Il Torino Club “Giorgio Ferrini” di Giovanni Rosso

Cronistoria di un casalese appassionato di calcio dotato di visionario parallelismo tra personaggi di diverse epoche che, incontrandosi in una realtà quotidiana, hanno trasformato la sua esistenza in testamento sportivo. 
La mitica grinta del capitano per eccellenza Giorgio Ferrini, vecchio cuore granata e indomito combattente simbolo dei tifosi del Torino scomparso nel 1976 che ha incarnato tutte le caratteristiche che quella maglia rappresenta, ha scatenato in Giovanni Rosso la scintilla che ha permesso di creare il Torino Club “Giorgio Ferrini”, fondato a Casale Monferrato nel 1977. Il club casalese è stato riconosciuto ufficialmente nel 1978 e per l’occasione il presidente Giovanni Rosso fu ricevuto nella tribuna d’onore dello stadio comunale dal presidente del Torino F.C. Orfeo Pianelli che gli consegnò il Gran Cordone Granata, importante riconoscimento per la fede sportiva e l’attaccamento ai colori granata registrato sul mensile ufficiale “Alè Toro” nel gennaio dello stesso anno. Giovanni Rosso istituì il premio della combattività, consistente in un trofeo annuale simboleggiato dal leone d’argento che caratterizzava la proverbiale grinta di capitan Ferrini. Il premio fu assegnato al miglior giocatore della stagione durante i pranzi svoltisi nel Ristorante del Castello di Cereseto proprietà del cavalier Luigi Antonioli, grande tifoso del Toro e sbigottito spettatore.
L’assegnazione del primo trofeo a Claudio Sala coincise con il riconoscimento del club nella storica stagione del 1978 a cui partecipò anche l’omonimo Patrizio Sala. Nel 1979 il trofeo fu assegnato a Paolino Pulici, accompagnato dai colleghi Terraneo, Vullo, Santin e Danova. L’anno successivo l’ambito premio andò a Roberto Salvadori, giunto a Cereseto con Pileggi, Volpati, mister Rabitti e con il vice presidente del Torino F.C. Salvadore Aldo. Al pranzo partecipò Secondo Perona, responsabile del Torino Club “Alberto Pavese”, uomo positivo e pittoresco dal cuore granata che aveva aperto a Torino in via Palestrina il primo negozio di gadget sportivi, prodotti ufficiali del Torino F.C. impiegati come strumenti di marketing strategico. Sempre nel 1980, Giovanni Rosso fu nominato cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal presidente Sandro Pertini.
Dal 1981 al 1984 altri giocatori del nuovo corso furono insigniti dello speciale trofeo annuale partecipando con altri colleghi di squadra al pranzo di Cereseto, nell’ordine Luigi Danova (con Mariani, Cuttone e Copparoni), Renato Zaccarelli (con Dossena e Bonesso), Giuseppe Dossena (con Ferri ed Hernandez) e Paolo Beruatto (con Selvaggi). Nel 1985 Giovanni Rosso, con un’idea geniale, fu il primo presidente dei club granata italiani a consegnare direttamente sul campo il trofeo durante la partita Torino-Pisa a Leovigildo Junior, il giocatore che più si accostava al temperamento del mitico Ferrini. L’anno successivo, il presidente Rosso premiò mister Gigi Radice prima della partita Torino-Fiorentina e in rappresentanza della società granata partecipò Bruno Broggia, responsabile dei club granata esterni. La premiazione del 1987 a Giacomo Ferri fu effettuata a Torino nella sede storica granata di corso Vittorio Emanuele. Per il primo decennale di presidenza, a Giovanni Rosso fu assegnato il premio “Fedeltà Granata” a Monteforte d’Alpone (Verona) e il sodalizio casalese fu definito il club granata esterno più numeroso d’Italia da Gian Mauro Borsano, presidente del Torino F.C. dal 1989 al 1993. Le premiazioni ritornarono a Cereseto nel 1989 assegnando il trofeo a Sergio Vatta, allenatore del Torino F.C. in quella stagione e dal 1973 al 1975 della JuniorCasale.
