Una mostra sull’Armenia per ricordare il genocidio degli armeni nell’Impero ottomano durante la Prima guerra mondiale e per raccontare la storia di un popolo antichissimo con i suoi luoghi sacri, chiese e monasteri. È allestita al Polo del ‘900 in corso Valdocco 4/A fino al 15 maggio.
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È una delle pagine più tragiche e meno conosciute del secolo scorso che riguarda la scomparsa di uno dei più antichi popoli della regione anatolico-caucasica. Uno sterminio di massa, una pulizia etnica che in una ventina di anni cancellò tutte le comunità cristiane che vivevano nell’Impero Ottomano, armeni in particolare, ma anche assiri e greci, deportati e uccisi con intere famiglie mentre chiese e scuole cristiane venivano date alle fiamme. Prima del 1915 gli armeni erano il 30% della popolazione, circa due milioni, e dopo la Grande Guerra sono rimasti appena l’uno per cento. Secondo gli ottomani le minoranze cristiane erano in grado di mettere in pericolo l’unità dello Stato attraverso rivolte appoggiate da interventi stranieri. Gli armeni erano in sostanza considerati una quinta colonna nell’Impero pronta ad aiutare nemici e invasori e pertanto da eliminare. Con questo pretesto gli Ottomani misero in atto un piano di pulizia etnica ideato dal sultano Abdul Hamid II nell’ultima decade dell’Ottocento, proseguito dal movimento dei Giovani Turchi e dal governo repubblicano di Ataturk. Tra il 1894 e il 1924 si contarono tra il milione e mezzo e i due milioni di cristiani uccisi da turchi, curdi, ceceni e arabi. L’arresto di centinaia di armeni il 24 aprile 1915 a Costantinopoli e in altre città dell’Impero diede il via alla persecuzione di massa che portò all’eliminazione del popolo armeno. Quel giorno è diventato la Giornata della Memoria Armena, la data ufficiale per la commemorazione dell’eccidio. Gli storici, e tra di loro anche qualche turco, parlano di genocidio vero e proprio e la documentazione non manca. La Turchia continua a negare il genocidio ma documenti, carte, appunti, le fotografie delle esecuzioni, diari, dispacci e telegrammi autentici con gli ordini da eseguire inchiodano i turchi alle loro gravissime responsabilità. La mostra è visitabile fino al 15 maggio al Polo del ‘900 in corso Valdocco 4 con orario 10-18.
Prenotazioni: 011 0883200 o reception@polodel900.it
Filippo Re
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