Imprese in lieve crescita. Ma commercio e industria tradizionale sono in sofferenza

Luci e ombre caratterizzano la situazione delle imprese torinesi, delineata dalla Camera di Commercio di Torino che ha presentato i dati 2023.  È vero che sono  222.538 le attività registrate a Torino e in provincia, con un tasso di crescita positivo (+0,45%), ma le nuove iscrizioni si attestano ai minimi storici. In lieve aumento il tasso di sopravvivenza, superiore a quello delle altre città italiane. Bene le imprese straniere e le artigiane, in calo le femminili e soprattutto le giovanili. Nel 2023 ancora giù commercio e industria tradizionale, in aumento i servizi.  Stessa dinamica in un’indagine che analizza gli ultimi 10 anni.


Ecco i dati sulle imprese torinesi nel 2023

Nel 2023 le imprese nate sono state più numerose di quelle cessate: questo ha permesso di mantenere una dinamica positiva, anche se il numero delle nuove iscrizioni (12.473) ha raggiunto il valore più basso degli ultimi 15 anni (escludendo l’anno anomalo 2020). Le cessazioni risultano in ripresa, ma fortunatamente non sono ancora tornate ai livelli pre-pandemici.

Il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale torinese si conferma positivo per il quinto anno consecutivo (0,45%), benché ridimensionato rispetto al biennio precedente e collocato a cavallo fra il tasso di crescita regionale (0,19%) e quello italiano (0,70%). A livello piemontese, Torino è l’unica provincia insieme a Novara (0,39%) a chiudere l’anno con un tasso di crescita positivo.

Come già accaduto in passato, la presenza di una natalità più vivace rispetto alla mortalità non è stata sufficiente a sostenere la crescita dello stock di imprese registrate che, con 222.538 sedi d’impresa, registra un lieve decremento (-487 imprese) rispetto al 2022[1].

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

A livello dimensionale, le microimprese – ossia quelle con meno di 10 addetti –rappresentano oltre il 95% del totale.

A livello geografico i primi 10 comuni per numero di imprese rappresentano da soli il 15% del totale e tutti, tranne Carmagnola, confermano un tasso di crescita positivo: subito dopo Torino, in testa per numerosità di imprese si attesta Moncalieri con 5.288 unità, seguito da Rivoli (4.178), Pinerolo (3.585). A seguire ancora Collegno, Settimo Torinese, Chieri, Nichelino, Ivrea, Carmagnola e Grugliasco.

Dal punto di vista della natura giuridica, se le imprese individuali, nonostante un forte turn over, si mantengono in lieve aumento, a crescere maggiormente sono le società di capitale, che chiudono il 2023 con un +3,33%, segno di un progressivo irrobustimento del sistema imprenditoriale.

Tasso di sopravvivenza

Lievemente in aumento rispetto al 2022 il tasso di sopravvivenza medio a distanza di 3 anni dall’iscrizione(dal 71,4% al 71,8%). Questo dato, sempre crescente negli ultimi 10 anni, è coerente con il consolidamento di forme giuridiche più strutturate, come le società di capitale, che, come accennato sopra, bilanciano il forte ricambio che si verifica invece nelle imprese individuali.

Il tasso di sopravvivenza torinese è superiore a quello delle principali città metropolitane: 65,5 a Roma, 70,1 a Milano e 71,2 a Napoli.

La Torino che cambia (2014- 2023)

Il territorio torinese vive già da tempo un ridimensionamento del proprio tessuto imprenditoriale, con l’eccezione del triennio 2020-2022 quando gli effetti della pandemia hanno prodotto una parziale crescita. Rispetto a dieci anni fa, le imprese registrate hanno subito un decremento del -2,1%, passando dalle 227.208 del 2014 alle attuali 222.538 (-4.670 imprese registrate).

 

Anche dal punto di vista della natura giuridica alcuni cambiamenti strutturali sono già in atto da diversi anni, con l’aumento in percentuale delle forme più strutturate. Il nucleo delle imprese individuali, nonostante tassi annuali molto elevati di natalità e mortalità, mantiene stabile il suo peso (oltre il 53%). Per le società di capitale, l’unica forma giuridica in “espansione”, l’incidenza sul totale è salita in dieci anni dal 17% al 23%; le società di persone, invece, hanno ridimensionato la propria presenza dal 27% al 21%.

