Il Bolero di Sarajevo nel giorno di San Valentino

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Quattordici febbraio 1984, giorno di San Valentino. Quarant’anni fa a Sarajevo si svolgevano le XIV Olimpiadi invernali, ultima grande occasione di festa e di pace prima che la città finisse sotto assedio nella prima parte della “decade malefica” dei conflitti balcanici nell’ultimo scorcio del Novecento, segnata dalla violenza e dalle atrocità della guerra. Attorno a Sarajevo le montagne innevate (il Trebevic, dalla vetta del quale si domina la città; l’Igman, severo e imponente; la Bjelašnica, immensa e bianca principessa delle nevi, e l’impettita Jahorina) ospitarono gran parte delle gare. Di fronte allo stadio Olimpico, nel quartiere di Koševosotto le volte del palaghiaccio Zetra, una coppia di pattinatori inglesi di Nottingham, Jayne Torvill e Christopher Dean, raccolsero un incredibile successo nella danza su ghiaccio in una gara contro i rappresentanti dell’allora Unione Sovietica, Natalja Bestemianova e Andreij Bukin. Una gara entrata nella storia del pattinaggio e che nessuno potrà mai dimenticare. La coppia dell’URSS presentò nella danza libera, ultima prova della disciplina, la Carmen di Bizet ma Torvill e Dean trionfarono sulle note del Bolero di Maurice Ravel con una interpretazione che fece venire i brividi agli spettatori. Fu qualcosa di straordinario, di irripetibile e i due pattinatori danzarono leggeri sul ghiaccio come creature appartenenti a un altro mondo. Il loro fu un programma perfetto che meritò l’oro olimpico e dodici sei, il massimo punteggio raggiungibile a quel tempo. Jayne Torvill e Christopher Dean entrarono a buon titolo nella leggenda delle olimpiadi e trent’anni dopo tornarono nel giorno della festa degli innamorati nello stadio Zetra ricostruito dopo la guerra, e pattinarono nuovamente accompagnati dal ritmo incalzante e sensuale del grande compositore francese. I fondi raccolti con l’esibizione vennero utilizzati per costruire una pista di pattinaggio permanente e il ricordo di quella giornata è rimasto impresso negli occhi di chi ama le evoluzioni artistiche sul ghiaccio e crede nello sport come mezzo di promozione di una cultura di pace e dialogo.

Marco Travaglini

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