La Cassazione gli ha dato ragione, ha annullato il rigetto da parte della Corte d’appello di Palermo dell’istanza di risarcimento. Ma ha annullato con rinvio. Bisognerà trovare nuovi giudici d’appello «che non si siano mai occupati della mia vicenda, mica facile», ricorda Contrada, a cui assegnare il caso, e poi altra tappa in Cassazione. La terza.
Questa è giustizia da terzo mondo che grida vendetta , ma i giornali non ne parlano . Contrada ha diritto ad un po’ di pace . Si è rivelano un servitore degno dello Stato , malgrado le accuse infamanti che gli sono state vomitate addosso. Contrada ne e’ uscito a testa alta . Non si può dire altrettanto per i suoi persecutori che dovranno rispondere degli errori e della persecuzione che hanno orchestrato contro di lui .
Il caso di Contrada grida vendetta: un servitore dello Stato, evidentemente scomodo, incarcerato a lungo ingiustamente, liberato dopo anno e anni riconosciuto innocente. Ha diritto ad un risarcimento, che non gli restituirà comunque gli anni di carcere ingiusto e tale risarcimento gli viene posticipato. Contrada non è un giovanotto e non so quanto gli rimanga da vivere, ma con lui la Giustizia (lo scrivo ancora con la maiuscola) ha già sbagliato due volte; farlo attendere ancora è crudeltà. Quanto ai giudici, spero che paghino per i loro “errori”: la giustizia divina , perché quella umana mi pare discutibile.