E’ stato ricordato dalla Fondazione Giorgio Amendola giovedì 16 novembre nel corso di un incontro
Non si può definire un convegno né un incontro commemorativo quello promosso dalla Fondazione Giorgio Amendola nel tardo pomeriggio di giovedì 16 novembre in ricordo di Luciano Del Sette, il giornalista de Il Manifesto, morto nel 2021 per Covid 19.Non poteva essere scelto titolo migliore di “Una terra dove il tempo non vola” per tracciare la memoria di questo giornalista atipico, vissuto prima a Torino, nato da una famiglia di origine campana, poi trasferitosi a Roma, per collaborare con il Manifesto e poi ritornato a Torino per amore, sempre collaborando per il Manifesto.
L’incontro è stata una occasione preziosa per ricordare la sua figura di intellettuale atipico, che nella prima parte della sua vita ha collaborato a giornali senza averne un ritorno economico, per passione pura, è stato anche caposervizio viaggi del mensile “Gambero rosso”, pubblicando numerosi reportage e corrispondenze da Paesi lontani su quotidiani e periodici.
Nell’ambito del dibattito promosso dalla Fondazione Amendola hanno partecipato Domenico Cerabona, direttore della Fondazione Amendola, il giornalista Umberto Mangiardi, Roberta Vozza, la compagna di Luciano Del Sette, e Flaviano de Luca, uno stimato collega del Manifesto, legato da profonda amicizia con Del Sette.
Luciano Del Sette era giornalista e scrittore, intellettuale vero, voce libera e calda ascoltata da molti su Radio 3 per uno dei suoi Viaggi Perduti. Era una persona curiosa di conoscere cose e persone nuove, di andare al di là dell’ovvio. Uomo di cultura nel senso più bello, capace di coniugare alla conoscenza un grande senso di umanità, era noto agli amici e ai lettori anche come Puccio Smith, pseudonimo che iniziò a usare nel 2012 quando fu chiamato a redigere, per il sito di un amico, le proiezioni del Torino Film Festival. Doveva, allora, scegliersi uno pseudonimo per non porsi in contrasto con gli altri colleghi del Manifesto e sorse in lui spontanea la scelta di Puccio Smith, che considerò un poco il suo alter ego, un personaggio strano che racconta attraverso delle ballate i protagonisti del Torino Film Festival.
Nel suo libro “Riassunto di fine giornata” egli scrive “A un certo punto si smette di sprecare. Si smette di investire a vanvera sulle persone. Si smette di sprecare la disponibilità del tempo nel conoscere qualcuno senza averne qualcosa, anche un minimo, in cambio. Si smette per la sensazione di inutilità e di età che si affaccia senza preavviso. Si smette per via di una saggezza cinica che ha dalla sua un migliaio di ragioni. Capisci, ti fermi, non sprechi più “.
Nel corso dell’incontro è stato presentato dalla compagna Roberta Vozza il fondo bibliotecario e il fondo archivistico, che hanno richiesto un lungo lavoro di catalogazione da parte degli archivisti della Fondazione Amendola.
Il fondo bibliotecario comprende materiale testuale appartenente a Luciano Del Sette; l’archivio, schedato sulla piattaforma della Regione Piemonte, conserva materiale fotografico, testuale e multimediale in buona parte inedito. Sarà visitabile tutti I giorni dal lunedì al venerdì in orario 9.30-12.30, 15.30-19.30 e le mattine del sabato (9.30-12.30).
Mara Martellotta
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