Sanità pubblica, la preoccupazione dei torinesi: insufficiente a coprire le esigenze ma per oltre la metà resta centrale

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Aumenta il numero dei torinesi per cui la sanità pubblica, da sola, non è più sufficiente per le proprie esigenze di salute: erano il 50% l’anno scorso, ora sono il 63%. Lo dice la nuova ricerca di UniSalute e Nomisma, sulla base delle risposte di un campione di cittadini torinesi sulla loro percezione del Servizio Sanitario Nazionale

Come la giri, la giri, i cittadini torinesi percepiscono il Servizio Sanitario Nazionale come sempre più distante dalle loro esigenze. Lo rivelano i dati della nuova ricerca di UniSalute e Nomisma che ha interpellato un campione di cittadini per analizzare il loro rapporto e il grado di fiducia nei confronti della sanità pubblica.
Per l’88% i tempi di attesa si sono allungati rispetto a prima della pandemia, il 78% ritiene ci siano pochi medici e infermieri.
Per due su tre il servizio sanitario pubblico non è più sufficiente
In Particolare, dalla rilevazione è emerso come quasi due torinesi su tre (63%) pensino che il SSN – allo stato attuale – non sia più sufficiente per i loro bisogni sanitari e di cura. Il dato è in aumento rispetto all’anno scorso, quando solo la metà (50%) aveva dichiarato di ritenere la sanità pubblica non più adeguata a coprire tutte le proprie esigenze. Significativo anche il calo della percentuale di torinesi che si dicono soddisfatti delle cure ricevute nel pubblico, scesa al 41% rispetto al 56% del 2023.
Ma resta la fiducia nella sanità pubblica
Nonostante ciò, i cittadini torinesi sono consapevoli del ruolo centrale del SSN nel sistema di welfare del Paese, con il 51% che dice di avere comunque ancora fiducia nella sanità pubblica, e oltre uno su tre (38%) che continua a ritenerla una delle migliori al mondo. Rispetto al periodo pre-pandemia Covid-19, un intervistato su sei (17%) nota un maggior ricorso nel pubblico ai servizi di telemedicina e teleconsulto: un sostegno da parte della tecnologia che viene visto con favore, tanto che il 66% vorrebbe un maggior uso di soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza.
La nota dolente i tempi d’attesa
I tempi di erogazione delle prestazioni restano il problema principale riscontrato dagli intervistati, con l’88% che li considera eccessivi. L’85% del campione, inoltre, ritiene che rispetto a 5 anni fa i tempi di attesa si siano allungati, e di conseguenza puntare a ridurli (71%) e fornire maggiori disponibilità di date e orari (46%) sono i due aspetti più importanti su cui intervenire per migliorare il SSN.
Percezione diffusa che manchi personale sanitario
Ovviamente, queste criticità sono collegate anche alla carenza di personale sanitario, con medici e infermieri sempre più spesso costretti a sopportare carichi di lavoro estenuanti. Un problema che non sfugge ai torinesi: quattro su cinque (78%), infatti, sostengono che il numero di medici e infermieri in forze al Servizio sanitario nazionale sia inadeguato rispetto alle esigenze dei cittadini.
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