PER CURARE PIU’ PERSONE E CON MAGGIORE PRECISIONE
La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ha investito oltre 3 milioni di euro per dotare l’istituto di Candiolo-IRCCS di un apparecchio di ultima generazione, fabbricato negli Stati Uniti, più efficace, più efficiente, più veloce e con una qualità superiore delle immagini.
Allegra Agnelli: “Vogliamo dare sempre più possibilità di guarigione ai pazienti oncologici”.
Una nuova Tomotherapy di ultima generazione rinnova ulteriormente il parco tecnologico dell’Istituto di Candiolo-IRCCS. L’apparecchiatura è arrivata dagli Stati Uniti a fronte di un investimento da parte della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di oltre 3 milioni di euro, reso possibile solo grazie alle donazioni. E’ entrata in funzione nel reparto di Radioterapia dove, per il suo utilizzo, è stato allestito uno speciale bunker, strutturato con pareti, porte, soffitti e sistemi tecnologici adatti a questo tipo di macchinari.
L’Istituto di Candiolo-IRCCS è l’unico centro piemontese a essere dotato di due Tomotherapy, apparecchi che consentono il superamento di alcuni limiti delle tecniche radioterapiche più convenzionali. La Tomotherapy appena entrata in funzione è basata sulla tecnologia IGRT (terapia radiante guidata dalle immagini) e fa un ulteriore passo in avanti dal punto di vista tecnologico: “E’ più efficace, più efficiente, più veloce e con una qualità superiore delle immagini, che grazie al nuovo software sono di tipo radiologico-diagnostico. In particolare, poi, consente cicli di terapia più veloci del 20-25% con notevoli vantaggi per i pazienti”, afferma il Dottor Marco Gatti, Direttore della Radioterapia dell’Istituto, un reparto all’avanguardia che ogni anno consente di trattare più di mille pazienti.
“Il radioterapista – spiega ancora il Dottor Gatti – ha la possibilità di visualizzare in tempo reale il volume del bersaglio tumorale e di adattarlo alle varie situazioni di variabilità fisiologica (pensiamo a un tumore polmonare che si muove durante la respirazione), ai movimenti volontari e casuali del paziente, agli errori di posizionamento e alle nuove situazioni che si vengono a creare durante il trattamento radioterapico, come il dimagramento del paziente. Sono numerosissime le variabili in gioco, un tumore non è un bersaglio fisso, ma è contenuto in un organismo vitale ed è quindi soggetto a modificazioni, movimenti e conseguenti dislocazioni, oltre a poter diminuire di diametro durante il trattamento radioterapico per effetto della risposta alle radiazioni. In tutte queste situazioni il piano di cura necessita di una “ripianificazione immediata”.
Con la Tomotherapy è possibile trattare tutte le patologie oncologiche, tuttavia tale apparecchiatura è particolarmente indicata per tutte quelle situazioni in cui è richiesta un’alta collimazione della dose con un notevole risparmio degli organi critici, come ad esempio i tumori del distretto testa-collo, del polmone o della prostata, oppure per quelle situazioni in cui sono richiesti campi di radioterapia estesi, come ad esempio i sarcomi delle parti molli degli arti, o infine per tumori a ridosso di strutture complesse come il midollo spinale.
Inoltre, permetterà di disegnare dei protocolli di ricerca clinica basata sull’imaging qualitativo e quantitativo. E’ in fase di progettazione uno studio sul tumore del retto al fine di ottenere dei modelli predittivi affidabili per la valutazione della risposta alle terapie.
“La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro – afferma il Presidente Allegra Agnelli – è costantemente impegnata a dotare l’Istituto di Candiolo delle migliori tecnologie per dare sempre più speranze di guarigione ai pazienti. Lo possiamo fare grazie al sostegno di aziende, enti, associazioni e decine di migliaia di persone, che ci dimostrano la loro vicinanza attraverso le donazioni e il 5X1000. E’ sempre grazie a questa generosità che abbiamo potuto progettare e iniziare i lavori di sviluppo dell’Istituto di Candiolo: presto inaugureremo il primo padiglione di 2.700 metri quadrati che ospiterà Onco-Lab, dove vi saranno laboratori dotati di nuove tecnologie, in cui i ricercatori lavoreranno per la messa a punto di nuove soluzioni farmacologiche”.
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