Revel Nutini (Dlpa) chiede all’assessore Protopapa di rivedere la normativa, che impone obblighi “assurdi e irrealizzabili”.
Riceviamo e pubblichiamo
Porre rimedio a un cortocircuito legislativo che sta danneggiando in modo illogico l’attività venatoria. L’appello arriva dal vicepresidente del Comitato Dlpa (Difesa dei legali possessori di armi), Andrea Revel Nutini, a nome dei 34.069 membri. È rivolto all’assessore alla Caccia della Regione Piemonte, Marco Protopapa.
“Ci troviamo in una situazione assurda – commenta Revel Nutini – creatasi con l’accavallarsi di leggi e deliberazioni, che di fatto ha prodotto un sistema che impedisce l’attività, in contrasto con le leggi nazionali”. Il danno è doppio in questo periodo, perché – aggiunge il vicepresidente Dlpa – “ai cacciatori viene anche richiesto un aiuto per contrastare la proliferazione dei cinghiali, in relazione all’epidemia di peste suina africana”.
Nella lettera aperta inviata all’assessore, “certo di un suo interessamento per risolvere l’errore che sta danneggiando indirettamente la stessa l’amministrazione regionale”, si fa presente che applicando alla lettera tutte le norme, diventa obbligatoria la cosiddetta prova di tiro per ciascuna singola arma posseduta e, d’altro canto, si riducono all’osso le strutture dove effettuare tali prove.
Si allega il testo della lettera aperta inviata dal vicepresidente Dlpa, Andrea Revel Nutini, all’Assessore Regione Piemonte, Marco Protopapa.
Oggetto: Prove di Tiro cacciatori e Emergenza Peste Suina Africana
Spettabile Assessore,
in qualità di vicepresidente del “Comitato DLPA – Difesa dei legali Possessori di Armi” e a nome di tutti i nostri 34.069 membri, desidero evidenziarLe quanto segue:
La legge Regionale Piemontese n. 5 del 19 giugno 2018 ha previsto all’art. 12 comma 6 l’obbligatorietà delle “prove di tiro per la caccia”, con modalità di esecuzione formalmente inapplicabili poiché riferite a vecchie normative, che negli anni sono mutate.
Tale erronea formulazione è stata ripetuta ed inasprita nella successiva Deliberazione della Giunta Regionale 16 maggio 2019, n. 130-9037 che ha specificato le modalità operative di tali prove, prevedendo l’assurda l’obbligatorietà per ogni singola arma detenuta.
L’erronea individuazione dei poligoni e dei soggetti “certificanti” tali prove, individua di fatto pochissimi soggetti abilitati, discriminandone altri, prevedendo inoltre titoli e abilitazioni che oggi sono sensibilmente mutate.
Ciò ha generato la messa in dubbio della validità della maggioranza di tali certificazioni, essenziali per l’operatività delle licenze di caccia, con gravi conseguenze per il settore, data l’imminente apertura della stagione venatoria.
L’attuale emergenza nazionale, particolarmente presente in Piemonte, relativa alla Peste Suina Africana ha generato misure straordinarie adottate dalla Regione in merito al contenimento dei cinghiali, per scongiurare il terribile pericolo della contaminazione dei suini domestici, poiché potrebbe provocarne l’abbattimento di centinaia di migliaia di capi, con danni incalcolabili per la filiera Piemontese. Tali misure rischiano pertanto di essere inapplicabili.
Riteniamo necessario e chiediamo un Suo rapido intervento, con una modifica della normativa o una sua eventuale ordinanza di sospensione, in attesa di ulteriori approfondimenti, in modo da risolvere velocemente il possibile blocco di tutte le licenze di selezione ed il regolare e necessario contenimento dei cinghiali.
Confidando nella Sua pronta risposta, le porgiamo i nostri migliori saluti.
Dott. Andrea Revel Nutini
vice presidente Comitato Difesa Legali Possessori di Armi
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