Fino al 4 ottobre
Sono venti gli artisti – pittori e scultori di varia estrazione, tendenza e scrittura narrativa – assemblati nella vasta esposizione di opere (un’ottantina) accolte, in riapertura della nuova stagione espositiva, alla galleria d’arte “La Conchiglia” di via Zumaglia 13 bis a Torino, fino al prossimo 4 ottobre.
Collettiva di ampio respiro perfettamente fedele al titolo di presentazione (“Emozioni d’Artista”) e curata da Elio Rabbione, in collaborazione con l’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”di Carmagnola, la mostra vuole anche presentarsi come omaggio (doveroso!) agli 87 anni di recente compiuti dal grande Bruno Molinaro, i cui dipinti fanno da corposa entréealla collettiva. Rossi, gialli, bianchi, cespugli di fiori, distese di papaveri, macchie di glicine o angoli suggestivi di piccoli mercati: Molinaro gioca serioso fra fantasia e realtà creando con libero vigore sorprendenti mondi naturali affidati in toto alla forza e alla meravigliosa creatività di materia e colore Originali, di certosina, maniacale manualità (nell’intagliare, nel sovrapporre “legno a legno”, ritagli e profili di scarto) sono invece le sculture– architetture di Pippo Leocata.
In esse troviamo la classicità delle “cariatidi”, della “nike alata” e di “guerrieri a cavallo” magicamente scesi, a secoli di distanza e Fidia permettendo, dal cantiere del Partenone e così vicini ai mitici guerrieri in armi liberatori dell’Adrano (Adranon) di Pippo dalla dominazione siracusana. Di silenziosi e suggestivi paesaggi d’Africa, del deserto sahariano, con alte dune e carovane, cammelli e cammellieri dalle lunghe irreali ombre, ci parla poi Guido Mannini, ultimamente attratto dal mistero di più intimi giochi astratti, al pari delle sculture e delle estrose armonie cromatiche di Giuseppe Manolio, seguite dalle geometrie (che bello “Forma e ruggine”, olio su lamiera del 2018!) di Paolo Pirrone. E, a seguire, i ricordi appesi al filo del tempo nelle “stanze vuote” di Eleonora Tranfo, dov’è la polvere a dominare vecchi pavimenti piastrellati, logori abiti appesi, pile di libri dimenticati a terra e sedie e assi abbandonati. Desolazione che sa di amara poesia. Tutt’altro rispetto alle luminose assolate, azzurro-vita bianchi travolgenti e verdastri marini, “giornate al mare” di Giacome Sampieri, dov’è trionfo di varia umanità in costume, borse a tracolla, asciugamani stesi sulla sabbia e ombrelloni aperti o chiusi e perfino la “vù cumprà” con vari cappelli (da rifilare o da far argine al sole) infilati in testa.
Dai “Grandi caldi” ai “Grandi freddi”, di natura colta nelle proprie estreme variazioni climatiche ci parla anche Gian (Giancarlo) Laurenti. Ed è natura che invita a riflessioni. Le più varie. Ciascuno cerchi la sua. Per restare in tema, l’invito è di spostare lo sguardo alle larghe corpose campagne astigiane fermate da Claudio Fassio sotto la neve. Così come ai trasparenti acquerelli torinesi di Ines Daniela Bertolini o agli omaggi floreali, fra oli ed acquerelli, inni alla “joie de vivre” di Adelma Mapelli. Universi immaginifici trasfigurati e trasfiguranti, collocati in improbabili spazi dai forti colori accesi e inquietanti dominano, a seguire, le tele di Gabriella Malfatti che, pur in un linguaggio assolutamente personale, pare strizzare l’occhio ad un’onirica avvolgente gestualità d’impronta informale. La stessa, senza mezzi termini dichiarata, delle grumose policrome tavole di Martino Bissacco cui si contrappongono la narrazione astratta (di derivazione per certi versi futurista) dell’“aristocratica”pittura di Luciana Penna, così come i “vetri dipinti a gran fuoco” di Marina Monzeglio.
Magnifiche le donne- artiste celebrate da Andreina Bertolini e resuscitate dall’oblio “imposto” loro dai “grandi”: da Francoise Gilot (compagna di Picasso e l’unica donna ad aver avuto l’ardire di lasciare il Maestro e il suo “enorme ego”) alla giapponese Ya Yoi Kusama con i suoi “pois le zucche e il manicomio” dove Kusama vive dal ’77 per scelta personale. Deliziose altresì le bimbe, da favola felice, dipinte dallo scomparso Giacomo Gulloinsieme ai loro inseparabili fenicotteri rosa. Mistero e poesia, invece, nel volto femminile di rinascimentale bellezza che s’affaccia dalla cortina di pianeti sconosciuti o nelle calviniane“Città invisibili” di Angela Betta Casale. E, in chiusura, i fantasiosi immaginifici boschi e “pesci volanti” di Antonio Presti, contrapposti alla grezza impeccabile realtà scultorea di Maurizio Rinaudo, artefice di classici nudi femminili e di “rocciosi” busti, tormentati nel bronzo e concepiti fra sacro e laico. Autentiche, per l’appunto, “emozioni d’artista”.
Gianni Milani
“Emozioni d’Artista”
Galleria d’arte “La Conchiglia”, via Zumaglia 13 bis, Torino; tel. 011/6991415 o www.laconchiglia-to.com
Fino al 4 ottobre
Orari: dal mart. al ven. 15/19; sab. 10/12 – 15/19
Nelle foto:
– Bruno Molinaro: “Mercato dei fiori di Nizza” olio su tela, 2011
– Pippo Leocata: “Parata Cavalieri – Fidia, Partenone”, legni pallet recupero, 2022
– Giacomo Sampieri: “Una giornata al mare”, olio su tela, 2022
– Adelma Mapelli: “Nello stagno”, acquerello, 2011
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE