Un piccolo, ma prezioso, anticipo. Un “assaggio”, tanto per rendere più frizzantina l’attesa. In occasione, infatti, della grande mostra “Invito a Pompei” che Palazzo Madama, in collaborazione con il “Parco Archeologico di Pompei”, ospiterà nella maestosa seicentesca Sala del Senato, dal prossimo 8 aprile fino al 22 agosto, questa mattina (venerdì 25 marzo) nel Museo Civico d’Arte Antica di piazza Castello si sono aperte le porte alle prime due casse contenenti le prime due opere da collocarsi nel formidabile percorso espositivo che, a breve, ci condurrà negli ambienti più rappresentativi delle più lussuose case della Pompei del I secolo d. C. Quali, dunque, i capolavori che, alla presenza delle varie autorità sono arrivati in anteprima sotto la Mole? Meraviglia delle meraviglie, un “Mosaico con delfino di ambiente termale (tepidarium)”, risalente al 50-79 d. C appartenente alla “villa della Pisanella” di Boscoreale e una “Parete affrescata con pittura da giardino” del 25-50 d.C. in arrivo dalla “Casa del Bracciale d’oro” di Pompei.
Il quartiere termale della “villa della Pisanella”, una delle più note dell’area vesuviana grazie al prezioso servizio di argenteria (oggi al Louvre), aveva tre ambienti decorati in opus tessellatum bianco/nero con animali marini, secondo una moda diffusa dalla metà del I sec d.C. Il delfino è un animale spesso raffigurato in ambienti termali e rientra nel tiaso marino. Il corpo allungato, quasi serpentiforme, mostra una commistione tra l’ambiente marino e quello palustre.
L’affresco con pittura da giardino, proveniente dalla “Casa del Bracciale d’oro” è invece la parete di fondo dell’ “oecus”, il grande salone da ricevimento di una casa dell’élite pompeiana. Il giardino lussureggiante con diversi tipi di piante e uccelli, che in natura non potrebbero coesistere, è una rappresentazione immaginaria, che risponde alla moda nata a Roma nella sala ipogea della “Villa di Livia”. L’origine è da cercare nelle correnti paesistiche della pittura alessandrina diffuse in Lazio e Campania da botteghe di pittori, che in età augustea avevano lavorato per la committenza imperiale.
Con la mostra “Invito a Pompei” la “domus romana”, per la prima volta a Torino, accoglierà i visitatori nell’intimità domestica, mostrando la normalità della vita quotidiana alle pendici del Vesuvio. Un tuffo nel passato, per aggirarsi negli ambienti in cui l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. spense d’un colpo la vita dei suoi abitanti. “La Pompei di oggi non è che lo scheletro della città antica, prosciugata di ogni forma di vita dalla calamità naturale e svuotata di quegli oggetti che consentirebbero di immaginarla così com’era”. Esposti in Palazzo Madama sarà possibile ammirare una ricca selezione di oltre 120 opere (fra arredi, statue, gioielli, bronzi, vetri e apparati decorativi) presentate in un itinerario tra gli spazi domestici (l’atrio, il triclinio, il peristilio con il giardino, le stanze da letto), che termina con i drammatici calchi di alcune vittime.
g.m.
Nelle foto:
– Lo svelamento delle prime due opere; Ph. Perottino
– “Pavimento con delfino di ambiente termale (Tepidarium)”, Mosaico, villa della Pisanella, Boscoreale, 50-79 d. C.
– “Parete con pittura da giardino”, Affresco, Casa del Bracciale d’oro, Pompei VI 17, 42, 25-50 d. C.
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