Chiedo di essere ascoltato come studioso della laicità
Che un eccentrico consigliere comunale di Torino voglia digiunare contro il crocifisso nella sala rossa del consiglio comunale ha certamente poca importanza, come ha pochissima importanza la vulgata laicista del massone ultracentenario Segre che ripete stancamente cose che forse la stessa Massoneria non condivide più. Il tema del crocifisso nella sala rossa è tema obsoleto, più volte riproposto inutilmente nel corso degli anni da gruppuscoli di laicisti intolleranti. Ancora una volta la distinzione netta di Bobbio tra laici e laicisti riappare, così come la fondamentale precisazione di Passerin d’Entreves sulla laicità che non significa miscredenza, dovrebbe essere ricordata almeno da chi non sia del tutto incolto. I veri laici sono pluralisti sempre e non sono disposti a battaglie di retroguardia del tutto fuori dal tempo. Basterebbe leggere qualche pagina del “Perché non possiamo non dirci cristiani “ di Croce per capire che il Cristianesimo è parte storica della nostra civiltà occidentale e laica. Basterebbe leggere cosa scrisse Natalia Ginsburg sul Crocifisso, lei ebrea e atea comunisteggiante, per capire cosa significhi il Cristo crocifisso che da tempo è stato fatto sloggiare dalle scuole. Quando i Francesi arrivarono a Milano , tolsero subito i crocifissi dalla Sala del Comune a Palazzo Marino. Il poeta illuminista Parini che non era distante dalle idee egualitarie della Rivoluzione francese, disse: “Dove non entra il cittadino Cristo, non entra neppure il cittadino Parini”. Io chiedo in modo formale di essere ascoltato alla Presidente Maria Grazia Grippo che ha ben altra sensibilità democratica dei suoi predecessori immediati, in primis come studioso della laicità su cui ho scritto saggi conosciuti a livello internazionale.
Pier Franco Quaglieni
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