Il vuoto politico di oggi: Delors ed Europa

La scomparsa di Jacque Delors – figura chiave europea che durante i suoi tre mandati è stata testimone e supporto dell’istituzione del mercato unico, della firma degli accordi di Schengen e del Trattato di Maastricht – rappresenta una perdita significativa per il panorama dell’istruzione e della visione educativa che già da tempo sembrerebbe essere calante. La Commissione Delors, nel suo rapporto del 1997, ha delineato una proposta ambiziosa, forse oggigiorno utopica, sostenendo un approccio educativo basato su quattro pilastri fondamentali: imparare a vivere insieme, imparare a conoscere, imparare a fare e imparare ad essere. Tuttavia, sembrerebbe che negli ultimi anni l’Europa abbia allentato i legami con questo tipo di visione educativa volta a una concezione di società inclusiva, plurietnica e interculturale.

Le forze politiche orientate al populismo e al nazionalismo tendono a riflettere questa carenza, vedendo l’istruzione, l’economia e le politiche sociali in un’ottica isolazionista. Questo atteggiamento potrebbe privare non solo l’Italia, ma l’intera Europa, delle opportunità che derivano dalla collaborazione e dalla partecipazione attiva al panorama internazionale. Ciò che manca oggi è una concezione di un’Europa solidale e unita e gli impeti sovranisti che si dilagano pressocché ovunque non fanno che peggiorare questa situazione.

Recenti eventi, come la decisione presa dalla Germania e dalla Francia con il Patto di Stabilità, suscitano preoccupazione per il possibile impatto negativo futuro sull’economia italiana, evidenziando una mancanza di coordinamento e sostegno reciproco nell’Unione Europea. Conseguentemente, l’imbarazzo del Ministro Giorgetti e le sue dichiarazioni contrastanti con la politica del proprio governo riguardo questioni come Mes e Patto di Stabilità vanno a evidenziare l’incapacità governativa delle forze sovraniste. Da una parte, il ministro dell’economia dichiara che il problema italiano attuale è il debito e che deve essere messo sotto controllo, quindi che il Mes non è una possibile soluzione; dall’altra, vediamo come la manovra finanziaria sia in parte stanziata con un nuovo deficit di bilancio. Insomma, sembrerebbe che la maggioranza sia confusa e in bilico tra la necessità di mantenere vivi i rapporti con l’UE, dunque porre l’Italia in situazione decisiva, e contemporaneamente rispondere alle esigenze elettorali e propagandistiche così da tenere saldo il proprio consenso.

Davide Scaglione, Azione Piemonte

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