L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Marina Cicogna “Ancora spero” -Marsilio- euro 19,00

Marina Cicogna Mozzoni è stata la contessa del Cinema italiano, al quale ha dedicato la sua strepitosa vita. Prima produttrice cinematografica del nostro paese, è riuscita ad imporsi in un ambiente prevalentemente maschile. E’ morta nella sua casa romana stroncata dal cancro il 4 novembre, ad un soffio dall’89esimo compleanno, accudita dalla compagna- figlia adottiva Benedetta.

Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata era nata il 29 maggio 1934 a Roma, e la roulette della vita le aveva assegnato subito eccellenti carte in mano. Il padre era il conte Cesare Cicogna Mozzoni, della casata lombarda i cui quarti di nobiltà risalgono al Cinquecento e a Carlo V; la madre, la contessa Annamaria Volpi di Misurata, famiglia veneziana con radici che risalgono ai Dogi. Suo padre (nonno di Marina) Giuseppe Volpi era imprenditore, ministro dell’Economia e delle Finanze e colui che inventò la Biennale, la Mostra del Cinema nel 1932 e di conseguenza il Lido di Venezia. Mossa notevole, dettata non tanto dall’amore per il cinema, quanto dall’intento di riempire i suoi alberghi di un turismo “alto”, con le star come richiamo.

Questi i gloriosi natali, ma in seguito si è fatta strada soprattutto con la sua tempra. Il cinema in parte lo ha ereditato nel corredo genetico del Dna, poi è diventata la passione e il fulcro della sua vita. Praticamente è cresciuta nella culla della Mostra del Cinema, assistendo anche a 4 film quotidianamente e incontrando, a fianco del nonno, miti come Liz Taylor, Greta Garbo, Charlie Chaplin, e molti altri. Inoltre il padre aveva vinto l’Oscar per aver prodotto il film “Ladri di biciclette”.

Importante fu l’incontro con il produttore di “Via col vento” David O. Selznick che seriamente avrebbe voluto adottarla, e lei considerò sempre un secondo padre.

Dopo la maturità a New York intraprese studi universitari, sempre in America, in arte, letteratura e cinema. Ebbe come insegnante niente meno che Marguerite Yorcenaur, e come vicina di stanza al college Barbara Warner, figlia del famoso produttore. Fu lei a presentarle mezza Hollywood, tra cui pezzi da novanta come Marlon Brandon e Montgomery Clift.

Oltre alle star Marina Cicogna si divertì parecchio anche a frequentare il Jet Set, da Gianni Agnelli ad altri nomi del Gota internazionale. Conobbe la Monroe e fu amica di Jackie Kennedy….giusto per dare l’idea.

Dopo la laurea, tornata a Roma si occupò subito di cinema insieme al fratello Bino. Da allora dimostrò lungimiranza, acume e coraggio. Sua l’intuizione nel 64 di produrre “Belle de jour” di Buñuel con cui vinse il Leone d’Oro a Venezia. E via di successo in successo, fino all’Oscar nel 71 con “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” e l’anno scorso il premio alla carriera.

Una vita ai massimi livelli, affrontata con coraggio anche nelle scelte di vita privata. Il cinema fu il colpo di fulmine per eccellenza, poi l’amore con l’attrice Florinda Bolkan durato quasi un ventennio. L’approdo degli ultimi 40 anni con Benedetta Gardona (più giovane di 25 anni) che adottò per garantirle un futuro e con la quale condivise case, viaggi, interessi.

Ma nella vita di questa donna amante della mondanità e dei nomi altisonanti ci sono state anche storie d’amore con Alain Delon quando era una ragazzina attratta dal mito, e con Lex Barker protagonista di “Tarzan”.

Questo e molto altro lo trovate in questa biografia senza veli che offre a tutto tondo una vita straordinaria. E se volete entrare ulteriormente nel mondo di questa produttrice rivoluzionaria, guardate il documentario di Andrea Bettinetti “Marina Cicogna-La vita e tutto il resto” del 2021.

 

 

Bret Easton Ellis “Schegge” -Einaudi- euro 23,00

E’ il primo romanzo in cui lo scrittore americano mette in scena se stesso adolescente nella Los Angeles degli anni 80: tra sesso in abbondanza, droghe, psicofarmaci, soldi, serial killer, e anche un po’ di nostalgia per un tempo ormai passato. Ed è un ritorno in libreria dopo 13 anni di assenza in cui si era concentrato su sceneggiature per cinema e serie televisive.

Bret Easton Ellis è nato a Los Angeles nel 1964, ricco rampollo di una famiglia abituata allo sfarzo: padre imprenditore immobiliare, madre “socialitè”, villa ultramilionaria in un quartiere extralusso. “Le schegge” è nato prima come serie di episodi nel suo podcast, ora diventato un libro di oltre 700 pagine che potrebbero scandalizzare parecchio.

Torna a raccontare la Città degli Angeli tra feste in piscina, strisce di coca, sesso promiscuo, musica new wave, in cui sono protagonisti i 17enni degli anni 80, che con Bret frequentavano la prestigiosissima Buckley School. Dunque anche un romanzo di formazione.

