I nervi scoperti della Città di Torino

La città di Torino ha due nervi scoperti. Il personale e l’indebitamento. Partiamo da quest’ ultimo.  Forse il più facile e tutto sommato gestibile.

Sono decenni che è sull’ orlo della bancarotta. Spende di più di quanto incassa e si indebita non per investimenti, ma per pagare le spese correnti.  In particolare i costi del personale. L’altra nota dolente, in tutti i sensi. Dal punto di vista quantitativo e dal punto di vista qualitativo. Sintesi: per niente produttivo. Perché?  Sono pochi e male organizzati. Diciamola tutta: per niente organizzati. Tanto … fin che la barca va, falla andare. Però’ ora siamo arrivati.  Ma come siamo giunti  a questo punto? La Torino del triangolo industriale come tale aveva competenze e nel DNA la capacità di organizzare. Ovviamente tanti i motivi che  ci hanno portati a questa situazione, primi fra tutti economici. Quando c’erano i soldi si sono sperperati.  Oggi sono molti di meno e male utilizzati. Secondo: gli alti dirigenti con trentennale esperienza sono andati in pensione e non c’è stato tournover. Svuotamento degli uffici dove la media dei dipendenti ciondola stancamente per i corridoi. Tranne per l’anagrafe presa quotidianamente d’assalto da utenti imbestialiti che, raramente, portano a casa ciò che desiderano. Con alcuni elementi di contorno.  Ad esempio non mi risulta che chi percepisce il reddito di cittadinanza aspettando un lavoro che non arriverà mai, svolga lavori socialmente utili. Concretamente il Municipio di Torino in un decennio è passato da poco meno di 20mila dipendenti a 7000 -7500.  Dati  ballerini, visto che chi può andare in pensione non se lo fa dire due volte. Capita, dunque, che in una sola settimana 300 impiegati vadano in pensione . Si assommi il fatto che i pochi funzionari rimasti non  sappiano, non avendone esperienza, da che parte rigirarsi, e sembra che la cifra di ” riferimento ” sia zero.
Comunque il Sindaco Lo Russo non si da’ per vinto. E cerca di non farsi distrarre dal ruolino di marcia.  Innanzitutto dicono sia un grande lavoratore.  Alle 7,30 è già operativo in ufficio.
Sulle nomine, stavolta ha fatto tutto da solo.
Si’, forse, al massimo, qualche telefonata di conferma. Così Cuntro’, fedelissimo di Piero Fassino alle Farmacie. Alessandro Battaglino a Trm , niente di meno che l’inceneritore. In questo caso Battaglino, fedelissimo dell’onnipresente Peveraro.
Ma la notizia delle notizie è Paola Bragantini Presidente Amiat. Brava è brava . Direi politicamente brava. Tecnicamente?  Si vedrà. Indubbiamente l’Amiat è un posto importante. Un settore decisamente fragile visto che Torino, ultimamente, in tale ambito difetta. Ma per il Pd risolve un altro problema: le candidature alle prossime elezioni politiche. Il tutto è dietro l’angolo. Con non pochi problemi, non ultimo la riduzione del 40% dei seggi. Tanto si voterà con l’attuale sistema elettorale. Sono pochissime le probabilità di una riforma. Concretamente tanti pretendenti e pochi posti. Magari, poi arriva il biellese Furia, segretario regionale che qualche pensierino lo sta facendo.  Lui che ha un filo diretto con Provenzano già ex ministro del Mezzogiorno.  Altri se vogliono hanno un seggio assicurato come il prof Giorgis e Mauro Laus che già cinque anni fa si sono conquistati voto per voto le elezioni.
Ovviamente tutto sotto traccia. E mi sa che in questo caso non ci saranno primarie. Dunque Enrico  Letta docet. Letta non è uno stupido e saranno tante e fitte le consultazioni. Obbiettivo: totale rinnovamento. Sono  troppi quelli che vogliono ancora bene a Matteo Renzi. L’altro nodo sono le alleanze.  I cinque stelle hanno una caratteristica di fondo. Totalmente ingovernabili.  Il nostro Conte chiaramente annaspa…Cinque anni fa non essere carne né pesce li ha fatti vincere.
Oggi i pochi rimasti sono divisi su tutto.  Molti hanno fatto un giro di 180 gradi. Da anti europei e filo Putin ad anti Putin e filo europei. Indubbiamente Giggino è tra quelli più cambiati. Ma tutti , proprio tutti si sono presentati a rapporto dal Beppe Nazionale, alias Grillo. Chi si era illuso che il comico non contava più ha preso una cantonata. Raggiante la Meloni: ora tocca a me.   ” Dio mi manda, guai chi si oppone ” . Già sentito. Il che non vuol dire che nel centro destra è tutto liscio come l’olio. Anche loro hanno le loro gatte da pelare.  Non ultimo tanti galli nello stesso pollaio. Covid e guerra in Ucraina hanno decisamente peggiorato la caoticita’ della nostra classe politica. Ma i guai non finiscono qui.  Un’inflazione al 7 % pone un altro problema: basteranno i soldi stanziati dall’Europa?  Probabilmente no. Sono stati presentati i progetti di Torino e della Regione Piemonte?  Che qualità operativa hanno?  Una cosa è certa: l’attuale struttura burocratica del Municipio di Torino non è all’altezza sia quantitativamente che qualitativamente. Pochi dipendenti ed assolutamente non formati per gestire il tutto. Ed i tre bandi per l’assunzione di nuovi dipendenti sono, mi pare, ancora in alto mare. Questa la terza sfida della giunta Lo  Russo oramai, tutta, soprannominata Missione impossibile.  Non disperiamo, comunque: difficile essere ottimisti, ma la speranza è l’ultima a morire.

PATRIZIO TOSETTO

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