Il pericolo del contagio della Francia in fiamme

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Domenico Quirico ,uno dei giornalisti più faziosi della pur faziosissima “La Stampa“ ha scritto: “L’ intifada dei disperati  delle banlieues manda in cenere la Fraternite’”.
L’ex ministro Andrea Riccardi dal canto suo ha affermato, riferendosi all’ Italia: “Non bisogna avere paura dei profughi: contribuiscono a costruire il futuro” perché nell’Italia della denatalità essi sono nuova forza- lavoro. Quanto sta accadendo in Francia, al di là della uccisione da parte di un poliziotto in un ragazzo sbandato di una banlieu- episodio che va condannato con fermezza quando sarà chiaro ciò che effettivamente è accaduto -rivela un forte disagio di immigrati di terza e quarta  generazione che godono della cittadinanza francese, ma non si sono mai integrati e non si riconoscono francesi, forse in parte per il fatto di essere musulmani, sicuramente perché si considerano succubi di uno Stato che ha smarrito l’idea della fratellanza stabilita dalla Rivoluzione francese. La Francia paga il suo passato coloniale più di ogni altro paese europeo perché l’Inghilterra imperiale  ha saputo agire con maggiore capacità politica anche perché la monarchia ha esercitato un ruolo importante di equilibrio e di moderazione. Il fatto che un indiano sia arrivato ad essere sindaco di Londra non è cosa di poco conto. La situazione francese è incandescente e i bagliori della rivolta non sono nuovi perché giunsero anche al terrorismo: pensiamo alla strage di Nizza. In Francia come anche in Italia non c’è un disagio ( che porta alla violenza ) non solo di immigrati, ma di  cittadini francesi con origine francese:  i gilè’ gialli ne sono un esempio. Letto in questo contesto il discorso di Riccardi appare un sogno utopistico  e neppure tanto cristiano visto che parla dei profughi come forza- lavoro. L’esperienza delle rivolte in Francia che si sono estese anche in parte in Belgio e in Svizzera , devono farci riflettere sull’accoglienza indiscriminata e anche sull’uso di una manovalanza straniera a basso costo, visto che noi italiani non siamo più disposti a fare certi lavori. L’assistenzialismo becero e antieducativo del reddito di cittadinanza  ha  consentito e favorito il lavoro in nero o l’assistenzialismo parassitario. Non troviamo neppure più camerieri per bar e ristoranti: una vera follia.
Nessuno in Italia ha cercato di integrare gli immigrati clandestini in arrivo da anni in modo incontrollato. Forse solo una parte della Chiesa cattolica lo ha fatto.
Ma l’esperienza francese – dove gli arrivi  di nuovi immigrati sono respinti – deve farci meditare. Anche noi potremmo dormire sopra un vulcano attivo che potrebbe eruttare violenze analoghe a quelle francesi. In certe barriere delle nostre città la vita per gli italiani è già oggi molto difficile perchè certe mafie straniere controllano già parte del territorio. Il governo nel prossimo futuro deve vigilare , prevenire e reprimere con tutta la durezza necessaria  . In certi casi non c’ è altra via per tutelare la democrazia contro la violenza dei rivoltosi. E purtroppo anche sui tempi lunghi è difficile pensare ad una integrazione ,come dimostra la Francia in fiamme. A dar ragione a Quirico e a Riccardi c’è il rischio di trovarsi anche noi come la Francia. Il razzismo qui non c’entra nulla, mentre c’entra il realismo della convivenza civile, della difesa della legalità e dell’etica della responsabilità.
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