Nell’ambito di controlli mirati al contrasto del gioco e delle scommesse illecite, i poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Torino, avendo fondato motivo di ritenere che un’ attività intermediaria, con sede nel comune di Nichelino, che formalmente agiva come punto di commercializzazione PVR (punto vendita ricariche), potesse operare come un vero e proprio centro scommesse abusivo allineato ad eventi sportivi, hanno sottoposto la stessa a plurimi controlli.
In occasione delle verifiche, numerosi clienti sono stati trovati in possesso di tagliandi relativi a scommesse sportive (soprattutto calcio) effettuate su piattaforme dedicate; le scommesse venivano accettate dal titolare dell’internet point il quale avrebbe utilizzato allo scopo il conto gioco di una terza persona, al momento non indagata, avvalendosi del codice fiscale di questi.
Nell’internet point, inoltre, erano stati installati 4 computer che il gestore aveva messo a disposizione della clientela per quella che, a tutti gli effetti, appariva una sala scommesse abusiva.
Il sistema consentiva, pertanto, di aggirare i divieti imposti per i punti di commercializzazione P.V.R., di intermediare nelle scommesse, pagare le vincite ed effettuare scommesse con il conto gioco altrui.
Secondo quanto accertato dagli agenti, coadiuvati dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, ammonterebbero a un migliaio circa le scommesse illegali giocate dall’inizio di marzo e fino al 18 aprile u.s., giorno del controllo, con conseguente ingente quantitativo di denaro generato.
Alla luce dei fatti emersi, il gestore dell’internet point è stato indagato in stato di libertà per aver svolto attività di scommesse senza essere titolare di licenza del Questore e per aver effettuato intermediazione nella raccolta di scommesse. Il medesimo è stato sanzionato per violazioni amministrative per un totale di Euro 40.000. I locali sono stati sottoposti pertanto a sequestro preventivo convalidato dall’Autorità Giudiziaria.
Il procedimento penale si trova tutt’ora nella fase delle indagini preliminari, pertanto la responsabilità penale deve essere ancora accertata.
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