Oltre ai turbamenti per la scoperta della sua omosessualità, l’autore ricorda pure il caso di quegli anni in cui un serial killer seminava terrore e morte. Chiamato “Il Pescatore” si dilettava a sbudellare le sue vittime e i loro animali e, non si sa bene per quale motivo, aveva preso di mira il gruppo di Bret. Aspettatevi anche momenti horror e splatter.

Un romanzo denso di contenuti: turbamenti, difficoltà ad accettare la propria diversità, escamotage per nascondere la sua vera natura, fidanzate di facciata e attrazione per i compagni dai corpi prestanti, sesso estremo, comportamenti sopra le righe, dinamiche spinose dei rapporti in una fase complicata come quella adolescenziale…e una buona dose di cronaca cruenta e reale. E “Le schegge” diventerà quasi sicuramente una serie tv.

 

 

R.C. Sheriff “Nuove abitudini” -Fazi Editore- euro 18,50

Lo scrittore, drammaturgo e sceneggiatore inglese Robert Cedric Sheriff, nato nel 1896 e morto nel 1975, è stato un grande cantore della vita quotidiana, quella fatta di piccole cose e abitudini ripetute e rassicuranti.

In questo romanzo protagonista è il 58enne Mr Baldwin che sta per andare in pensione dopo 40 anni di onorato impiego presso una compagnia di assicurazioni della City (stesso lavoro svolto dall’autore prima di arruolarsi nel reggimento dell’East Surrey all’inizio della Prima Guerra Mondiale).

Lo spettro dell’età pensionabile serpeggia foriero di vita svuotata e sul precipizio del suicidio, fase in cui ci si sente improduttivi e quasi inutili. Mr Baldwin è un abitudinario che durante la pausa pranzo amava osservare dal London Bridge il carico /scarico delle chiatte, e l’ultimo giorno riceve il classico regalo dai colleghi, un orologio che dovrebbe scandire tempi nuovi….ma tutti da reinventare.

Vive con la moglie (placida casalinga) da sempre in una vecchia casa nei sobborghi di Londra. La coppia ha i suoi ritmi consolidati che ora vanno rivisti alla luce del tempo a disposizione che si dilata a dismisura. Il protagonista se le inventa tutte per combattere noia e momenti morti; da letture corpose a maldestri tentativi di giardinaggio, pisolini in poltrona e piccoli battibecchi senza peso, di quelli che animano le coppie collaudate da una vita insieme.

Poi qualcosa cambia e la vita riprende sprint. Durante la passeggiata abituale nella campagna del Surrey si imbattono nei frenetici lavori di nuove case in costruzione, moderne e dotate di ogni comfort. Una vita fuori dal caos che ha il prezzo di oltre 1.000 sterline. Ecco cosa catapulta i Baldwin in una nuova euforia. Contano i risparmi e mettono in vendita la loro vecchia abitazione con mobili annessi, pregustando -ma anche un po’ temendo- l’apertura di una fase inedita delle loro esistenze. Non resta che gustarvi il clima di questo piacevole romanzo.

 

 

Amira Ghenim “La casa dei notabili” -edizioni e/o- euro 19,00

Questo è un dramma familiare narrato da più voci e ricostruito anche attraverso lettere e testimonianze dei vari personaggi. A scriverlo è stata l’autrice tunisina Amira Ghenim, docente di linguistica, che con questo suo secondo romanzo rende omaggio alla figura di intellettuale e riformatore Taher-al-Haddad. Personaggio che nel 1930 scrisse il testo “La nostra donna nella sharia e nella società” facendo scalpore tanto da renderlo un reietto condannato a finire i suoi giorni in miseria. Lui è il protagonista silenzioso di questa saga familiare.

La vicenda è ambientata nella Tunisia degli anni 30 del Novecento ed è un potente affresco sociale, politico e culturale del paese in quel periodo. Al centro le vicende di due famiglie dell’alta borghesia tunisina: gli en-Neifer decisamente tradizionalisti e conservatori convinti, e gli ar-Rassa, invece, progressisti e liberali

La famiglia altolocata degli en-Neifer è formata dalla madre Jnaina, il padre Othman, i figli Moshen e Mhammed e dalla nuora Zubaida, moglie di Moshen.

La loro pace domestica viene totalmente stravolta dall’arrivo di una lettera per Zubaida che sarà l’inizio di una serie di eventi drammatici che, oltre alla famiglia en-Neifer, coinvolgerà anche quella della donna, gli ar-Rassà, e un’altra nutrita pletora di altri personaggi.

La missiva scatena il putiferio perché sembra accusare Zubaida ar- Rassà di avere avuto una tresca con il suo precettore ai tempi in cui era nubile, Taher al-Haddad.

Sarà l’inizio di una vicenda che travolgerà le due famiglie; di fatto non si capirà se davvero la giovane sia colpevole di adulterio, oppure vittima di una montatura per distruggere la sua felicità. Ogni personaggio darà la sua versione dei fatti; ma quello che più conta è l’affresco di quella società in bilico tra vecchio e nuovo, e sulla strada del cambiamento.

 

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Nuovo centro prelievi del Comune di Vinovo

Articolo Successivo

Merlo. Lista civica, credibile se espressione dei territori e amministratori locali

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta