“World Press Photo Exhibition 2023” In mostra a “Palazzo Barolo” le foto “mondiali”

Le immagini che meglio hanno raccontato, nei suoi eventi più significativi, il 2022

Fino al 19 novembre

Foto perfetta e drammatica. Guerra in Ucraina. Lo scatto racconta “L’attacco aereo al Mariupol Maternity Hospital”, 9 marzo 2022. Una donna incinta viene trasportata da alcuni uomini su una barella, l’ospedale è dietro di loro, fortemente danneggiato nel corso di un attacco aereo russo. Quella donna morirà trenta minuti dopo aver dato alla luce il figlio. Un piccolo senza vita. Nell’istante di uno spazio infinitesimale c’è tutto l’orrore, la disumana efferatezza di una guerra ingiustamente portata dall’uomo all’uomo. A cristallizzare quell’attimo è l’obiettivo del fotografo di guerra (giornalista e regista) di Berdyansk (Ucraina), Evgeniy Maloletka.

E a lui è andato il “World Press Photo of the Year 2023”, nell’ambito dell’“World Press Photo Contest”, il più prestigioso Concorso Fotografico, promosso nel 1955 da un gruppo di fotografi olandesi – riuniti nella “World Press Photo Foundation” con sede ad Amsterdam – insieme alla “Mostra di Fotogiornalismo” più visitata a livello internazionale. Giunta alla sua 66^ edizione (con la partecipazione, quest’anno, di 3.752 fotografi provenienti da 127 Paesi che, in totale, hanno presentato 60.448 fotografie giunte da tutto il mondo), l’esposizione torna a Torino – che la ospita insieme ad altre 119 città dei cinque continenti – per il settimo anno consecutivo (non è mancata neanche nei due anni segnati dalla pandemia) ed è organizzata da “Cime”, partner della “World Press Photo Foundation”. 120 sono gli scatti presentati fino a domenica 19 novembre, in via delle Orfane 7, a “Palazzo Barolo”. La mostra presenta lavori di “fotogiornalismo” e “fotografia documentaristica” firmati per le maggiori testate internazionali, dal “National Geographic” alla “BBC”, fino alla “CNN”, al “Times”, a “Le Monde” e ad “El Pais”, e permette di compiere un viaggio critico tra le notizie del 2022 e gli argomenti più importanti che hanno caratterizzato l’anno in corso. Brent Lewis, redattore fotografico del “New York Times”, co-fondatore di “Diversify Photo” e presidente della “Giuria globale” del Concorso 2023, spiega: “Le foto che abbiamo scelto per rappresentare il 2022 sono molto indicative di questo momento: diventeranno documenti storici di modo che le generazioni future possano guardare indietro e, si spera, imparare”.

Le foto presentate al Concorso vengono prima valutate da “Giurie regionali” e successivamente da una “Giuria globale”, il cui compito è quello di decretare i 24 “vincitori regionali” provenienti da 23 Paesi di tutto il mondo. Fra questi si scelgono poi i quattro vincitori globali. Sono infatti quattro le categorie in cui è suddiviso il concorso: “Singole”“Storie”“Progetti a lungo termine” e “Formato aperto”. Già si è detto della prima foto “ucraina” salita sul podio d’onore. A seguirla altre tre.

“Il prezzo della pace in Afghanistan” del fotografo danese Mads Nissen, premiata per la categoria “World Press Photo Story of the Year”, raccoglie nove scatti che raccontano come si vive sotto il regime dei talebani dopo il ritiro degli americani nell’agosto del 2021.

“Battered Waters” è invece il lavoro della fotografa armena Anush Babajanyan che ha ricevuto il “World Press Photo Long-Term Project Award”. Qui il focus è sulla crisi climatica nell’Asia centrale e, in particolare, in Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan.

“Here, The Doors Don’t Know Me” dell’egiziano Mohamed Mahdy ha ricevuto, infine, il “World Press Photo Open Format Award”, narrando attraverso foto, materiali d’archivio ma anche lettere e scritti dei residenti, video e suoni, la storia di una comunità di pescatori che sta scomparendo nel quartiere di “Al Max” ad Alessandria d’Egitto.

Due gli italiani che hanno ricevuto un riconoscimento e le cui opere saranno esposte in mostra: l’orvietano Alessandro Cinque premiato per il suo “Alpaqueros” (in cui racconta la vita delle allevatrici peruviane che rischiano la vita portando gli alpaca sempre più in alto, per contrastare la siccità) ed il romano Simone Tramonte che con il suo “Net-Zero Transition” racconta il cambiamento climatico in positivo, raccogliendo progetti innovativi che potranno permettere all’Europa di diventare il primo continente a impatto zero.

Gianni Milani

“World Press Photo Exhibition 2023”

Palazzo Barolo, via delle Orfane 7, Torino; tel. 338/1691652 o www.worldpressphototorino.it

Fino al 19 novembre

Orari: dal lun. al giov. 10/20; ven. e sab. 10/21; dom. 10/20

Foto di: Evgeniy Maloletka (Associated Press), Anush Babajanyan (National Geographic Society), Mohamed Mahdy, Simone Tramonte

 

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