Nella mia memoria metto insieme le case di ringhiera e il mese di marzo. Marzo è ancora inverno, ma per me da “gagnu” era come fosse già arrivata la primavera. Sono passati 50 anni, ma che dico, molti di più.
E mai e poi mai avrei immaginato che nel marzo del 2022 i russi avrebbero fatto la guerra all’Ucraina. Brutto, veramente brutto questo Marzo con i venti di guerra. Tanta angoscia. Chi l’avrebbe detto che Putin fosse pazzo a tal punto? Nei giorni antecedenti all’invasione tutti i commentatori internazionali escludevano questa ipotesi. Ed è incoraggiante vedere la solidarietà dei torinesi e dei piemontesi, come degli italiani. L’aereo che ha portato nella nostra città i bambini oncologici è stato oltremodo commovente, toccante. Con la presenza dal Governatore Cirio alla vicepresidente del Senato Anna Rossomando, oltre qualsiasi divisione politica. Le parole di Matteo Salvini che sosteneva che Putin era il più figo del mondo sono ormai un lontano, lontanissimo ricordo.
Accidenti le cose come cambiano: prima l’Urss era un mito per i comunisti. Ora la Russia è un mito per una certa estrema destra. Mio zio Paolo Moschelli era partito da una casa di ringhiera in via Cuneo. Fuggito dall’Italia fascista, passando per Parigi era arrivato , con tutta la famiglia al mitico Hotel Lux che ospitava gli esuli politici. Diventando Maresciallo dell’Armata Rossa. E alle manifestazioni dei primi anni 60 campeggiavano le due bandiere, quella rossa e quella azzurra con la colomba della Pace disegnata da Pablo Picasso. Io volevo sempre portare quella rossa. Ero piccolo. Ma quel rosso era per me simbolo di libertà. Ora il rosso delle bandiere russe sui carri armati è simbolo solo di oppressione. Una cosa è chiara: Putin non si ispira a Stalin, bensì allo zar Ivan il terribile. Ma una certa sinistra non ha proprio capito. Per il semplice fatto che non vuole capire. Meglio continuare con la solita tiritera dell’imperialismo Usa concretizzato nella Nato. Per loro è più semplice perché è più facile non capire. Capire vuol dire assumere delle responsabilità. Ti apre il cuore vedere cosa sta succedendo al Sermig. Non si riesce neppure a passare con l’auto tante sono le persone che portano vestiti ed alimenti per il popolo ucraino. Solidarietà. Bella solidarietà. Come, in condizioni decisamente diverse dalla guerra, era oltre 50 anni fa tra gli abitanti degli alloggi di ringhiera. Come la zia Maria. Tutta una vita in una piccola stanza senza servizi. Si lavava ai bagni pubblici e la “toilette” al fondo del corridoio ringhiera. Doveva essere duretta la vita. Prima di essere pensionata lavorava all’opificio militare. Mio nonno materno morì sei mesi dopo l’inizio della guerra per una pleurite. Troppo vecchio per il fronte. 40 anni. E zia Maria era orgogliosa di dire: a tua mamma l’ho trovato io il lavoro alla Marus di corso Emilia. Aveva 11 anni, appena finita la quinta elementare. Praticante a 11 anni. Scarseggiano gli operai, uomini utili per il fronte. Utili per una guerra inutile. Come sono in fondo tutte le guerre. E giù mia mamma e mia zia nel raccontarmi la loro piccola guerra per la sopravvivenza. In questo Marzo di ricordi di Barriera e case di ringhiera, di ricordi di guerra e di questa assurda guerra all Ucraina. Marzo che mese… 8 marzo per tutte le donne. In particolare per le donne che stanno soffrendo ingiustizie e guerra. Un buon 8 Marzo per mia madre e mia zia che hanno vissuto in case di ringhiera. Un buon 8 marzo facendo tesoro dei loro racconti, perché non volevano più vedere il dolore e soffrire per le guerre.
Patrizio Tosetto
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