Dall’Università di Torino un Osservatorio permanente
Il Dipartimento di Management dell’Università di Torino presenta i dati della ricerca sul ricorso alla tecnologia negli studi professionali e avverte: è indispensabile che cresca la cultura e l’impiego della digitalizzazione, del ricorso a strumenti di intelligenza artificiale, per automatizzare lavori operativi e ripetitivi, e all’uso di sistemi di sicurezza come la blockchain.
La ricerca resterà aperta alla raccolta di ulteriori dati che saranno elaborati trimestralmente.
Digitalizzazione nelle professioni contabili? L’inserimento di nuove tecnologie è un passo indispensabile per rendere più efficiente il lavoro. In Italia, infatti, ci sono 4 milioni di imprese e circa 110 mila commercialisti che le assistono, uno squilibrio che il ricorso a soluzioni tecnologiche può temperare. A segnalare l’impellente necessità di sviluppare maggiore apertura verso la digitalizzazione è la ricerca condotta dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino, guidato da Paolo Biancone e Silvana Secinaro. Dallo studio emerge il quadro di una professione sempre più fragile, che necessita di nuova linfa, che ha bisogno di evolversi e investire in innovazione per essere competitiva e offrire un servizio più orientato alla consulenza, capace di fornire informazioni decisive per scelte aziendali strategiche.
L’analisi si propone di proseguire nel tempo instaurando un meccanismo di conoscenza che possa accompagnare verso lo sviluppo di nuove applicazioni. Il questionario resta quindi compilabile online al link: https://www.management.unito.it/do/forms.pl/FillOut?_id=3zzo;referer=%2fdo%2fforms%2epl%2fSearch.
I dati saranno elaborati trimestralmente.
La ricerca fin qui condotta, realizzata in 50 giorni, tra novembre e dicembre 2021, conferma l’apprezzamento degli studi italiani per il ruolo innovativo della fatturazione elettronica nel formato XML che ha ulteriormente aperto la strada alla contabilizzazione massiva e automatizzata. Tra le funzioni più gradite c’è l’integrazione all’interno dei software delle aree contabili, fiscali e del bilancio e la redazione automatica della nota integrativa. Tuttavia, nella maggior parte degli studi, la contabilizzazione delle fatture viene eseguita attraverso la lettura dei dati per riga, operazione che potrebbe esser resa più semplice, veloce e sicura con sistemi automatici. Resta poi marginale l’analisi dei dati, argomento basilare per l’evoluzione della professione in senso consulenziale.
Il 96% degli intervistati riconosce il collegamento positivo tra investimenti ed efficienza. Quindi, cosa li frena? «C’è una insidiosa rigidità, una tendenza a restare legati a forme di lavoro tradizionali per quanto siano proprio queste a schiacciare lo sviluppo della professione e a creare situazioni di burn-out, anche drammatiche – spiega Paolo Biancone –. A questo si somma la difficoltà a orientarsi nella varietà di offerte, nella scelta della soluzione più idonea alle proprie esigenze. D’altronde la digitalizzazione è sempre più diffusa in innumerevoli campi: contabilità e bilancio non possono fare eccezione. Per questo portiamo avanti un programma di diffusione della cultura della digitalizzazione e dell’impiego dell’Intelligenza Artificiale».
Insomma, come spesso accade, il cambiamento è accompagnato da scetticismo, «ma da studiosi siamo certi di trovarci di fronte a un nuovo inizio, che risponde ai sentimenti più comuni rilevati dalla nostra ricerca, percepibili nelle giornate lavorative: la confusione, anche a causa di un legislatore sin troppo produttivo, e la frustrazione da ripetizione di attività». Quali sono le strade da percorrere? Occorre che gli studi professionali si avvalgano di sistemi che consentano la contabilizzazione veloce e massiva, di software capaci di apprendere. «Parliamo di robotizzazione e intelligenza artificiale, applicazioni in tema di elaborazione dati, come il software PowerBi, in grado di proporre i mastri contabili in fase di registrazione fatture – precisa Biancone –. Inoltre va introdotto l’uso della blockchain che, sebbene molto studiata a livello di letteratura scientifica dai ricercatori internazionali, nella pratica non trova conoscenza diffusa».
Lo stimolo all’innovazione tecnologica nella gestione economico finanziaria è un caposaldo del Dipartimento di Management torinese. «Nella contabilità l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo previsionale di fondamentale importanza e apportare miglioramenti alla qualità della vita dei lavoratori, dei sistemi produttivi gestionali e di governance» dichiara ancora il professore. Non a caso su stimolo del gruppo di ricerca è nata l’Associazione Tecnologie per l’accounting, https://www.txaccounting.org/, che riunisce docenti e ricercatori di tutta Italia sul tema delle tecnologie emergenti e dell’economia aziendale, ideata per favorire l’accesso alle tecnologie nei processi amministrativi del settore privato, pubblico, terzo settore e organizzazioni ibride.
- Paolo Biancone, professore ordinario di Economia Aziendale e Finanza e presidente del Corso di Studi in professioni contabili dell’Università di Torino
- Silvana Secinaro, professoressa Associata del Dipartimento di Management e Delegata Orientamento-Tutorato-Placement per la Scuola di Management ed Economia.
Alcuni dati emersi dalla ricerca
- Funzioni dei software utilizzati
o 78% pensa di non conoscere tutte le funzionalità
o 22% ha la sensazione di conoscerle tutte
- Gli utilizzatori dei software di contabilità e bilancio si aspettano
o 47% maggiore attività informativa da parte delle software house
o 35% auto-formazione su documentazione e tutorial
o 18% maggiore attività informativa da parte del concessionario/agente
- Per il futuro:
o 74% dichiara di voler applicare l’intelligenza artificiale
o il 61% dichiara di voler applicare la blockchain
o il 47% si aspetta nuove attività di formazione da parte delle software house.
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