IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
La pubblicità televisiva di una compagnia di intermediazione assicurativa che ironizza sull’Ultima cena con un’allusione alla cattiva compagnia di Giuda e ridicole e leggere battute sulla pasta alla carbonara, sulla pancetta e sul guanciale mi sembra totalmente fuori luogo. Prosegue la serie di Cesare e Bruto che pugnalo’ Giulio Cesare a cui aveva regalato dei coltelli molto taglienti, ma mentre ironizzare sull’omicidio di Cesare non può suscitare reazioni neppure nei sostenitori del cesarismo, il riferimento all’ultima cena di Gesù Cristo, presa a pretesto per delle battute profane, non può non infastidire, se non offendere, la sensibilità non solo dei credenti, ma di chiunque abbia rispetto per i sentimenti religiosi delle persone. L’ultima cena fu un passo drammatico della vita di Gesù prima della passione e della crocifissione durante la quale istituì il sacramento dell’ Eucarestia che durante ogni Messa viene ricordato e, secondo i credenti, rinnovato sull’altare con la consacrazione del pane e del vino.
Viene anche ripresa in maniera anch’essa caricaturale l’ultima cena di Leonardo, un capolavoro dell’arte di ogni tempo. Questa pubblicità rivela un degrado morale generalizzato che consente tutto, anche l’irrisione e la strumentalizzazione commerciale di eventi che per milioni di persone rappresentano qualcosa di molto importante. Questa non è laicità, è qualcosa che rasenta la blasfemia. E come tale va denunciata.
I laici separano il sacro dal profano, la Chiesa dallo Stato, e non accettano la mercificazione di ogni cosa. Questo non è neppure volgare laicismo.
E’ un consumismo indifferente ai sentimenti.
Esiste un codice deontologico della pubblicità che delimita in modo chiaro i confini di ciò che è concesso. Sotto certi punti di vista con intenti diversi, è paragonabile alle vignette anti islamiche della rivista francese” Charlie Hebdo “che provocò un attentato gravissimo per iniziativa di gruppi islamici infuriati. Allora solidarizzai con “ Charlie” ma dissi chiaramente che non è lecito confondere la satira con l’offesa. L’ultima cena merita rispetto per ciò che rappresenta non solo per i credenti.