La riscossa di Asti, a spasso per la città

Vigneti, castelli medioevali, torri, borghi, cantine vecchie di secoli e il Palio più antico d’Italia, Asti presenta i suoi tesori a chi la visiterà nella bella stagione. Archiviata la possibilità di diventare la capitale della cultura italiana nel 2025 (la concorrenza con altre città finaliste era spietata) Asti è comunque una bella città da scoprire.

Sede di un ducato longobardo nel VI secolo, si trasformò in contea sotto i Franchi, in libero comune nel Piemonte dell’XI secolo e come uno dei più potenti comuni d’Italia nel XIII secolo. Passò agli Angioini, agli Orléans-Visconti e infine ai Savoia nel Cinquecento. Conosciuta per la sua architettura medievale e per essere la capitale, questo sì!, del moscato e dello spumante e per il suo storico Palio che si corre da otto secoli, offre a chi la visita alcuni pregiati tesori. Il modo migliore per vederli è una tranquilla passeggiata nelle vie del centro storico. Aspettando il restauro del Complesso di San Pietro, una serie di edifici costruiti nel XII, ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e che verrà inserito nel percorso europeo delle Rotonde del Santo Sepolcro, si può partire da piazza Vittorio Alfieri, dedicata al poeta e drammaturgo nato ad Asti il 16 gennaio 1749, per raggiungere Palazzo Alfieri. Qui, nella casa natale di Alfieri, poi acquistata dal conte Ottolenghi si trovano il museo Alfieriano, la Fondazione Centro studi Alfieriani e la Fondazione Eugenio Guglielminetti. Palazzo Mazzetti, dimora del Settecento in corso Alfieri, nel centro antico, è invece la sede della Pinacoteca civica della città, ospita mostre e rassegne. Il piano nobile, abitazione della famiglia Mazzetti, custodisce opere tra il ‘500 e l’800 mentre al secondo piano ci sono le collezioni di pittura e scultura di ‘800 e ‘900. Tra le chiese del centro storico spicca la cattedrale di Santa Maria Assunta, architettura sacra gotica, una delle chiese più grandi del Piemonte. Curiosità storica: in Duomo è sepolto il “Santo dell’acqua”. Si chiamava Enrico Comentina, noto come Enrico d’Asti, patriarca latino di Costantinopoli nel Trecento. Apparteneva alla nobile famiglia astese dei Comentina, fu decapitato dai turchi mentre celebrava la Messa a Smirne. Le spoglie di Enrico d’Asti riposano sotto l’altare e vengono mostrate ai fedeli nei periodi di calamità atmosferiche come alluvioni o siccità. Secondo la tradizione l’urna che trasportava il corpo di Enrico d’Asti durante il viaggio dall’Oriente all’Italia si sarebbe miracolosamente salvata dal mare tempestoso. E così fu chiamato “il Santo dell’acqua”. Una delle chiese più antiche della città è la Collegiata di San Secondo, chiesa gotica, che in base alla tradizione sarebbe stata eretta proprio nel luogo del martirio di San Secondo, patrono della città e della diocesi di Asti, uno dei primi martiri in terra piemontese le cui spoglie sono sepolte in chiesa. E parliamo di torri perché tra le tante torri delle chiese e degli edifici storici di Asti svetta la Torre Rossa di San Secondo, uno dei monumenti più vecchi della città. Sarebbe stata l’ultima prigione del patrono della città. È stata costruita in due periodi diversi, la prima parte intorno al I secolo a.C. mentre la seconda risale all’XI secolo. La Torre Troyana o Torre dell’orologio (199 scalini) dal 1560 suona le ore, la costruzione risale al Duecento ed era di proprietà della famiglia aristocratica dei Troya, una delle casate astigiane più potenti. Da non dimenticare uno dei gioielli della città, i resti della chiesa dedicata a Sant’Anastasio, vescovo di Asti nel V secolo, nel rione Cattedrale, con la sua incantevole cripta romanica (sec. XI-XII) con colonne e capitelli di età romana e altomedievale, circondata da tombe longobarde. Le fasi ancora più antiche della storia della città si scoprono però nella Domus Romana di via Varrone 30 con i resti di un’abitazione patrizia del I secolo dopo Cristo arricchita da un mosaico pavimentale nella sala da pranzo. Le principali attrazioni di Asti fanno parte della Fondazione Asti Musei ed è consigliabile prendere un biglietto cumulativo che, al costo di 10 euro, consente di accedere ai sei siti più importanti della città. Il ticket può essere acquistato alla biglietteria di Palazzo Mazzetti, in corso Alfieri 357, aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.                 Filippo Re
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