Trentanove anni, guida un percorso di rilancio dell’associazione
Andrea Polacchi è il nuovo presidente di Arci Piemonte.
Ieri egli spazi del circolo Operaio Franco Ferraris di Omegna, si sono infatti riuniti i rappresentanti dei 500 circoli e sette comitati territoriali che rappresentano gli oltre 110mila tesserati Arci del Piemonte.
Polacchi – attualmente presidente del Comitato Arci Torino – è stato eletto alle 17,30 presidente del Comitato regionale, a conclusione del congresso per il rinnovo delle cariche piemontesi (in programma ogni quattro anni).
«Gli ultimi anni sono stati difficili per la pandemia, certo, ma anche a causa di una Riforma del Terzo Settore ancora parzialmente incompiuta: ha reso la vita delle associazioni più rigida e professionalizzata – dichiara il neo presidente – L’Arci ha resistito, confermandosi la più importante rete di promozione sociale e culturale del Piemonte. Ora dobbiamo rilanciare».
Spiega: «La nostra associazione è portatrice di un valore immenso di diversità, radicamento, tradizione. Compito nostro, oggi, è prendere questo valore e coniugarlo al futuro: innovando le forme con cui produciamo e fruiamo cultura, costruiamo reti mutualistiche e solidali, stimoliamo alla partecipazione attiva»
Le prime sfide del nuovo gruppo dirigente riguarderanno il supporto e i servizi ai comitati territoriali e alle associazioni, anche in relazione alle nuove normative e al RUNTS, che è organizzato su base regionale. Poi, la sfida della progettazione e dello sviluppo associativo, in modo che Arci risulti radicata in modo omogeneo su tutto il Piemonte, valorizzando le caratteristiche di ogni territorio e supportando le realtà locali dell’Arci a partire da quelle più deboli. Infine, percorsi di formazione, rivolti ai circoli, ai giovani e alle tante persone vedono nell’Arci un possibile strumento di emancipazione e partecipazione.
«L’Arci è un laboratorio di pace, antifascismo e democrazia da quasi 70 anni. La nostra società ha bisogno di fondarsi su relazioni umane diverse e alternative al profitto e al consumo. Crisi ambientali, guerre e disuguaglianze: è evidente che l’attuale modello di sviluppo mostra drammaticamente i suoi limiti. Arci, attraverso la propria azione, pratica l’alternativa come scelta politica e, a partire anche da questo congresso, non intende sicuramente smettere» conclude Polacchi.
Antifascismo, genere, giustizia climatica, intercultura, e naturalmente lotta alle povertà, cultura e ricreazione sono le parole d’ordine del Documento politico del Congresso. Con questi contenuti, delegate e delegati parteciperanno al Congresso nazionale di Arci, che si svolgerà a Roma l’1, 2, 3, 4 dicembre prossimo
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