La Pareidolia, vedere oggetti e forme con la fantasia visiva

Nuvole a forma di animali, rocce che creano un profilo umano o il muso di una automobile che ci sorride.

A chi non e’ capitato di scorgere nel cielo un cane fatto di vapore d’acqua condensato o di ricevere un sorriso dal cofano di una macchina? Quante volte i rubinetti hanno creato un’espressione buffa o le finestre e i portonI di un palazzo prendono le sembianze di un volto spiritoso? La pareidolia e’ un fenomeno che si attiva attraverso i circuiti celebrali che regolano l’elaborazione visiva e probabilmente lo abbiamo ereditato dai nostri antenati che moltissimo tempo fa, per poter sopravvivere, dovevano riconoscere i predatori mimetizzati nella natura.

Anche alcuni artisti molto famosi si sono deliziati a ritrarre nei loro dipinti immagini nelle nubi o nella vegetazione, un esempio e’ quello di Andrea Mantegna che nella sua opera del 1502 “Trionfo della virtu’” ha raffigurato dei volti nelle nuvole oppure Giotto che ha ritratto il viso di un demone in un affresco dedicato alla morte di San Francesco nella Basilica di Assisi.

Leonardo Da Vinci ne ha parlato nel suo trattato di pittura: “Se riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie vi potrai vedere diverse battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose” e Arciboldo con la frutta e la verdura ha creato veri e propri volti umani facendone un vero e proprio stile mentre Salvador Dali’ ha dato vita a suggestive e mistiche illusioni ottiche.

Vediamo quello che vogliamo vedere, cio’ che la nostra esperienza ed il nostro vissuto ci suggeriscono che le neuroscienze chiamano “circonvoluzione fusiforme”, un giro celebrale che ci predispone al riconoscimento facciale anche quando questo oggettivamente non esiste. Sembra che questa abilita’ visiva raggiunga il suo massimo intorno ai 30 anni, che decresca andando avanti con l’eta’ e che dipenda dalla sensibilita’ personale, dalle convinzioni e dallo stato emotivo. Le credenze hanno una grande influenza su questa particolare ed interessante visualizzazione di immagini e producono una maggiore propensione alla loro formazione, un esempio puo’ essere quello della visualizzazione con frequenza del volto di Gesu’ o della Madonna.

Finche’ rimane un fenomeno sporadico e ludico questa attitudine ha una connotazione positiva e divertente, diverso e’ il caso in cui queste suggestioni diventano regolari incidendo fortemente sulla percezione della realta’. Ci sono persone, infatti, altamente sensibili che visualizzano immagini di oggetti o di figure umane praticamente ovunque e questa errata impressione dell’ambiente circostante puo’ alterarne la relazione e a volte causare persino incidenti, in questi casi, ovviamente, e’ necessario un trattamento medico-psicologico.

Tornando alla versione divertente e sana della pareidolia, questa puo’ essere un vero e proprio esercizio creativo tant’e’ che a Chichibu, in Giappone, vicino a Tokyo e’ stato realizzato un museo, il Chinsekikan, la galleria delle pietre curiose, che ospita 1700 sassi che hanno le sembianze di volti umani anche famosi come quella di Elvis Presley.

MARIA LA BARBERA

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