L’ANGOLO DELLA POESIA
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parole due – divertissement sotto voce
17 dicembre 1995… passato a Sarzana
tornando da Tellaro, dopo il concerto di N. M. T.
vi pranziamo … è un giorno di fine autunno,
inverno ormai prossimo, giornate corte
c’è altro oltre il brivido che il freddo dà
giornata chiara: suoni, profumi, bagliori
riuniti alla corte della brutta stagione
incipiente, … potente … prepotente davvero.
Ricordo i passi – tutti, paiono in cresta –,
il pasto, la trattoria, la ciotola di farro
al vento … l’indicazione di Byron oscilla
Ancora l’amica parla, dice, racconta
accento pistoiese e voce di soprano barocco
poca poesia in bocca, ma sui cartelli il poeta
poco ricordo altrimenti che per il liceo
la pagina di letteratura inglese e, intrigante,
una sua immagine in vesti d’Oriente, null’altro!
Figura possente, tra muggiti di vento
onde infrante, e si fan salse le labbra …
ma con il Lord-Poeta io … che mai ho a fare?
i primi versi distanti, tanto senza scrivere sto …
intermittente da sempre, imprevedibile, assente
ritrovato vicino, mio … quel passato
tra fatti e misfatti – qua è meglio tacere
poco Lord Byron ne sa … ma nel tempo
lontano, sì quanto? almeno mille anni!
dona antenati normanni a entrambi qua e là!
Ma a Chillon nel sonetto George Noel Gordon
evoca il Cinquecento ma … ben un secolo prima
Pierre Burdet l’ancêtre, est en Savoie chatelain …
altro più qui non dico ora mi taccio ... ma no?
non ritorno a Sarzana ora che l’estate avvampa
divampa a colori intensi il cielo che in mare si scioglie
blandisce le rocce e i cespugli del sentiero sottratto
da chi questa costa cavò piatta e alta … ma certo no
no come? ma dove? e fermarsi? non dire? e perché?
se tra radici recenti c’è l’arsenale di Spezia e … ci sono
tra loro distanti i parenti materni debaixo do Cruzeiro do Sul?
ché del bisavo brasiliano la cugina portò ai Federicimarchesi
di sangue un legame Gozzano? ma Gozzano chi? di Guido
una nonna d’Albaro, e i cugini di Genova sì.
Ora che tanto son stanco e troppo mi pesa viaggiare,
i croquis, scritti nell’anno in cui Mamma morì, se cari
per suoni, parole, e colori, almeno un poco li avrete
le mani battete con me, e grazie non poche ma tante da me!
Carlo A. M. Burdet
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