La Regione Piemonte ha intensificato da tempo il proprio impegno sul fronte delle liste d’attesa grazie anche alla collaborazione delle Aziende sanitarie, degli erogatori privati, dei medici di medicina generale, delle associazioni dei pazienti e alle risorse che la Regione ha investito per l’assunzione del personale e per l’ammodernamento e l’adeguamento tecnologico delle strutture e delle apparecchiature sanitarie.
In questo contesto si inserisce l’attività del gruppo di lavoro di esperti dell’Università Bocconi anche come contributo alla redazione del piano straordinario, che sarà presentato a fine mese, a cui sta lavorando il neo direttore di Azienda Zero, Adriano Leli, al quale la Regione ha assegnato un budget straordinario di 25 milioni per ridurre le liste di attesa per le visite P, quelle programmabili, visto che per quanto riguarda il recupero di quelle più urgenti, il Piemonte, come riconosciuto anche da Agenas e Corte dei Conti, è al primo posto in Italia.
Venerdì il gruppo di lavoro della SDA Bocconi, guidato dal professor Francesco Longo ha partecipato all’incontro al Grattacielo Piemonte. Per la Regione è intervenuto il direttore della Sanità, Antonino Sottile, per le Asl i direttori generali e sanitari.
«L’Assessorato alla Sanità è fortemente impegnato su questo tema che rappresenta una delle sfide principali che il sistema sanitario nazionale deve affrontare in questa fase. Abbiamo chiesto all’Università Bocconi, partner scientifico di alto livello e di riconosciuto prestigio, una collaborazione per analizzare i dati, metterli a sistema, compararli tra di loro ed avere quindi un ulteriore strumento per elaborare soluzioni. Un tassello che mancava e che siamo convinti sarà di grande aiuto», ha sottolineato il direttore Antonio Sottile.
Il professor Longo e il suo gruppo hanno illustrato il metodo di lavoro che parte da un’accurata analisi dei dati disponibili che tengono conto delle differenze tra le Aziende sanitarie e del diverso contesto sociale e territoriale in cui operano: una ricerca qualitativa e quantitativa che, attraverso un cronoprogramma dettagliato, punta a fornire già entro il mese di aprile le prime indicazioni operative.
Un approccio che prevede l’intensificazione di alcune azioni operative, come la condivisione delle agende di prenotazione, il rafforzamento del Sovracup, il monitoraggio e miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva dei medici, il ritorno ai modelli organizzativi pre Covid per quanto riguarda i tempi di accesso e uscita dagli ambulatori, fatti salvi i tempi delle visite che restano invariati, il miglioramento dei percorsi di salute, diagnostico terapeutico assistenziali, organizzativi e produttivi.
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