Un anno di morti sul lavoro: 75 in Piemonte

 

IN ZONA ROSSA: VERBANO-CUSIO-OSSOLA, BIELLA E ASTI.

 

GIUNTI ALLA FINE DEL 2023 IL PIEMONTE ENTRAIN ZONA GIALLA CON UN’INCIDENZA DI MORTALITÀ SUL LAVORO INFERIORE ALLA MEDIA DEL PAESE.

ALLARMANTE IL NUMERO DI DENUNCE DI INFORTUNIO SUL LAVORO FINO AI 14 ANNI: SONO 5.005, CIRCA L’11,7% DEL TOTALE DEGLI INFORTUNI DEI LAVORATORI PIEMONTESI.

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI ALLA FINE DEL 2023

“A fine anno la situazione in Piemonte migliora e lo testimonia il passaggio dalla zona arancione alla meno allarmante zona gialla nella nostra mappatura del rischio di fine dicembre 2023. Stiamo parlando infatti di un indice di incidenza di mortalità dei lavoratori per milione di occupati pari a 34,2 contro una media nazionale di 34,6. Ma la situazione rimane comunque critica. Specie in alcune province che si trovano in zona rossa”.

Così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering, sulla base della più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti inizia a spiegare l’emergenza piemontese.

“Analizzando i dati pesati sulla popolazione lavorativa, si scopre infatti che alcune province presentano un rischio di infortunio mortale sul lavoro molto superiore alla media nazionale che le pone addirittura in “zona rossa”. In particolare, le province a maggior rischio risultano essere: Verbano-Cusio-Ossola, Biella e Asti. Novara è invece l’unica provincia del Piemonte in zona bianca, con un rischio di infortunio mortale sul lavoro molto inferiore rispetto alla media nazionale (19 contro 34,6)”.

IL RISCHIO DI MORTE IN PIEMONTE, PROVINCIA PER PROVINCIA, DA GENNAIO A DICEMBRE 2023. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA

Per individuare le aree più fragili d’Italia sul fronte della sicurezza sul lavoro, l’Osservatorio Sicurezza Vega elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza della mortalità.

La zona gialla, quella in cui si trova il Piemonte, è la zona che, subito dopo la bianca, raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. E a fine dicembre 2023 il rischio di infortunio mortale in Piemonte (34,2 morti per milione di occupati) risulta essere, anche se di poco, inferiore rispetto alla media nazionale pari a 34,6.

Per quanto riguarda le incidenze, nel dettaglio, in regione si scopre che sono Verbano-Cusio-Ossola, Biella e Asti a trovarsi in “zona rossa” con un’incidenza rispettivamente di 61,8, 57,7 e 56,3. Sono seguite da Alessandria in zona arancione (41,6) e in zona gialla da Torino (30,9), Cuneo (30,5) e Vercelli (29,3), mentre in zona bianca, con rischio di mortalità ben al di sotto della media regionale e nazionale, troviamo Novara (19,0).

INFORTUNI TOTALI (MORTALI E NON) DI TUTTO IL 2023 IN PIEMONTE

Sono 75 i decessi da gennaio a dicembre 2023 (contro i 93 del 2022): 61 quelli rilevati in occasione di lavoro (2 in meno dello scorso anno) e 14 quelli in itinere (16 in meno del 2022).

Il più elevato numero di decessi totali si è verificato in provincia di Torino (34). Seguono: Cuneo con 10 decessi, Alessandria (8), Novara (7), Verbano-Cusio-Ossola e Asti (5), Biella (4) e Vercelli (2).

Torino è in cima alla graduatoria anche quando si analizzano gli infortuni mortali in occasione di lavoro con 28 vittime. Seguono: Cuneo con 8 decessi, Alessandria (7), Asti (5), Verbano-Cusio-Ossola e Biella (4), Novara (3) e Vercelli (2).

Sono 42.826 le denunce di infortunio complessive su un totale, in Italia, di 585.356: vale a dire il 7,3% di quelle rilevate sulla penisola.

UNA BUONA NOTIZIA: ALLA FINE DI DICEMBRE SI RILEVA UNA FLESSIONE DELLE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI, MA IL DECREMENTO È PRINCIPALMENTE DOVUTO ALLA CONCLUSIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA PER COVID

Alla fine di dicembre 2023 le denunce di infortunio totali sono diminuite del 20,8% rispetto alla fine di dicembre del 2022: erano 54.055 e ora sono 42.826. Un decremento questo, è opportuno nuovamente sottolinearlo, dovuto quasi esclusivamente alla scomparsa dalle statistiche degli infortuni connessi al Covid.

L’ATTIVITÀ MANIFATTURIERA È IL SETTORE PIÙ COLPITO IN PIEMONTE

Le Attività Manifatturiere, alla fine del 2023, sono in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (5.433). Sono seguite da: Sanità (3.206), Trasporti e Magazzinaggio (2.453), Commercio (2.330) e Costruzioni (2.220).

È TORINO A FAR RILEVARE IL PIÙ ELEVATO NUMERO DI DENUNCE TOTALI

È la provincia di Torino quella con il maggior numero di denunce totali di infortunio (22.191), seguita da: Cuneo (7.237), Alessandria (3.935), Novara (3.544), Asti (1.759), Vercelli (1.726), Verbano-Cusio-Ossola (1.302) e Biella (1.132).

INFORTUNI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ: ECCO LE STATISTICHE

Infine, sono 16.802 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (12.857 in occasione di lavoro) e 26.024 quelle degli uomini (22.420 in occasione di lavoro).

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 8.578 su 42.826 (oltre il 20%). E sono 7.061 le denunce degli stranieri in occasione di lavoro.

Le denunce di infortunio fino a 14 anni sono 5.005, circa l’11,7% del totale degli infortuni dei lavoratori piemontesi.

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale.

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale.

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.

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