Vatta fu denominato il mago delle squadre giovanili granata scopritore di Vieri, Cravero, Dino Baggio e Gianluigi Lentini, quest’ultimo premiato nello stessa giornata a Cereseto unitamente a Sauro Tomà (1925-2018), il terzino ultimo rappresentante del Grande Torino degli anni ’40 arrivato al Toro nel 1947 per la tournée in Brasile in sostituzione di Virginio Maroso. Un infortunio al ginocchio gli permise di non salire sull’aereo che si schiantò nell’evento drammatico di Superga dopo l’amichevole di Lisbona del 1949. Tomà pubblicò a Bari nel 1955 “Me Grand Turin”, storia della squadra di calcio più forte del mondo ed era soprannominato “2 metri e 70” a causa dei suoi deboli rilanci dalla propria area di gioco non superiori ai tre metri. Nel 1991 il presidente Rosso ebbe l’intuizione di creare il gemellaggio con i tifosi ultras viola in occasione della partita Torino-Fiorentina, scambiandosi le sciarpe ed entrando insieme per assistere all’incontro allo scopo di riflettere sulle tensioni e violenze negli stadi dell’epoca. Il club di Rosso fu anche ospitato nel centro sportivo nazionale di Coverciano, accompagnato dal casalese Sergio Castelletti membro dello staff azzurro ed ex difensore del Casale, Torino, Fiorentina e dell’Italia. Da ricordare che nel primo torneo internazionale giovanile Umberto Caligaris a otto squadre (4 italiane e 4 straniere) del 1957 a Casale Monferrato, parteciparono Giorgio Ferrini e lo stesso Sergio Castelletti. La finale fu disputata tra Torino e Lanerossi Vicenza, vinta da quest’ultima squadra per sorteggio.
La tradizionale premiazione al ristorante di Cereseto riprese nel 2008 e il trofeo fu assegnato al fantasista Alessandro Rosina, alla presenza del direttore sportivo del Torino F.C. Fabio Lupo. Durante i festeggiamenti dedicati anche ai 30 anni di attività del club casalese, fu donato al presidente del Museo Storico Grande Torino Domenico Beccaria un filmato ritrovato nell’archivio del cinema casalese Vittoria gestito da Giovanni Rosso, reperto storico più antico della squadra granata. La pellicola in 16 mm. documenta l’incontro di calcio Casale-Torino del 27-1-1929, dove si possono vedere gli spettatori che si erano arrampicati sugli alberi per poter assistere all’esibizione devastante dell’attacco granata formato da Libonatti, Baloncieri e Rossetti, autori di 89 reti nell’anno dello scudetto. Dopo 35 anni, la presidenza del sodalizio casalese è stata ereditata nel 2011 dal figlio Massimo con lo stesso ardore entusiastico del padre, a cui è stato intitolato il nuovo corso del Torino Club “Giovanni Rosso” per ricostruire un passato che si allontana inesorabile.
Il club casalese organizzò nel 2016 la presentazione del libro “Oggi torniamo a casa”, scritto e pubblicato dal giornalista Domenico Beccaria già presidente della Memoria Storica Granata, dedicato alla rinascita dello stadio Filadelfia di Torino oggi utilizzato per gli allenamenti della prima squadra, consegnando 1000 euro per una poltrona dedicata allo scomparso Giovanni Rosso nello storico stadio. Per il 40° anno dalla fondazione, il Torino Club “Giovanni Rosso” ha organizzato nel 2018 una cena granata al ristorante Villa Rosa di Crescentino, ospitando il figlio di Ossola del Grande Torino, gli ex granata monferrini Pigino e Depetrini, l’ex presidente del Casale Calcio Giuseppino Coppo e i responsabili del Museo Grande Torino, Beccaria e Muliari. Il presidente Massimo Rosso, marito di Aura Gozzano, è un esperto collezionista di circa 6000 distintivi in metallo smaltato dei club calcistici Italiani e di oltre 1200 biglietti di ingresso allo stadio di tutte le partite di campionato e coppe europee a cui ha partecipato il Torino F.C. dal 1950 ad oggi.
Armano Luigi Gozzano 
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