L’elegante allestimento sarà visitabile a Palazzo Reale sino al 17 luglio
Per l’intero Settecento, e oltre, l’ambiente fu occupato da due camere, la camera da
letto e la stanza per la toeletta del sovrano, a far parte dell’Appartamento d’Estate
commissionato da Vittorio Amedeo II, a fine Seicento, e in seguito rinnovato da Juvarra
e da Benedetto Alfieri. Nel 1837, le due camere vennero da Carlo Alberto affidate alle
cure di Pelagio Palagi che, abbattendo il muro divisorio, creò la nuova sala da pranzo.
Il pavimento dell’antica camera da letto (su cui ancora oggi il visitatore posa il piede
con il rito di ogni precauzione), realizzato da Giovanni Tamietti nel 1732 in legno di
noce, carpino, acero e mogano, venne allora ampliato dall’ebanista Gabriele Capello. A
completare la bellezza della sala, ci pensò Francesco Gonin con un grande affresco
nella parte centrale del soffitto a rappresentare un successo militare di Umberto
Biancamano e ai lati le tele di Ferdinando Cavalleri e di Massimo d’Azeglio, di
quest’ultimo sei tele ospitate oggi al secondo piano dello stesso Palazzo Reale. Dal
1886, durante il regno di Umberto I e Margherita, mutati le scelte e gli imperativi
d’ambiente, l’architetto Emilio Stramucci si rivolse ad una ricostruzione in stile
neorococò, facendo sistemare sulla volta i due ovali con “Rinaldo e Armida” del
viennese Daniel Seiter e “Bacco e Arianna” del bolognese Marcantonio Franceschini,
mentre trovarono posto, nella parete opposta alle finestre, gli arazzi settecenteschi
dovuti ai bozzetti del Beaumont, soggetti le imprese di Cesare e Annibale.
La sontuosa Sala da pranzo ospiterà sino al 17 luglio, a celebrazione del 161°
anniversario dell’Unità d’Italia e a ricordo degli stretti legami che ancora uniscono le
due capitali, Torino e Roma, un elegante allestimento – per “soli” dodici commensali e
per un complessivo di 164 pezzi – del fastoso corredo da tavola in argento realizzato a
Parigi nel 1833 (e trasferito al Quirinale tra il 1873 e il 1874, comprende oggi 1832
elementi) per il re Carlo Alberto dall’orafo Charles-Nicolas Odiot, figlio di quel Jean-
Baptiste che, con la sua fiorente bottega, sul finire del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento, era solito servire l’aristocrazia francese e che tra i propri committenti
poteva citare il nome dello stesso Bonaparte. La ricostruzione del servizio la si deve
alle ricerche di Bertrand de Royère, che ha altresì rintracciato i disegni preparatori dei
tanti pezzi, dispersi in aste recenti.
Prestatore quindi il Quirinale, sulla tavola così riccamente ed elegantemente
imbandita trovano posto la posateria per i dodici commensali, una grande zuppiera
ovale, legumiere, salsiere e oliere, saliere e mostardiere, cucchiai per la senape,
sottobottiglie, piatti da portata, “cloches”, vassoi, zuccherriere e caffettiere, teiere e
lattiere e una “fontaine à eau chaude” con il proprio fornello, unitamente ad esempi di
“casseroles à entremets”. Chiaramente, il tutto impreziosito da cristalli e porcellane
delle collezioni dei Musei Reali: “popolata” la sala da quattro manichini ai lati del
tavolo, in abiti maschili e femminili di fine Ottocento e inizio Novecento, un
allestimento dovuto alla scenografa Claudia Boasso e alla collaborazione della
Fondazione Teatro Regio di Torino. In parallelo alla visita della grande sala, altre tavole
potranno essere ammirate ma soltanto su prenotazione. Non dimenticando l’apporto
del Soroptimist Club Torino che ha finanziato l’acquisto di nuove tovaglie che oggi si
possono vedere lungo il percorso di visita, si potrà accedere, al piano terra,
all’Appartamento della regina Elena, con la Sala da Pranzo ornata dai vasi
settecenteschi a motivo “palla di neve” e dal servizio “Uccelli e insetti” della
manifattura di Meissen (1896), il Salotto con servizio da caffè e cioccolata, la Sala del
Piano con servizio da tè realizzato a Berlino (1895) e la Sala della piglia con gli armadi
storici che contengono prestigiosi servizi di porcellana e cristallo di produzione
europea. Al primo piano, l’Appartamento dei Principi forestieri, con una tavola di gusto
orientale riservata agli ospiti, e l’Appartamento della regina Maria Teresa con lo
splendido servizio a motivi floreali dipinti in tonalità porpora dalla manifattura di
Berlino (1894) e “biscuit” centrotavola francesi nella Sala delle Cameriste, oltre a una
selezione del pregiato servizio da dessert parigino detto delle ”Donne più celebri
d’Europa di tutti i tempi”, del 1852, sovrane e figure leggendarie, eroine e letterate,
realizzato dall’Atelier di Boyer. La visita si conclude nella Sala del Lavaggio con la
collezione di porcellane orientali che trovano posto negli armadi storici del Palazzo
Reale.
Elio Rabbione