Il documento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale
«Per Chieri, per il chierese e per l’alto astigiano quella dell’Area di Cambiano rappresenta certamente una scelta consona, da accogliersi con estremo favore»: è quanto affermato nell’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Chieri.
Il documento, presentato dalle consigliere comunali Clara BRAMARDI (Sicchiero per Chieri Si), Manuela OLIA (Partito democratico) e Mariella TAGLIAVIA (Chieri Ecosolidale) e sottoscritto anche dai consiglieri di minoranza Rachele SACCO (Progetto per Chieri-Salviamo l’ospedale insieme) e Antonio ZULLO e Piercarlo BENEDICENTI (Lista per Chieri Zullo):
- chiede all’assessore regionale alla Sanità Icardi e alla Giunta regionale di dare certezze sui tempi e sulle risorse necessarie per la realizzazione del nuovo ospedale unico dell’ASLTO5 e di fare chiarezza sul destino dell’ospedale Maggiore;
- chiede alla Giunta regionale, al Consiglio regionale e all’assessore alla Sanità precise rassicurazioni sul futuro dell’ospedale di Chieri, quale sia il piano di sviluppo che lo coinvolge e quali potenziamenti si intendono sviluppare in questo presidio;
- dichiara la ferma opposizione da parte del Consiglio comunale della Città di Chieri a qualsiasi ridimensionamento e taglio di personale e servizi che dovesse coinvolgere il Maggiore fino alla realizzazione e alla piena entrata in funzione del nuovo ospedale unico dell’AslTO5.
«È importante che su un tema così strategico come quello del nuovo ospedale ci sia stata convergenza tra maggioranza e minoranze-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-qualora nei prossimi giorni il Consiglio regionale dovesse confermare l’Area di Cambiano, ci auguriamo che si proceda alla realizzazione del nuovo ospedale senza ulteriori perdite di tempo. Voglio ricordare che era il 3 dicembre del 2015 quando veniva siglato il Protocollo d’Intesa e in un Paese normale in sette anni si costruisce un nuovo ospedale! Invece, noi stiamo ricominciando da zero. Non ci interessa condurre battaglie “campanilistiche”: la priorità è fare presto e bene il nuovo ospedale, perché abbiamo bisogno di un ospedale moderno, efficiente, non energivoro, destinato alle alte complessità, dove i cittadini siano curati meglio e gli operatori possano lavorare in sicurezza Un nuovo ospedale che venga a sostituire presidi ospedalieri oramai obsoleti, sempre meno attrattivi, inadeguati a fronte delle sempre più rapide innovazioni tecnologiche e dove gli interventi edilizi di adeguamento sono costosi e complessi. L’Ires ha calcolato che il Maggiore presenta un fabbisogno di adeguamento stimato in 20 milioni di euro (S. Croce si ferma a 15) e costi annuali di manutenzione pari a 2 milioni e 400 euro (il doppio del Santa Croce). Ma soprattutto, accanto al nuovo ospedale, occorre potenziare una medicina di territorio in grado di dare risposte ai bisogni di salute soprattutto degli anziani, dei non autosufficienti e dei malati cronici».
«Ciò detto-aggiunge il Sindaco Alessandro SICCHIERO -ora occorre dare certezze sui tempi e sulle risorse necessarie per la realizzazione del nuovo ospedale e fare chiarezza sul destino dell’ospedale Maggiore, che nel frattempo non deve in alcun modo essere depotenziato. Sono chiarimenti dovuti agli amministratori di questi territori e ai cittadini».
Sulla questione dei finanziamenti, il documento ricorda come il nuovo ospedale sia contemplato nel Piano triennale di investimenti dell’Inail, «ma si tratta di un elenco contenuto meramente indicativo, non corrisponde a stanziamenti certi-spiega Alessandro SICCHIERO-Quel Piano prevede 600 milioni di euro per tutta l’Italia, 200 milioni di euro annui. La Regione Piemonte ha comunicato in più circostanze che le nuove strutture sanitarie da realizzarsi tramite investimento da parte dell’Inail sarebbero otto, ovvero, oltre al nuovo ospedale dell’ASLTO5, i nuovi ospedali del VCO, Cuneo, Alessandria, Vercelli, Savigliano-Saluzzo-Fossano, Ivrea e Torino/Maria Vittoria. Dell’ospedale del VCO si sono perse le tracce, quello di Cuneo verrà realizzato tramite partenariato pubblico privato. Ne restano sei. Ma se lo stanziamento Inail è pari a 200 milioni di euro l’anno per tutta Italia, è irrealistico pensare di realizzare con tali risorse sei ospedali nel solo Piemonte».
Per quanto riguarda il futuro del Maggiore, il documento ricorda che l’assessore Icardi il 3 marzo 2023 ha precisato che il nuovo ospedale funzionerà per le “acuzie” mentre quelli dismessi “rimarranno attivi per tutti i servizi sanitari che non necessitano di struttura ospedaliera: la presa in carico di patologie croniche, esami e visite ambulatoriali, ospedali e case di comunità, servizi amministrativi e ogni altra prestazione territoriale”.
«Tuttavia-aggiunge ancora Alessandro SICCHIERO-nel ridisegno della medicina territoriale dell’AslTO5 tramite i fondi del PNRR, che prevede la realizzazione di case di comunità e di ospedali di comunità, non è stato precisato destino dei tre attuali ospedali dell’ASLTO5, quindi non è noto se saranno trasformati in ospedali di comunità/case di comunità e quali servizi accoglieranno, a parte il fatto che il Maggiore sarà sede di una Cot (Centrale operativa territoriale). In altri territori della nostra Regione vediamo che ospedali dismessi vengono riqualificati e riempiti di servizi sanitari. È quello che sta capitando, ad esempio, con gli ex ospedali di Alba e di Bra, dove la Giunta regionale ha investito rispettivamente 25 e 20 milioni di euro. Ci aspettiamo analoghi investimenti anche a Chieri per garantire servizi adeguati ai nostri cittadini».
«Per tutelare il diritto alla salute dei cittadini occorre unità d’intenti-commenta la consigliera di minoranza Rachele SACCO-per questo ho sottoscritto l’Ordine del giorno della maggioranza, a cui è stata aggiunta la richiesta di non depotenziare il Maggiore. Fino al taglio del nastro non deve esserci ridimensionamento e tagli di personale o di servizi. La Regione Piemonte deve dare rassicurazioni in merito e chiarire come intende sviluppare il nostro presidio».
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