Grattacielo Regione. Pd – Radicali: “A che punto siamo?”

Riceviamo e pubblichiamo

27 giugno 2023 – “A distanza di 9 mesi dall’inaugurazione dell’ottobre scorso del nuovo Grattacielo della Regione riteniamo sia importante fare il punto della situazione. Tanti sono stati i disservizi, le mancanze e molti gli aspetti da sistemare. Vogliamo capire come stiano esattamente le cose e come si possa intervenire per sanare la situazione” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Non solo il nuovo grattacielo della Giunta regionale non ha ancora il parcheggio per le bici, alla faccia della sostenibilità ambientale, dell’ecologia, dell’intermodalità dei trasporti e della promozione della realizzazione di nuovi percorsi ciclabili sul territorio piemontese, un vero non senso, ma presenta anche molti ostacoli strutturali per chi ha disabilità (scalini, maniglioni nei bagni ecc), siano essi lavoratori o visitatori. Ci sembra decisamente inopportuno e quasi sfrontato che, mentre le persone con disabilità non riescono ancora ad accedere senza problemi al proprio luogo di lavoro, si organizzino tour propagandistici come quello guidato qualche giorno fa dal Presidente Cirio. Auspichiamo che vengano messe in atto, in tempi brevi, le modifiche necessarie per rendere il grattacielo davvero fruibile da tutti” interviene la Consigliera regionale del Partito Democratico Monica Canalis.

“La corsa all’inaugurazione del grattacielo, tra insegne adesive, disservizi e rinvii nei traslochi, ha comportato  conseguenze che continuano a pagare i lavoratori di Regione Piemonte; nel corso dei mesi abbiamo assistito a malfunzionamento dei servizi informatici e telefonici, a quello degli ascensori, al ritardo nella realizzazione della passerella che dovrà collegare il grattacielo con la stazione Lingotto, alla mancanza del servizio mensa e persino alla segnalazione della presenza di roditori nell’edificio – interviene il Vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle – Ancora nei giorni scorsi gli ascensori sono rimasti bloccati per gran parte della giornata per una prova antincendio raffazzonata e il lavoro è stato interrotto a più riprese dagli autoparlanti. Ma è sugli aspetti tecnici legati alla sicurezza che si concentrano le nostre preoccupazioni, che evidentemente non coincidono con le incontenibili voglie comunicative della Giunta Cirio. Ad oggi il certificato di collaudo tecnico amministrativo in corso d’opera non è ancora stato consegnato. La commissione di collaudo ha già perso un membro, l’ing. Comito e si sono susseguite diverse rinunce alla sua sostituzione; successivamente si è dimesso anche il RUP (Responsabile Unico del Procedimento), l’ing. Faccipieri. Non è dato sapere chi li sostituirà. Chiediamo che vengano chiariti al Consiglio regionale i motivi che hanno portato a queste dimissioni: abbiamo presentato istanza di accesso agli atti, ancora senza risposta. Il certificato di collaudo dovrebbe essere consegnato entro 12 mesi dalla dichiarazione di fine lavori, data il 29 luglio 2022, eppure l’assessore Tronzano, in un recente Question Time ha ipotizzato l’arrivo del certificato di collaudo entro la fine di settembre 2023. Il 29 luglio 2022 viene rilasciato il Certificato di ultimazione lavori, da cui parte il conteggio dei 12 mesi entro i quali ottenere il Certificato di Collaudo. A luglio 2022 la Regione chiedeva una proroga di 60 giorni per effettuare “lavori del tutto marginali e non incidenti sull’uso e sulla funzionalità dei lavori” come citato dalla legge. I 12 mesi entro cui ottenere il Certificato di Collaudo scadrebbero dunque il 29 luglio 2023. A meno che i lavori per cui è stata chiesta la proroga, non fossero in realtà particolarmente significativi e, dunque, sia intervenuto un successivo Certificato di ultimazione lavori. I 60 giorni di proroga sono quindi stati richiesti per delle finiture marginali, oppure per dei lavori talmente importanti da escludere il Certificato di ultimazione lavori di fine luglio? Chi si assume la responsabilità per la sicurezza dei dipendenti che si stanno spostando al grattacielo?”

 “Sulla mancata trasparenza in tutte le fasi di realizzazione del grattacielo, come Radicali Italiani, in particolare grazie a Giulio Manfredi, abbiamo fatto un lavoro di analisi e denuncia costante – dichiara Igor Boni, Presidente Nazionale dei Radicali Italiani – Il primo successo fu nel 2015, quando l’allora assessore Reschigna creò, su nostra proposta, una pagina dedicata al grattacielo sul sito Regionale. Chi oggi andasse su quella pagina potrebbe constatare che l’ultimo comunicato della Giunta Regionale risale al 2 gennaio 2023 e che l’ultimo aggiornamento sullo stato delle bonifiche nell’area ex Fiat Avio (area dove sarà realizzato anche il Parco della Salute) risale al 31 agosto 2022.

Rispetto alle bonifiche la Giunta Regionale non ha mai risposto alla PEC del 15/07/2022 con cui chiedevamo agli assessori Caucino, Tronzano e Icardi di commissionare uno studio agli avvocati della Regione su chi deve pagare le bonifiche, alla luce del contratto di acquisto dell’area del 2004 in cui il venditore (Fiat Avio) si impegnava a sostenere i costi delle bonifiche. Contratto di acquisto che abbiamo ottenuto grazie ad un accesso civico di Giulio Manfredi. Pongo infine questi due altri problemi:

1) il numero elevato di subappalti (ad oggi ne abbiamo contati 130), che rischia di dare al Grattacielo un vestito di Arlecchino (troppe lavorazioni non coordinate fra loro);

2) il “caso Vincenzo Nunziata”: Vincenzo Nunziata è l’attuale capo di gabinetto del ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo; prima era stato capo di gabinetto del ministro degli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini. Nunziata è anche presidente del Collegio Tecnico Consultivo chiamato a dirimere le controversie fra la Regione e le ditte costruttrici del Grattacielo.

Giuridicamente, tutto regolare. Politicamente, contestiamo l’opportunità della scelta di una persona che già come capo di gabinetto della Gelmini (allora in FI) aveva rapporti istituzionali quotidiani con le Regioni, Piemonte compreso e che ora è capo di gabinetto di un ministro piemontese, commissario regionale di Forza Italia. Ultimo ma non ultimo c’è da sottolineare le numerose magagne della struttura, una fra tutte la temperatura inaccettabile (ben oltre i 30°) che subiscono coloro i quali lavorano all’ingresso in un ambiente privo di climatizzazione dentro una serra bollente”.

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