APPELLO PER LA DETASSAZIONE PER PROPRIETARI DI CASA VIRTUOSI
Sul caro affitti per gli studenti universitari e sulla protesta che sta prendendo piede nelle principali città italiane, FIMAA Torino, la principale Federazione di Categoria degli agenti immobiliari, aderente ad Ascom Confcommercio Torino, fa luce sulle linee guida delle locazioni proprio per chi studia fuori sede.
«Ormai il caro affitti degli studenti universitari, già segnalato da noi alcuni anni or sono, è diventato a tutti gli effetti un problema sociale – sottolinea il presidente di FIMAA Torino Franco Dall’Aglio – e coinvolge il settore affitti facendo chiaramente emergere l’inadeguatezza delle strutture preposte con i posti letto degli studentati e l’incapacità del settore privato a colmare questo gap tra domanda e offerta».
«A livello nazionale – prosegue Dall’Aglio- solo il 6% delle esigenze abitative degli studenti viene soddisfatto dalle strutture universitarie e para universitarie. Viviamo quindi una realtà di mercato dove la forte domanda ha fatto lievitare i prezzi anche se così non dovrebbe essere. Al netto delle truffe e delle agenzie di servizi che pretendono una cifra una tantum non rimborsabile solo per fornire contatti senza garanzia della conclusione della trattativa, nel 1998 il nostro legislatore, con la legge n. 431, ha tolto di fatto dalle regole del mercato la libera contrattazione degli affitti agli studenti».
«Dal 1998 corre l’obbligo, per chi vuole affittare agli studenti, di attenersi ai canoni concordati – precisa la vicepresidente vicaria di FIMAA Torino, Beatrice Pinelli- un po’ come per i classici contratti concordati 3+2. Se si prendesse coscienza del disagio sociale che si crea con l’aggiramento di questa normativa, magari consentendo la detassazione IMU per i proprietari virtuosi ci sarebbero molti meno soggetti pronti a speculare sugli studenti. Altro fattore che crea disagio e forte imbarazzo è quello che i Comuni si ostinano a non riconoscere a questi studenti la facoltà di prendere la residenza presso l’immobile affittato con conseguente impossibilità ad accedere ai servizi destinati ai residenti primo fra tutti quello sanitario».
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