Parallelamente, un’analisi di più ampio periodo sull’andamento dei vari settori evidenzia come alcune tendenze possano considerarsi ormai consolidate, in particolar modo per i settori dell’agricoltura, dell’industria e del commercio che, nell’ultimo decennio, hanno registrato un significativo ridimensionamento del numero di imprese, a fronte di un contestuale progressivo aumento dei servizi (alla persona e alle imprese), cresciuti negli ultimi 10 anni dell’8,3%.

Nell’ambito dei servizi alla persona (+17,5% in 10 anni)è l’istruzione che mostra il miglior trend (+24,1%) – grazie all’aumento dei corsi sportivi e ricreativi e di formazione culturale – affiancata dalle attività creative, artistiche e di intrattenimento, in particolare con le attività di supporto a manifestazioni e spettacoli, e dall’assistenza sanitaria e sociale – con le strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili e i servizi di asilo nido.

Ottima anche la performance dei servizi alle imprese, +5,9% negli ultimi 10 anni e in continuo aumento dal 2017 ad oggi. La variazione positiva è sostenuta dai servizi di supporto alle funzioni d’ufficio, fra i quali le organizzazioni di convegni e fiere, dal settore finanziario – con i servizi dei promotori e mediatori finanziari -, dai servizi come imprese di pulizia e cura e manutenzione del paesaggio e dalle attività professionali, in particolare quelle di consulenza.

Nel settore del turismo si registra l’ottimo trend dei bed & breakfast e affittacamere che in dieci anni raddoppiano la loro consistenza (+102%) a discapito delle strutture alberghiere che diminuiscono del -11,2% lo stock di imprese.

Macrosettori di attività 2014 2022 2023 Var. 2023/2022 Var. 2023/2014
Agricoltura 12.733 11.638 11.414 -1,9% -10,4%
Industria 22.441 19.945 19.601 -1,7% -12,7%
Costruzioni 35.597 34.769 35.118 1,0% -1,3%
Commercio 58.175 53.562 52.805 -1,4% -9,2%
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 15.235 15.505 15.358 -0,9% 0,8%
Servizi prevalentemente orientati alle imprese 56.084 58.997 59.400 0,7% 5,9%
Istruzione, sanità e altri servizi pubblici, sociali e personali 14.574 16.930 17.124 1,1% 17,5%
N.c. 12.369 11.679 11.718 0,3% -5,3%
Totale 227.208 223.025 222.538 -0,2% -2,1%

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

 

 

Andamento dei settori nel 2023

Nel 2023 l’andamento delle attività economiche mostra trend disomogenei: crescono i servizi (sia quelli alle imprese sia quelli alle persone) e le attività edili, mentre diminuiscono i restanti settori di attività, come il commercio, l’industria e l’agricoltura. Esattamente la dinamica registrata negli ultimi 10 anni.

 

Servizi prevalentemente orientati alle imprese (+0,7%; il 26,7%)

Terzo anno consecutivo di crescita (+0,7%) per quello che è diventato recentemente il primo settore per consistenza imprenditoriale nella città metropolitana di Torino, con 59.400 imprese.

Se il settore più rilevante, quello delle attività immobiliari, ha subito un lieve calo, crescono invece varie attività professionali e di supporto all’impresa: la consulenza imprenditoriale e amministrativo-gestionale, le agenzie pubblicitarie e i consulenti professionali, i servizi di richiesta certificati e disbrigo pratiche, le imprese di pulizia, i servizi finanziari delle società di partecipazione e dei promotori e mediatori, la produzione di software e i servizi di elaborazione dati e hosting.

Calano invece le attività delle agenzie di viaggio e in generale tutto il settore dei trasporti e magazzinaggio dove diminuiscono sia i trasporti di merci su strada, sia i servizi postali e le attività di corriere.

Commercio (-1,4%; il 23,7%)

Il commercio, secondo settore per consistenza, chiude l’anno 2023 ancora con una diminuzione (-1,4%) attestandosi a 52.805 attività (il 23,7% del totale). A crescere sostanzialmente solo il commercio di autoveicoli e la loro manutenzione/riparazione e il commercio on-line che con 1.520 imprese registra un +9,1%. In flessione invece tutti gli altri comparti, in primis il commercio ambulante (-3,5%) e il commercio al dettaglio in sede fissa (-2,9%). Scendono anche il commercio all’ingrosso e più lievemente gli intermediari del commercio.

