Rossetto presidente Cia Agricoltori delle Alpi

«CRESCIAMO NON SOLO IN NUMERI, MA IN CONOSCENZE, IMPEGNO SOCIALE E CAPACITÀ AMMINISTRATIVE»

 

Stefano Rossotto, 62 anni, agricoltore dall’età di 14 anni e titolare dell’azienda vitivinicola di famiglia a Cinzano,  è stato eletto presidente di Cia Agricoltori italiani delle Alpi, l’Organizzazione agricola nata due anni fa dall’unione dell’ex Cia Torino con la Cia Valle d’Aosta e fino ad oggi presieduta pro-tempore dallo stesso Rossotto.

L’assemblea dei delegati, svoltasi alla Fabbrica delle “E”, a Torino, alla presenza del presidente nazionale di Cia Agricoltori italiani, Dino Scanavino e del presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, ha votato anche i venticinque componenti del Consiglio direttivo, che a loro volta nei prossimi giorni nomineranno il Comitato esecutivo dell’Organizzazione. Gli eletti sono: Serena Basso, Francesco Castelli, Mauro Caucino, Marie Claire Chaberge, Gianni Champion, Fabio Demarchi, Joel Faga, Benito Favaro, Massimo Glarey, Monica Iuliano, Jessica Lanfranco, Giovanni Molino, Laura Mussano, Stefano Rossotto, Silvano Rovei, Fabio Saccona, Roberto Stola, Lidia Sussetto, Matteo Trompetto, Simone Turin, Matteo Actis Martin, Luigi Andreis, Giovanna Cibelli, Monica Falco e Elena Massarenti.

«In questi primi due anni di attività ho apprezzato l’efficienza professionale e morale del nostro personale – dice Rossotto -, l’intenso lavoro del direttore Gigi Andreis, dei vicepresidenti Gianni Champion, Giovanni Molino, Benito Favaro e Silvano Rovei e del commissario nazionale Alberto Giombetti. La nostra Associazione cresce non solo in numeri, ma in conoscenze, impegno sociale e capacità amministrative per affrontare le questioni più spinose, aggravate dall’emergenza pandemica. I nostri soci e rappresentanti sindacali parlano la stessa lingua, perché siamo tutti agricoltori, è questa la nostra forza».

Nell’intervento d’apertura, Rossotto ha parlato nello specifico di latte («I nostri produttori lamentano un prezzo medio alla stalla dai 37 ai 41 centesimi al litro, mentre al supermercato una bottiglia di latte costa da 1,30 a 1,70 euro: una forbice troppo larga a favore di chi trasforma e rivende»), carne bovina di Razza Piemontese («La considerevole diminuzione del prezzo medio alla stalla ha determinato forti tensioni all’interno delle associazioni di produttori, dobbiamo mettere in pista azioni di promozione durature nel tempo per stabilizzare il mercato»), suini («Valutiamo con preoccupazione le conseguenze della Peste Suina Africana in Piemonte, alla Regione e allo Stato chiediamo particolare attenzione al risarcimento delle aziende che sono nell’obbligo di abbattere tutti i capi in loro possesso, conteggiando anche il mancato reddito per i successivi sei mesi»), fauna selvatica («Va preso atto che i piani di contenimento hanno fallito, poiché non si è affrontato il problema in modo serio, prova ne è la diffusione della peste africana. Pretendiamo che le Istituzioni mettano in campo azioni urgenti e risolutive, il tempo è scaduto»), ecosistema («I nostri agricoltori hanno ben presente il ruolo che svolgono con il loro lavoro giornaliero a tutela dell’ambiente e della biodiversità, la sfida è ricercare, tra le nuove pratiche di agricoltura sostenibile e biologica, quelle che, accanto alla riduzione dei fitofarmaci, ci consentono di mantenere una buona produzione») e cambiamento climatico («Abbiamo commissionato al Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, presieduto dal Professor Davide Biagini, una ricerca sull’impatto ambientale per definire in modo inequivocabile l’emissione di co2 nell’ambiente e siamo estensori della prima ricerca scientifica sugli effetti del cambiamento climatico sulla viticoltura in provincia di Torino; probabilmente dovremo incominciare a parlare di irrigazione di soccorso e, di riflesso, proporre un cambiamento dei disciplinari di produzione delle Dop nelle aree dove si vieta l’irrigazione, che al momento è considerata una forzatura della produzione»).

Su questi temi si sono espressi negli interventi conclusivi anche il presidente nazionale Scanavino e quello regionale Carenini, i quali hanno in particolare posto l’accento sulla necessità di affrontare l’emergenza della Peste Suina Africana con la massima tempestività e razionalità per evitare danni irreparabili: «Il peso di questa crisi non può ricadere tutta sulle spalle degli allevatori – ha detto Scanavino -, che loro malgrado rischiano di pagare il conto della dissennata politica di gestione della fauna selvatica».

Sempre il presidente nazionale ha ribadito con forza la necessità di affermare in ogni modo il ruolo dell’agricoltura nella gestione dell’ambiente e della produzione del cibo, come attività di interesse strategico per l’intera società.

 

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