Esiste un sottile fil rouge che unisce un attore della statura di Franco Branciaroli a una città quale Torino e, in particolare, al teatro Carignano, da quando, al tempo dei suoi esordi attoriali, proprio in questo teatro recitò con Aldo Trionfo nel primo ruolo da protagonista in “Nerone è morto” di Miklos Hubay.
Ritorna nello stesso teatro da martedì 17 a domenica 22 gennaioprossimi con la sua decima interpretazione shakespeariana, in questo caso ne “Il mercante di Venezia”, per l’adattamento e la regia di Paolo Valerio, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano e Teatro degli Incamminati.
Il Mercante di Venezia è da sempre considerato un testo controverso e ambivalente tale da affiancare, ad un sofisticato intreccio di corteggiamenti e storie d’amore, un contraltare di scontri etici, rapporti di cruda avidità e differenze interreligiose.
Su tutti i personaggi spicca la figura del mercante usuraio Shylock, interpretato da Franco Branciaroli, che lo rende una personalità sfaccettata e misteriosa, isolata e consapevole della propria diversità e emarginazione.
È sicuramente un Mercante di Venezia inedito e brillante quello del mattatore Franco Branciaroli, uno Shakespeare iridato con Carlo Goldoni nella forma, ma accompagnato anche da una verve inaspettatamente comica, seppur profonda nella sostanza.
La messa in scena risulta dominata, allora come oggi, e in questo consiste la grande attualità del testo shakespeariano, dalla sopraffazione, dall’odio viscerale antisemita, dal pregiudizio razziale, dalla discriminazione e dalla propensione al raggiro.
La società elisabettiana era fortemente antisemita. L’opera portata in scena da Branciaroli è capace di restituire questa connotazione, a tratti cruda, facendo emergere, a una lettura più approfondita, che il bene e il male non sono esclusivo appannaggio di una delle due parti in causa. Il desiderio di vendetta di Shylock è giustificato dal disprezzo con cui viene trattato e così i suoi difetti non si discostano neanche così tanto da quelli della società veneziana sua accusatoria.
Le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Stefano Nicolao, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Antonio Di Pofi.
Teatro Stabile del Friuli Venezia, Centro Teatrale Bresciano. Teatro De Gli Incamminati
MARA MARTELLOTTA
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