Più tempo per  il Superbonus villette

Il governo apre a proroga al 30 giugno 2022

 

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Una buona notizia che si accompagna però a una cattiva notizia: il cambiamento repentino e radicale delle policy aziendali adottate da Poste che ha abbassato il plafond di crediti cedibili ad un massimo di 150.000 €, a fronte dei precedenti 500.000 €, e accetta soltanto le prime cessioni di crediti.”

 

Abbiamo accolto con molto favore l’apertura del Sottosegretario all’Economia Federico Freni sulla possibile proroga al 30 giugno per effettuare il 30% dei lavori nelle villette unifamiliari. Condizione necessaria per poter usufruire del Superbonus fino a fine anno. Il Governo non esclude quindi l’idea e ne sta valutando la fattibilità. Dopo gli interventi antifrode sulle cessioni dei crediti, che a inizio anno hanno temporaneamente bloccato il mercato, abbiamo sostenuto la tesi del rinvio durante l’iter del decreto Sostegni ter. Le proposte di modifica non hanno avuto successo, ma non ci siano arresi, riproponendo le stesse richieste anche nel cosiddetto decreto Bollette all’esame della Camera”. Questo il commento di Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte) sulla possibile proroga al 30 giugno per il Superbonus villette.

 

Purtroppo – segnala Felici – abbiamo anche una cattiva notizia, il cambiamento repentino e radicale delle policy aziendali adottate da Poste che ha abbassato il plafond di crediti cedibili ad un massimo di 150.000 €, a fronte dei precedenti 500.000 €, e accetta soltanto le prime cessioni di crediti. Confartigianato è tempestivamente intervenuta con una lettera a Poste Italiane nella quale sottolinea le pesanti difficoltà degli imprenditori con la richiesta di una modifica. A Poste Italiane contestiamo di aver cambiato le regole senza alcuna preventiva comunicazione che consentisse alle aziende una adeguata riprogrammazione della propria attività, magari verso altri operatori intermediari. Il risultato è che oggi gli imprenditori si vedono rifiutate, senza alcuna motivazione, pratiche già avviate e rischiano di veder compromessa la propria attività. Problemi analoghi per tutte le imprese che avevano già ceduto un primo stato di avanzamento lavori a Poste Italiane e che ora si vedono non accettati i successivi”.

“Ci rendiamo conto – conclude Felici – che le circostanze sono complesse anche per gli operatori finanziari, ma cambiare le regole in corsa è un vizio da debellare, a meno di non volere a tutti i costi penalizzare chi lavora, sospetto sempre più concreto.  Occorre piuttosto costruire processi rigorosi di verifica e controllo, al fine di realizzare un sistema che metta al riparo imprese e intermediari dai rischi connessi a possibili truffe”.

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