Guardando in dettaglio il commercio in sede fissa, la flessione più marcata si registra tra gli articoli culturali e ricreativi, dove la crisi ha colpito sia le edicole (-10,0%) e le cartolerie (-5,4%), sia i negozi di articoli sportivi (-1,9%). Calano anche i negozi di articoli di abbigliamento (-3,9%) e di calzature(-7,4%). Nei prodotti alimentari la flessione più marcata si registra nelle panetterie/pasticcerie(-6,7%), nelle macellerie (-2,6%) e nei negozi di frutta e verdura (-1,9%). Calano anche ferramenta(-5,2%) e negozi di mobili (-3,4%) e di utensili per la casa (-4,7%). Incremento delle farmacie(+3,6%), mentre i fiorai – che nel 2022 avevano segnato un aumento – nel 2023 registrano un calo del -4,9%; stabile il commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia.

Si contrae però anche la GDO, con un lieve calo dei minimercati (-0,5%) e uno maggiore per Iper/Supermercati (-2,6%).

Tra il commercio ambulante lieve aumento solo dei banchi di frutta e verdura (+0,8%), stabili quelli di pesce, calano invece tutte le altre tipologie di prodotto: carne, abbigliamento, fiori, bigiotteria e articoli casalinghi.

Costruzioni (+1,0%, il 15,8%)

Per il quarto anno consecutivo cresce il settore delle costruzioni raggiungendo le 35.118 unità (+1%). Aumentano soprattutto le imprese di posa in opera di infissi, di vetri e quelle di tinteggiatura. Decrescono le attività di costruzione edifici e quelle di ingegneria civile.

Industria (-1,7%; l’8,8%)

Si riduce ancora nel 2023 l’industria manifatturiera, con un -1,7% e un totale di 19.601 imprese.

Il settore in maggiore sofferenza è quello dei mezzi di trasporto che complessivamente è in calo del -4,4%, e al suo interno registra la contrazione nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi e di altri mezzi di trasporto. In diminuzione anchel’industria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, della carta e stampa e della metallurgia e dei prodotti in metallo. Meno severe le contrazioni registrate nel settore della gomma e materie plastiche, della meccanica e dell’industria alimentare. Stabili le industrie tessili e le attività di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature, mentre sono in aumento quelle legate ai prodotti chimici e farmaceutici, in particolar modo nel settore dei profumi e della cosmesi.

 

Istruzione, Sanità e Servizi pubblici, sociali e personali (+1,1%; il 7,7%)

È il settore che nel 2023 ha registrato la migliore performance, con 17.124 imprese registrate e un +1,1%.

Crescono le attività sportive e di tempo libero, la gestione di impianti sportivi, dei club, mentre diminuiscono palestre e discoteche. Buona anche la performance dell’istruzione dove crescono i corsi sportivi e ricreativi, quelli di formazione culturale e quelli di formazione e di aggiornamento professionale.

Dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e sociale si amplia la presenza degli studi odontoiatrici, degli studi medici specialistici e degli altri servizi di assistenza sanitaria, che includono le attività di fisioterapia, quelle paramediche e i laboratori di analisi cliniche. Diminuiscono, invece, i servizi di assistenza sociale sia non residenziale sia residenziale.

Continua la crescita dei centri estetici, diminuiscono invece i parrucchieri e le lavanderie. Incrementano le pompe funebri, gli studi di tatuaggi e piercing, i servizi di cura degli animali da compagnia e i servizi di organizzazione feste e cerimonie. Continua infine la crescita delle attività di sgombero cantine e solai.

Servizi di alloggio e ristorazione (-0,9%; il 6,9%)

Diminuiscono per il terzo anno consecutivo le imprese del turismo che con un -0,9% si attestano a 15.358. La flessione è imputabile in particolare ai barche passano dai 5.767 del 2022 ai 5.593 del 2023 (-3,0%). Dal 2014 ad oggi, il torinese ha perso 1.150 bar ed esercizi assimilati. Per il secondo anno consecutivo i ristoranti (5.969) superano numericamente i bar e continuano a crescere (+0,6%). In flessione, dopo anni di incremento, i take-away (-1,3%).

Ottimo invece il trend dei servizi di alloggio (+3,4%), dove si registra il boom dei bed & breakfast e affittacamere (+10%) – che passano da 300 a 330 unità – mentre sono in lieve flessione gli alberghi (475; -0,4%).

