Ruffino e Bartoli: Prima di costruire un nuovo carcere rendere dignitoso l’attuale e assumere personale”

IN VISITA AL ‘LORUSSO E CUTUGNO’ DI TORINO

Ieri mattina, martedì 3 settembre, la deputata di Azione, Daniela Ruffino e il consigliere regionale Sergio Bartoli della Lista Cirio hanno visitato i padiglioni delle “Vallette”, il carcere Lorusso e Cutugno di Torino.

“Le problematiche del carcere torinese che riguardano il personale carcerario e le condizioni dei detenuti – commentano Ruffino e Bartoli – rispecchiano le difficoltà del sistema penitenziario nazionale. Da più parti si chiede la realizzazione di nuove carceri: intanto, però, è urgente ristrutturare adeguatamente l’esistente, renderlo vivibile. Il carcere di Torino dispone di ampi spazi che andrebbero rivisti e dedicati a nuovo uso, così come invece contiene aree anguste, docce insufficienti con carenza di acqua calda. Lo spazio per l’ora d’aria è un cortile troppo piccolo e bollente d’estate”.

“La funzione sociale e il percorso riabilitativo che il carcere dovrebbe offrire ai detenuti, molti dei quali chiedono di lavorare e di rendersi utili all’interno dell’istituto, sono esigenze indifferibili: anche il mondo del carcere è cambiato, così come le necessità di chi vi è ospitato, detenuti e personale, ci vuole una contaminazione sociale positiva tra persone”, osservano i due esponenti istituzionali.

“Nel carcere torinese – proseguono – ci sono punte di diamante come l’azienda interna che è in grado di occupare purtroppo solo un certo numero di persone piuttosto che il polo universitario. Quindi servono più opportunità anche dal punto di vista della formazione”.

“Tra le note dolenti – affermano Ruffino e Bartoli – qualche numero: i circa 500 detenuti oltre il numero previsto, che sovraffollano il carcere, a fronte di 612 agenti, oltre ai 96 per servizi esterni, senza contare i giorni di ferie e malattia. Inoltre circa il 70 per cento dei detenuti è in carcere per reati minori. Impossibile pensare a un reinserimento nella società, mancano gli educatori: gli stessi psicologi che iniziano un percorso con i detenuti, dopo un certo periodo non vengono rinnovati, interrompendo così un delicato iter che ha la continuità come prerogativa. Delicata la situazione nel reparto dei giovani detenuti, fino all’età di 25 anni, molti in carcere per reati di droga, che necessiterebbero di una maggiore assistenza”.

“Se le condizioni di vivibilità della struttura non verranno adeguate – evidenziano Ruffino e Bartoli -ogni percorso virtuoso verra’ bloccato ed aumenteranno le percentuali di recidiva. Le numerose successioni di direttori, la burocrazia, la carenza di personale educativo e di polizia penitenziaria, sono dunque ostacoli che vanno superati con l’intervento urgente delle istituzioni e con una continua sensibilizzazione dell’opinione pubblica”.

“Il DL Carceri ha fatto suo un mio ordine del giorno per nuove assunzioni di personale – aggiunge Ruffino – pertanto auspico che l’esecutivo agisca di conseguenza per dare un contributo all’assoluzione di problemi ormai annosi che riguardano tutte le carceri del Paese”.

“Per quanto riguarda la Regione – conclude Bartoli – ritengo che la significativa attività del Garante regionale e dei garanti delle diverse realtà territoriali vada supportata in ogni modo per dare risposte positive alla popolazione e al personale carcerario”.

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