Più di quaranta artisti a descrivere il mondo fiabesco degli “Animali straordinari”

La mostra sino al 10 aprile nell’ex Chiesa di Santa Croce ad Avigliana

 

“Animali straordinari” s’intitola la mostra che Luigi Castagna e Giuliana Cusino – con la collaborazione di Donatella Avanzo, Albino Arnodo e Serena Zanardo – hanno organizzato per l’associazione “Arte per Voi” nella suggestiva ex Chiesa di Santa Croce, nella piazza Conte Rosso, in pieno centro storico (sino a domenica 10 aprile, orario di apertura sabato e domenica dalle 15 alle 19, catalogo in mostra). Un totale di 44 artisti ad esporre una novantina di opere, a inventare creature fantastiche o a rappresentare animali del nostro quotidiano.

Donatella Avanzo, sempre prezioso deus ex machina, tra archeologia e arte e letteratura, ricorda presentando la mostra esempi di scrittori dell’antichità che spingevano a pietà e giustizia nei confronti degli animali, condannando i sacrifici cruenti e l’uso della carne come sostentamento, e cita altresì lo scavo compiuto alcuni anni fa, nel porto di Berenice sul mar Rosso, in cui venne riportato alla luce un cimitero di animali domestici, circa seicento, ognuno di essi deposto “nel proprio piccolo sarcofago, spesso ricoperti con tessuti oppure agghindati con collane di perline di pietra, vetro, maiolica, conchiglie”; in questo viaggio fantasioso o realistico di miti, racconti e fiabe, fa ancora riferimento all’”Asino d’oro” di Apuleio (secondo secolo d.C.), romanzo di riti magici e trasformazioni, di avventure e di racconti nel racconto, cui attinsero nei secoli da Boccaccio a Cervantes, da Shakespeare a Keats al nostro Collodi. Guarda alla mostra con occhi di studiosa e di appassionata; le si affianca Giuliana Cusino: “Draghi e galli magici, sirene e mostri marini, uccelli fantastici e folletti, messaggeri degli dei: animali singolari, eccezionali, sbalorditivi, insoliti, sorprendenti popolano da sempre il nostro mondo ed altrettanti, nel corso dei millenni, sono stati creati dalla fervida fantasia degli uomini, alcuni spaventosi e malvagi, altri magici e benevoli, altri ancora dotati di poteri sovrumani”.

Dipinti, sculture e ceramiche occupano i due piani della chiesa, validi esempi di questa mostra originale, le radici ben affondate in un tempo antico e nella sperimentazione dell’oggi. Dalla mostruosità della tartaruga umanizzata, simbolo di longevità e saggezza, di Luisella Bardella alla civetta di Ines Daniela Bertolino, sguardo indagatore, poggiante sulla spalla di Minerva nel buio della notte, dal telero di Olimpia Blasi posto alle spalle dell’antico quanto danneggiato altare maggiore (quando la Sovrintentendenza darà il permesso per il suo completo abbattimento?) alla “Creazione del lepriolo”, una creatura magica che è l’unione di lepre e capriolo, dovuta allo sguardo fiabesco di Raffaella Brusaglino, dalle avventure di Pinocchio rivisitate da Luisella Cottino ai sempre eleganti animali “scolpiti” da Giuliana Cusino nelle sue ceramiche raku. Dai cavalli bianchissimi, calati da un altro mondo, perfetto e lontano, di Rocco Forgione alle costruzioni di Giancarlo Laurenti, che assembla legni di fiume ad altri materiali, in un panorama d’animali del tutto inaspettato, dalla Medusa caravaggesca di Francesco Marinaro rivista con occhi moderni ai fantasiosi unicorni draghi e sirene concepiti da Guglielmo Marthyn, dal cigno di Elena Monaco ai vari “monstrum” dell’iraniano Arvin Nik Jamal al “Gorilla Sapiens” di Vinicio Perugia, esplicita inversione di ruoli tra il Gorilla e l’Ominide di montagna. Dal gallo narratore di Sergio Saccomandi al mostro lacustre, esempio di criptozoologia non ancora perfettamente decifrato, di Mara Tonso all’ippogrifo di Massimo Voghera pronto a portare Astolfo sulla luna e a immergerci con gusto intelligente nel mondo ariostesco.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: Luisella Bardella, “La gaia ferita”, tecnica mista; Ines Daniela Bertolino, “La civetta di Athena”, acrilico su tela; Raffaella Brusaglino, “Creazione del lepriolo”, tecnica mista, olio, foglia di metallo, filo su tela; Rocco Forgione, “I lancieri”, olio su tela; Sergio Saccomandi, “Cantastorie”, acrilico su tela

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