 

Agricoltura (-1,9%; IL 5,1%)

Continua la flessione del settore agricolo che nel 2023 registra un -1,9%. Diminuiscono tutte e due le attività più rappresentative del comparto, la coltivazione di cereali e l’allevamento di animali, soprattutto di bovini da latte, mentre tengono quelle di coltivazione ortaggi. In crescita l’apicoltura.

 

 

Categorie di imprese[2]

Le imprese straniere

Continua la fase espansiva delle imprese straniereche anche nel 2023 aumentano la loro consistenza raggiungendo le 32.038 unità e un tasso di crescita del +3,70%, inferiore però sia al corrispondente dato piemontese (+4,6%), sia a quello italiano (+4,3%).

L’incremento delle imprese straniere è trasversale in tutte le attività economiche: il miglior risultato è registrato nel comparto delle costruzioni, che aumentano del +5,5%; a seguire l’industria manifatturiera e i servizi di alloggio e ristorazione.

Nel 2023, a crescere è anche il numero di posizioni imprenditoriali straniere: con 42.265 unità, +2,9%. La Romania si conferma il paese maggiormente rappresentato (il 23,2% del totale), a cui seguono il Marocco (il 14,1%), la Cina (il 7,1%) e l’Albania (il 5,2%). Guardando settori e nazionalità, si osservano alcune specializzazioni: gli imprenditori rumeni e albanesi si concentrano nelle attività edili, quelli di origine marocchina sono maggiormente presenti nel commercio, mentre i cinesi nelle attività legate al turismo o al commercio. Ben il 27% delle posizioni imprenditoriali straniere sono di genere femminile. Rispetto all’età media, gli imprenditori stranieri si caratterizzano per essere più giovani: il 7% infatti è sotto i 30 anni (contro il 4% di quelli italiani).

Le imprese artigiane

Nel 2023 prosegue, per il terzo anno consecutivo, l’andamento positivo, seppur debole, delle imprese artigiane, che hanno raggiunto quota 59.892 unità, con tasso di crescita pari al +0,16%.

L’analisi delle dinamiche settoriali evidenzia la continua crescita dell’edilizia, che rappresenta il comparto più rilevante dell’artigianato (il 43,2%, +1,0%) e che ancora ha beneficiato delle misure governative di supporto al settore. Prosegue anche l’incremento del settore commercio, al cui interno sono ricomprese le attività di manutenzione e riparazione di autoveicoli. Una leggera crescita ha riguardato anche i servizi alle persone.

Per tutti gli altri settori si rilevano invece trend negativi: più rilevanti per i servizi di alloggio e ristorazione (- 3,1%) e per l’industria manifatturiera, che rappresenta il secondo settore per importanza di presenza artigiana (-1,8%).

Le imprese femminili

Sono 49.439 le imprese femminili torinesi, in riduzione rispetto all’anno precedente, con un tasso di crescita del -0,19%.

Rappresentano il 22,2% del tessuto imprenditorialecomplessivo, dato in linea sia con la media nazionale sia con quella piemontese. Nel 15% dei casi si tratta di imprese straniere e nell’11% di imprese “under 35”.

Il primo settore si conferma quello dei servizi alle imprese, con un’incidenza del 27,7% sul totale, e che risulta in crescita del +1,2% rispetto all’anno precedente, cui segue il commercio, il 26,2%. Il terzo settore in ordine di importanza, per peso, risulta quello dei servizi prevalentemente orientati alle persone (istruzione, sanità e altri servizi pubblici e sociali) con  il 15,8% del totale, seguito dal turismo. Gli altri settori di attività risultano nettamente meno rappresentati.

Quanto alla natura giuridica delle imprese femminili, è ampiamente diffusa l’impresa individuale (circa il 62% a fronte del 53% dell’analoga quota dell’intero tessuto imprenditoriale).

Le imprese giovanili

Significativa variazione di stock per le imprese giovanili che con -416 unità in un anno arrivano ad essere 20.939 (9,4% del numero di imprese totali).

Guardando la distribuzione per settori, nel 2023 i servizi alle imprese (il 25,2%) scavalcano il commercio, dove si concentra il 25,1% delle imprese giovanili, cui seguono, a distanza, le costruzioni, con il 15,9%.

La presenza di imprese giovanili si riduce significativamente in alcuni settori, in primis nell’industria manifatturiera, nel turismo e nel commercio. Per il secondo anno consecutivo, gli unici settori che registrano un segno positivo, seppur debole, sono i servizi.

La forma giuridica prevalente è l’impresa individuale che rappresenta il 79,8% del totale.

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