a 3,1 miliardi di euro, pari al 12,6% delle vendite italiane nell’area. Superano inoltre l’esposizione media nazionale, il Piemonte con il 2,09% (2,6 miliardi di vendite, pari al 10,4%), l’Emilia-Romagna con il 2,07% (3,1 miliardi di vendite, pari al 12,5% del totale vendite italiane nell’area), il Veneto con il 2,02% (3,0 miliardi di vendite, pari al 12,2%), la Lombardia con l’1,91% (prima regione esportatrice nell’area con 7,1 miliardi di vendite e una quota di 28,5%) ed il Friuli-Venezia Giulia con l’1,77% (645 milioni di euro di vendite, pari al 2,6%).

“Le notizie che arrivano dal Medio Oriente, dalla sponda sud del Mediterraneo sono molto preoccupanti, ci auguriamo che la diplomazia, anche economica, stia intervenendo per risolvere queste situazioni –commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– in ogni caso questa crisi sta penalizzando sia i sistemi del made in Piemonte e made in Italy, sia l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura, aggravando la frenata del commercio”.

“Gli effetti di tale situazione, evidenti anche sul nostro territorio, rischiano di provocare pesanti conseguenze sulla crescita economica –sottolinea Felici– per questo l’appello che abbiamo già lanciato a livello nazionale è quello che è indispensabile mettere in campo tutte le misure, a cominciare dall’attuazione del Pnrr, per alimentare la fiducia e scongiurare il rischio di una frenata del ciclo espansivo dell’occupazione”.

“Se la situazione non si stabilizza rapidamente –conclude Felici– c’è il rischio concreto che le esportazioni subiscano un forte rallentamento, con ripercussioni non solo sulle imprese esportatrici, ma anche sull’economia regionale nel suo complesso. In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni locali e nazionali intervengano, adottando misure a sostegno delle imprese, per mantenere aperti i canali commerciali e mitigare i potenziali effetti negativi”.

Il Piemonte crolla nella “dinamica” delle esportazioni: il raffronto tra il primo semestre 2024 e l’analogo periodo del 2023 segna un -7,6%, (era al +2,2%).

livello nazionale il settore di esportazione più rilevante è quello dei macchinari e impianti con il 25,3% dell’export verso il Medio Oriente, seguito da altre manifatture – che comprendono i mobili, la gioielleria e l’occhialeria – con il 12,5%, moda con il 9,2%, mezzi trasporto con l’8,8%, metallurgia e metalli con il 7,7%, alimentare e bevande con il 7,2% e apparecchiature elettriche con il 7,0%.

L’analisi per Paese evidenzia che il primo mercato del Medio Oriente è quello degli Emirati Arabi Uniti con il 26,8% dell’export del 2023 nell’area, seguiti da Arabia Saudita con 19,4%, Israele con 13,4%, Qatar con 10,7%, Kuwait con 9,0%. Seguono Libano (4,5%), Iraq (3,6%), Giordania (2,5%), Repubblica islamica dell’Iran (2,4%), Oman (1,7%), Azerbaigian (1,5%), Georgia (1,5%), Armenia (1,3%), Bahrein (1,1%), Yemen (0,3%), Siria (0,2%) e Territorio palestinese occupato con 45 milioni (0,2%).

In chiave dinamica, tra i maggiori mercati del Medio Oriente si registra una crescita dell’export verso Arabia Saudita (+23,5%) ed Emirati Arabi Uniti (+21,8% nei primi sei mesi del 2024), mentre sono in flessione le vendite del made in Italy in Qatar (-41,6%), Kuwait (-17,7%) e Israele (-10,0%).

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